La Suprema Corte di Cassazione ha confermato la condanna emessa il 26 aprile dello scorso anno dalla seconda sezione della Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro nei confronti di Emilio Antonio Bartolotta, 39 anni, di Stefanaconi alla pena di 24 anni di reclusione per l’omicidio di Michele Penna di Stefanaconi, paese confinante con Vibo Valentia. La sentenza arriva dopo un precedente annullamento con rinvio.
Il corpo di Michele Penna, assicuratore e segretario cittadino dell’Udc di Stefanaconi (in foto in basso) non è mai stato ritrovato e, secondo la Dda di Catanzaro, sarebbe stato eliminato nell’ottobre del 2007 in quanto intenzionato a staccarsi dalla cosca del paese, che sarebbe stata guidata dal presunto boss Nicola Bartolotta (di cui Penna aveva sposato la figlia), con l’intenzione di formarne una nuova. La vittima sarebbe stata poi punita dal clan, secondo l’ipotesi degli investigatori, anche per una presunta relazione con la moglie di un affiliato alla cosca all’epoca detenuto.
Nel parallelo filone processuale, per la morte di Penna, la Cassazione aveva già confermato la condanna a 30 anni già inflitta in Appello ad Andrea Foti, imputato per concorso nell’omicidio dell’assicuratore.
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