Maxi sequestro al clan Arena: sigilli a immobili, terreni e una ditta per un valore di oltre 4 milioni di euro – VIDEO
I beni sono riconducibili a tre persone che nel 2017 sono rimaste coinvolte nell'operazione Jonny che si è concentrata sulla cosca di Isola Capo Rizzuto
Militari del Servizio Centrale Ico e del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro hanno dato esecuzione al sequestro di 23 unità immobiliari, 24 appezzamenti di terreno, quote societarie e 1 ditta individuale, per un valore complessivo di 4.301.590 di euro direttamente e indirettamente riconducibili a 3 persone ritenute contigue al clan Arena e rientranti nella categoria dei soggetti connotati da “pericolosità sociale qualificata”. I soggetti destinatari dei provvedimenti cautelari – Antonio Poerio (classe 1971), Pasquale Poerio (‘74) e Angelo Muraca (‘59) – sono stati coinvolti nell’anno 2017 nell’operazione denominata Jonny, che ha riguardato la organizzazione mafiosa Arena operante ad Isola Capo Rizzuto (Crotone).
L’attività investigativa aveva ricostruito come le cosche crotonesi, in passato in conflitto tra loro, fossero addivenute ad una pax mafiosa per spartirsi le ingenti somme di denaro pubblico destinato all’accoglienza dei migranti attraverso le forniture, documentate anche con fatturazioni di comodo, al Centro Accoglienza Sant’Anna di Isola di Capo Rizzuto. Dalle indagini compiute, peraltro, era emerso che il sodalizio aveva acquisito e mantenuto una “posizione dominante” nel settore della raccolta delle scommesse on-line, esercitata con modalita’ totalmente illecite, nonche’ del noleggio degli apparecchi per il gioco on-line.
I provvedimenti di sequestro sono stati adottati dal Tribunale ordinario di Catanzaro, sulla base delle articolate indagini economico – patrimoniali coordinate dalla Procura della Repubblica di Catanzaro – Dda, eseguite dagli specialisti della Sezione Misure di Prevenzione – Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (Gico) del nucleo di polizia economico-finanziaria Catanzaro e del Servizio Centrale Ico, che hanno palesato un’evidente sproporzione tra il valore dei beni nella disponibilità dei proposti ed i redditi dichiarati. Inoltre, sono stati colpiti dal sequestro anche beni ritenuti frutto di attività illecita o che ne costituiscono reimpiego, segnatamente alcuni immobili entrati nella disponibilità di uno dei proposti mediante atti simulati di trasferimento della proprietà che in realtà celavano rapporti usurari. Gli accertamenti dei finanzieri avevano gia’ condotto all’emissione di analoghi provvedimenti ablativi, nei confronti di altri soggetti coinvolti nella medesima indagine, che hanno determinato il sequestro di ulteriori beni del valore di circa 5 milioni di euro
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