Tropea, dopo 10 anni sistemata la spaventosa voragine di via Carmine ma i residenti restano preoccupati: «Temiamo un nuovo cedimento»
Nel 2014 emersero le enormi criticità di un’area soggetta a dissesti causati dall'intubazione del torrente Burmaria. Oggi, nonostante la conclusione dell’intervento, resta alta la paura dei cittadini: «Non siamo tranquilli»

Dopo 10 lunghi anni di attesa e disagi, la comunità di Tropea tira finalmente un sospiro di sollievo: è stata chiusa e asfaltata la voragine di via Carmine, apertasi il 22 giugno 2014 e che pregiudicava l’ingresso (e l’immagine della cittadina) di uno dei varchi principali dell’ex strada statale n. 522. L’intervento per lungo tempo atteso dai residenti del quartiere Carmine (rimasti nel disagio anche della strada chiusa in passato per qualche tempo), quasi increduli ora, sembrerebbe porre fine al crollo dell’asse stradale realizzato dal Comune negli anni ’80, con terra di riporto posta sopra al torrente Burmaria incanalato in un tubo. Dieci anni fa quest’ultimo non resse il flusso delle intense acque meteoriche, che un tempo sfociavano libere a mare per caduta da Drapia sotto allo storico ponticello. Il boato improvviso di quella giornata da dimenticare è ancora un vivido ricordo di quanti abitano nei dintorni: «La Madonna della Romania ha guardato ancora Tropea e nessuno è rimasto coinvolto nel crollo. Solo l’edicola votiva si è salvata per miracolo dal crollo», commentarono alcuni tropeani appena dopo il disastro.
E proprio quella piccola costruzione, ai margini del tornante che conduce al centro storico, divenne il “termometro” dello smottamento: «Speriamo che non cada la chiesetta – esordirono altri tropeani 10 anni fa -. Se succederà, allora vorrà dire che la situazione è ancora più grave del previsto e le case a ridosso sono a rischio crollo». L’edicola votiva è rimasta illesa anche nel tempo, ma i cedimenti successivi verificatisi sul muro dell’area abitativa sovrastante portarono l’Ufficio tecnico all’epoca diretto dall’architetto Vincenzo Giannini (sotto primo commissariamento per infiltrazioni mafiose) alla realizzazione una palizzata di sostegno.
Un intervento, unitamente all’apposizione di guardrail e inferriate maggiormente protettive, che inevitabilmente comportò il restringimento della carreggiata sia in entrata che in uscita da Tropea, motivo per il quale fu apposto ambo i lati un semaforo. Quest’ultimo fu più volte oggetto di atti vandalici, finché divenne del tutto inservibile e gli automobilisti da allora furono costretti ad auto regolarsi per il transito in quel punto diventato largo appena per un’auto. La chiusura della voragine però non tranquillizza del tutto i residenti del quartiere Carmine i quali, memori di quanto accaduto miracolosamente senza alcuna conseguenza per i passanti, continuano a fare gli scongiuri: «Speriamo che la strada non crolli di nuovo, ma il torrente deve arrivare a mare e, per farlo in sicurezza, necessita dei suoi spazi naturali e un tubo interrato non è una soluzione che continua a farci stare tranquilli».