venerdì,Luglio 11 2025

Daffinà indagato per corruzione e turbativa d’asta: l’esponente vibonese di Fi finisce nell’inchiesta che sta scuotendo la Regione

Arriva la conferma del coinvolgimento del subcommissario nazionale per la depurazione in Calabria. Perquisiti il suo ufficio romano e quello nella Cittadella di Catanzaro, sequestrati i suoi computer

Daffinà indagato per corruzione e turbativa d’asta: l’esponente vibonese di Fi finisce nell’inchiesta che sta scuotendo la Regione
Antonino Daffinà

Corruzione e turbativa d’asta, sono questi i reati contestati al sub commissario per la depurazione in Calabria, Antonino Daffinà, a cui nella giornata di ieri è stato notificato un decreto di perquisizione e sequestro da parte della Guardia di Finanza che, su delega della Procura di Catanzaro, sta procedendo in questi giorni a una serie di acquisizioni documentali nella sede della Regione Calabria.

Tra le persone finite al centro dell’inchiesta c’è anche il sub commissario, esponente di spicco di Forza Italia nel Vibonese, individuato dal Governo per accelerare gli interventi nel comparto della depurazione delle acque reflue e del collettamento. Le fiamme gialle hanno effettuato perquisizioni nel suo ufficio in Cittadella e nella sede romana sequestrando i computer in uso al manager. Non sono note le circostanze oggetto di approfondimento da parte della Procura, in particolare se siano riferite alla sua funzione di sub commissario.

Nell’ambito della nuova inchiesta, che sembra muoversi ad ampio raggio e che sta toccando settori nevralgici dell’attività regionale, è anche coinvolto Pasquale Cannatelli, direttore amministrativo di Aterp. Nella giornata di ieri, i finanzieri hanno visionato e acquisito atti dagli uffici dell’ente che in Calabria gestisce l’edilizia residenziale. Le attenzioni della Procura si sarebbero focalizzate sui bandi per la ristrutturazione degli alloggi popolari, indagine che vede più persone indagate.

Depurazione, edilizia residenziale ma anche sanità. I militari della finanza hanno setacciato gli uffici posti al terzo piano, sequestrando atti e computer, ed estendendo poi le perquisizioni anche al domicilio di Tommaso Calabrò, dirigente generale ad interim del dipartimento Salute e titolare della Transizione digitale.

Di interesse per gli investigatori sarebbero le procedure di autorizzazione ed accreditamento di strutture sanitarie private che comportano l’assegnazione di budget e finanziamenti da parte della Regione. Le perquisizioni negli uffici regionali sono proseguite di nuovo questa mattina con l’acquisizione di documenti dal decimo della Cittadella, dal dipartimento Presidenza.

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