Senz’acqua da un mese, blitz dei cittadini in Comune a Zungri con i panni sporchi da lavare: «Sembra di essere tornati al 1925» – VIDEO
Nella frazione Papaglionti rubinetti a secco e viavai dalle sorgenti per portare a casa quanto necessario per potersi lavare e fare il bucato. Intanto nelle strade scorrono rivoli: «La rete idrica è vecchia di 60 anni, dove sono i soldi stanziati per sistemarla?»
In marcia verso il Comune di Zungri, esasperati dopo oltre un mese senz’acqua. Una cinquantina di famiglie della frazione Papaglionti ha deciso di mettere in scena una clamorosa protesta portando in Municipio il bucato da lavare. In testa all’agguerrito corteo, una donna che stringe sotto al braccio una bacinella piena di panni sporchi. «Non possiamo fare neppure la lavatrice. E non è un giorno, due o tre, siamo così da un mese», esclama.
Ma il blitz riesce solo a metà, visto che il sindaco di Zungri, Serafino Fiamingo, non è in ufficio. La delusione dei manifestanti è tanta. Non è la prima volta che si recano in Municipio per rivendicare lo stesso diritto: «L’acqua, nient’altro. Chiediamo acqua nelle nostre case. Stiamo manifestando per potere avere un bene primario», dice una residente. «Sono anni che facciamo i conti con l’emergenza idrica, ma adesso– aggiunge un’altra donna – il problema si è aggravato perché da oltre un mese non arriva neppure un goccio d’acqua», dice una donna.
«Sembra di essere tornati al 1925 quando i nostri nonni andavano a prendere l’acqua alla sorgente», prosegue un’altra papagliontese. Poi c’è una giovane madre con due figli piccoli: «Non possiamo farci le docce, il bucato, non possiamo lavare i piatti. È una situazione drammatica quella che stiamo vivendo», aggiunge mostrandoci alcuni video di perdite consistenti di acqua che si riversano direttamente sulle strade. «Abbiamo una rete idrica colabrodo», denunciano. «L’acqua c’è ma si disperde in una rete che è vecchia di sessant’anni».
E poi si domandano: «Che fine hanno fatto le risorse stanziate per il ripristino della condotta?». L’appello è rivolto al sindaco, affinché intervenga per far tornare nelle case l’acqua: «Siamo disperati».