venerdì,Aprile 19 2024

Spari contro serranda di un bar a Pizzo: condanna definitiva per l’imputato

La Cassazione deposita le motivazioni con le quali ha dichiarato inammissibile il ricorso finalizzato ad annullare la condanna inflitta lo scorso anno in appello

Spari contro serranda di un bar a Pizzo: condanna definitiva per l’imputato

Depositate dalla settima sezione penale della Cassazione le motivazioni per le quali è stato dichiarato “manifestamente infondato” il ricorso presentato da Luciano Ira Ira, 27 anni, di Pizzo Calabro, definitivamente condannato per i colpi di pistola sparati il 20 aprile 2014 contro la serranda di un bar a Pizzo. Nella stessa notte degli spari i carabinieri fermarono Ira Ira e lo arrestarono perchè trovato in possesso di una pistola illegalmente detenuta. Dagli accertamenti balistici compiuti dai Ris di Messina è poi emerso che l’arma era stata utilizzata proprio per sparare contro la serranda del bar di Pizzo. Il 24 marzo 2016 la Corte d’Appello di Catanzaro, riformando la sentenza emessa in abbreviato dal gip del Tribunale di Vibo Valentia il 18 maggio 2015, aveva rideterminato la pena per Luciano Ira Ira in 3 anni e 4 mesi di reclusione, oltre a 3.200 euro di multa riconoscendolo responsabile di ricettazione, danneggiamento ed altri reati legati ai colpi di pistola contro la serranda del bar di Pizzo.

Per la Cassazione nel caso di specie, il ricorrente, pur denunziando formalmente una violazione di legge, “non critica in realtà la violazione di specifiche regole inferenziali preposte alla formazione del convincimento del giudice, ma postulando un travisamento del fatto, chiede la rilettura del quadro probatorio e il riesame nel merito della vicenda processuale”. Tuttavia, tale riesame è inammissibile in sede d’indagine di legittimità in Cassazione.

La richiesta di concessione delle attenuanti generiche, ad avviso della Suprema Corte, risulta invece fondata “su ragioni di carattere estremamente generico”. Per tali ragioni il ricorso è stato ritenuto inammissibile ed il ricorrente Luciano Ira Ira (in foto) è stato condannato anche al pagamento delle spese processuali e al versamento della somma di duemila euro alla Cassa delle Ammende.

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