Vibo, minaccia di darsi fuoco: «Operate mia madre». Il dirigente medico spiega come è andata: «L’intervento era già programmato»
Il direttore sanitario di distretto Antonella Ascoli ha parlato con l’uomo che si era già cosparso di benzina seminando il panico: «Gli ho spiegato che la mamma 95enne stava andando in sala operatoria. Il personale all’interno neppure sapeva cosa stesse accadendo fuori dalla porta del reparto»

Voleva parlare a tutti i costi con il direttore sanitario dell’ospedale l’uomo di 66 anni che ieri mattina, a Vibo, ha minacciato di darsi fuoco all’interno dell’ospedale Jazzolino, all’entrata del reparto di Ortopedia dove era ricoverata la madre, 95 anni, in attesa di essere operata al femore. Proprio con l’intenzione di accelerare i tempi, l’uomo ha fatto la scelta più sbagliata, inscenando una protesta che poteva avere conseguenze drammatiche e ha comunque gettato nel panico pazienti e familiari in attesa davanti alle porte del reparto. «Quando sono arrivata l’odore di benzina aveva già impregnato i locali», dice il direttore sanitario di presidio, Antonella Ascoli. Ad allertarla è stato il centralino dell’ospedale: «Alle 8.15 la chiamata. Dalla sede dell’Asp, dove mi trovavo, ho raggiunto di corsa lo Jazzolino. C’erano già i carabinieri e tante altre persone attorno. Mi sono preoccupata per loro. Se l’uomo si fosse dato fuoco avrebbe potuto mettere in pericolo altre persone oltre che far del male a se stesso. L’ho tranquillizzato dicendogli che la sua mamma si stava preparando per l’intervento al femore. Operazione – sia chiaro – già programmata. Tant’è che quando sono entrata nella stanza di degenza gli operatori socio sanitari stavano per portarla in sala operatoria. Medici e infermieri erano all’oscuro di ciò che stava avvenendo al di là di quella porta», assicura con fermezza il direttore sanitario, nella volontà di sottolineare ulteriormente che l’operazione era programmata proprio per questa mattina e il gesto estremo del figlio non ha rappresentato affatto un viatico per accorciare i tempi.
«Ho comunque spiegato all’uomo i rischi che correva la sua mamma, una 95enne – continua Ascoli -. Ma il suo timore era quello che potesse morire ancor prima di subire l’intervento. Si è subito tranquillizzato, tanto che ha iniziato a ringraziarmi commosso». La vicenda ha comunque sollevato polemiche e nuove accuse contro l’ospedale di Vibo, che negli ultimi mesi ha vissuto momenti particolarmente drammatici, come in occasione della morte di Martina Piserà, la 32enne deceduta al settimo mese di gravidanza con il bambino che portava in grembo. Fatti che sono comunque all’attenzione della Procura. Ma su quanto accaduto oggi, il direttore sanitario non ha alcun dubbio: «Si è tratto di una reazione estremamente sbagliata alle normali tempistiche ospedaliere. Non è giusto addossare la colpa di tutto quello che succede al personale sanitario e alla struttura nel suo complesso. Lavoriamo ogni giorno con grande senso di responsabilità e lo facciamo nonostante le difficoltà e la carenza di personale. Questo andrebbe riconosciuto».