sabato,Maggio 17 2025

‘Ndrangheta: restano separati i due processi nati dall’operazione Maestrale contro i clan vibonesi

Il Tribunale di Vibo respinge la richiesta della Dda e accoglie l’opposizione dei difensori. Il troncone relativo al narcotraffico seguirà un autonomo iter processuale

‘Ndrangheta: restano separati i due processi nati dall’operazione Maestrale contro i clan vibonesi
Il nuovo Tribunale di Vibo di via Lacquari e nel riquadro Giuseppe Accorinti

Nessuna riunione tra il processo nato dall’operazione antimafia denominata “Maestrale 3” e il troncone principale del maxiprocesso Maestrale-Carthago. E’ quanto deciso dal Tribunale collegiale di Vibo Valentia (presieduto dal giudice Giulia Conti) che ha respinto la richiesta di riunione dei due processi avanzata dalla Dda di Catanzaro che ne chiedeva la trattazione unitaria poiché “funzionale ad un migliore accertamento dei fatti”.Ad opporsi a tale riunione sono stati – già dinanzi al Collegio di “Maestrale 3”gli avvocati Luigi La Scala e Tommaso Zavaglia, con la questione rimessa da tale Collegio (presieduto dal giudice Laerte Conti) al Tribunale collegiale (presieduto dal giudice Giulia Conti) dinanzi al quale si sta celebrando il maxiprocesso principale, quello nato dall’operazione Maestrale-Carthago. In tale ultima sede, quindi, gli avvocati Luigi La Scala, Tommaso Zavaglia, Giuseppe Orecchio e Rossella Calabria hanno reiterato le argomentazioni di opposizione alla riunione dei due procedimenti, eccependo la mancata pendenza dei due procedimenti nello stesso stato e grado, essendo il procedimento nato dall’operazione “Maestrale 3” ancora nella fase delle questioni preliminari. Dalla riunione dei due procedimenti, ad avviso dei difensori, sarebbe quindi derivato un ingiustificato ritardo nella definizione del maxiprocesso Maestrale-Carthago, la cui istruttoria è invece in stato avanzato, con conseguenti riverberi sulla protrazione delle misure cautelari in atto applicate agli imputati. Il Tribunale collegiale presieduto dal giudice Giulia Conti, condividendo le argomentazioni difensive, ha quindi rigettato la richiesta di riunione dei due processi rinviando il procedimento nato dall’operazione denominata “Maestrale 3” dinanzi ad altro Collegio per l’udienza del 18 giugno.

Gli imputati di Maestrale 3

Angelo Bartone

Questi gli imputati di Maestrale 3 che prende in esame un vasto narcotraffico di cocaina, marijuana, eroina e hashish: Accorinti Giuseppe, detto “Peppone”, di Zungri, 27-03-1959; Arena Rocco, cl ’87, di Rosarno; Bartone Angelo, di Paravati, nato il 13-12-1975; Fusca Cono Rocco, cl ’67, di Cessaniti; Galati Armando, nato il 18-09-1954, di Mileto; Galati Domenico, nato il 19-02-1984, di Mileto; Mangone Francesco, nato il 26-06-1980, di Mileto; Navarra Giuseppe cl ’91, di Rombiolo; Navarra Valerio, cl ’93, di Pernocari di Rombiolo; Nicolae Laurentiu Gheorghe, nato in Romania il 07-11-1989, residente a Limbadi; Rettura Simone, cl ’88, di Mileto.
Il reato associativo finalizzato al narcotraffico viene contestato a Michele, Domenico e Armando Galati, ad Angelo Bartone, Rocco Cono Fusca, Salvatore Ascone, Rocco Ascone, Laurentiu Nicolae. Per il reato associativo si è invece già proceduto per la posizione di Giuseppe Accorinti nell’ambito del processo Rinascita Scott.
La complessa attività investigativa è stata condotta dal Nucleo Investigativo dei carabinieri di Vibo Valentia e ha consentito di delineare il coinvolgimento, nell’associazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti, di elementi di vertice delle articolazioni di ‘ndrangheta dei locali di Mileto e Zungri (come Michele Galati e Giuseppe Accorinti), nonché i canali di approvvigionamento degli stupefacenti, con rotte provenienti anche dall’estero, in particolare dall’Albania, nonché i canali di rivendita anche fuori dalla regione Calabria, quali quelli diretti verso la Sicilia.

I ruoli

Armando Galati

Domenico Galati sarebbe stato invece il finanziatore di ingenti quantitativi di stupefacente, nonché il soggetto deputato a reperire e detenere la droga per conto del sodalizio. Armando Galati, in qualità di partecipe, avrebbe sfruttato autonomi canali di rifornimento, fornendo al gruppo ingenti quantitativi di stupefacente. Angelo Bartone avrebbe invece coadiuvato Michele Galati nelle sue attività occupandosi dell’attività di cessione al dettaglio della droga e del procacciamento di nuovi acquirenti, mentre Rocco Cono Fusca sarebbe stato alle dipendenze di Giuseppe Accorinti con il compito di occuparsi dell’attività di acquisto, trasporto e consegna dello stupefacente, nonché della vendita del narcotico fuori regione.
Salvatore Ascone, alias “Pinnularu”, avrebbe ricoperto invece il ruolo di finanziatore, promotore e organizzatore del narcotraffico, vantando autonomi canali di approvvigionamento rifornendo stabilmente il sodalizio di ingenti quantitativi di stupefacente, avvalendosi dell’opera di intermediazione del figlio Rocco, dell’operaio rumeno Laurentiu Gheorghe Nicolae e di Emanuele Mancuso. Detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti la contestazione mossa agli altri restanti imputati.

LEGGI ANCHE: Dai clan delle Preserre vibonesi alle scommesse on line, l’ascesa di Zannino scampato a tre agguati ma non alla Dda di Messina

Articoli correlati

top
preload imagepreload image