Concerto di Teresa Merante vietato, il lido di Bivona che aveva organizzato: «Un errore che ci aiuterà a crescere, crediamo nella legalità»
L'esibizione è stata annullata per la presunta esaltazione della criminalità organizzata nelle sue canzoni. I gestori del Marea prendono le distanze dalla cantante: «Siamo dispiaciuti, avremmo dovuto informarci meglio»

Il sindaco di Vibo Valentia, Enzo Romeo, su segnalazione della Questura, ha vietato un concerto della cantante neomelodica Teresa Merante, programmato al Lido “Marea” della frazione Bivona. La decisione è stata presa dopo una segnalazione della Questura, che ha informato l’Amministrazione senza aver ricevuto comunicazioni preventive dagli organizzatori. Il motivo principale del divieto è la presunta esaltazione della criminalità organizzata da parte della cantante, che «potrebbe causare – si legge nell’ordinanza – disordini e mettere a rischio i valori della legalità, in conformità con le norme di sicurezza urbana e il Codice Penale». A seguito dell’ordinanza sindacale e della conseguente cancellazione del concerto, il Lido “Marea” di Bivona ha prontamente diffuso una nota stampa per chiarire la propria posizione e dissociarsi da qualsiasi forma di illegalità, esprimendo rammarico per l’accaduto. «A dar vita a questo spazio – scrivono dal Lido – non sono solo cocktail, ma un gruppo di ragazzi che crede fortemente nella rivalutazione del territorio, nell’amore per il proprio paese e in una nuova visione del fare comunità. “Marea” vuole essere uno spazio che accoglie, che abbraccia le diversità, che dà voce ai talenti locali e che restituisce valore a ciò che spesso viene dimenticato: la bellezza semplice e autentica della nostra terra».
«Con orgoglio – prosegue la nota del Lido – ci dissociamo da ogni forma di illegalità. Crediamo che il cambiamento passi da chi lo vive, da chi ogni giorno sceglie di fare le cose nel modo giusto, con rispetto per l’ambiente, per le persone e per la storia che ci appartiene. Il nostro errore? Aver dato fiducia troppo in fretta, senza conoscere davvero le storie degli artisti coinvolti. Ci rendiamo conto che avremmo dovuto approfondire di più e per questo siamo dispiaciuti, per noi, per chi ci sostiene e per l’immagine del nostro progetto. Ma vogliamo guardare avanti con spirito positivo. Quello che è accaduto sarà per noi uno spunto di riflessione e crescita. Noi crediamo nella legalità. Sempre. E continueremo a lavorare ogni giorno per costruire un luogo sano, pulito e pieno di bellezza, arte e rispetto».