Undicimila piante di marijuana a Triparni, misura cautelare del gip di Vibo per un 46enne del luogo
Proseguono le indagini della Guardia di finanza per fare luce sui soggetti destinatari della cessione dello stupefacente. Per il giudice la condotta è sintomatica di «collegamenti con ambienti delinquenziali organizzati ad alto livello»

Lascia il carcere per la detenzione domiciliare Massimo Guastalegname, 46 anni, di Triparni, tratto in arresto lunedì dalla Guardia di finanza per la coltivazione di 11.017 piante di marijuana trovate in perfetto stato vegetativo e ben curate. Le piante di canapa indiana si trovavano distribuite su sette appezzamenti di terreno (per una superficie complessiva di cinquemila metri quadri) del comune di Vibo Valentia (frazione di Triparni) ed i finanzieri hanno sequestrato a Massimo Guastalegname ulteriori 145 grammi di marijuana già essiccata e all’interno di un essiccatoio – realizzato all’interno di un immobile – altra sostanza stupefacente del tipo marijuana del peso di quasi tre chili (2,990 Kg per la precisione). Comparso dinanzi al gip del Tribunale di Vibo, Rossella Maiorana, il giudice ha convalidato l’arresto e ha disposto per Massimo Guastalegname – difeso dagli avvocati Giuseppe Bagnato e Giuseppe Pugliese – gli arresti domiciliari con obbligo di indossare il braccialetto elettronico quale misura cautelare L’ufficio di Procura aveva chiesto invece il mantenimento del carcere. Per il gip sussistono nel caso di specie i gravi indizi di colpevolezza nei confronti di Massimo Guastalegname per la contestata condotta di coltivazione ai fini di spaccio di stupefacente del tipo marijuana, “abilmente occultata tra felci e arbusti” e con piante di altezza variabile tra il metro e i due metri e mezzo di altezza, tutte innaffiate con un sistema d’irrigazione di tipo industriale. Il capannone da cui proveniva l’acqua, secondo le prime risultanze investigative, è stato ritenuto in uso a Massimo Guastalegname (già destinatario di altro procedimento in materia di stupefacenti, per come ricordato dal gip) in quanto dallo stesso aperto ai finanzieri con le chiavi all’atto della perquisizione.
Il sistema di essiccazione della marijuana
E’ stato poi scoperto dai finanzieri un secondo casolare con all’interno un sistema di essiccazione per la marijuana composto da due ventilatori elettrici, un ventilatore all’esterno, attrezzi rudimentali per la frantumazione delle foglie ed un bilancino elettronico per la pesatura della sostanza stupefacente. Dal casolare adibito ad essiccatoio è stato inoltre trovato un tubo in pvc che – occultato tra i rovi – andava a collegarsi ad altri due appezzamenti di terreno sottostanti coltivati a marijuana. Tutte le piante rinvenute sono state sottoposte a campionatura e sequestro da parte della Guardia di finanza ed a Massimo Gustalegname viene contestata anche l’aggravante dell’ingente quantità nel rinvenimento della sostanza stupefacente.
Le esigenze cautelari
Per il gip, l’indagato Massimo Guastalegname “ha dimostrato di essere pienamente attivo nel settore dello spaccio di stupefacenti con modalità che appaiono professionali e non sporadiche, stante la coltivazione in ampi terreni – di fatto abbandonati dai legittimi proprietari e confinanti con quelli a lui in uso esclusivo – di piantagioni di marijuana con oltre undicimila piante, dimostrando così la piena consapevolezza dell’illecito agire ed il suo inserimento in un canale professionale di produzione di stupefacenti ai fini della cessione a terzi, con una condotta sintomatica di collegamenti del Guastalegname con ambienti delinquenziali organizzati ad alto livello”. Da qui la misura cautelare degli arresti domiciliari con obbligo di indossare il braccialetto elettronico, mentre le indagini proseguono per individuare i canali di smercio dello stupefacente una volta raccolto ed essiccato totalmente.