lunedì,Maggio 13 2024

Sparatoria nel quartiere Feudotto a Vibo, resta in carcere l’autore

Il gip non convalida il fermo ma applica un’ordinanza di custodia cautelare. Anche la vittima avrebbe avuto un atteggiamento violento

Sparatoria nel quartiere Feudotto a Vibo, resta in carcere l’autore
Il luogo della sparatoria nel quartiere Feudotto

Non convalidato dal giudice del Tribunale di Vibo Valentia, Marina Russo, per difetto del pericolo di fuga il fermo di indiziato di delitto nei confronti di Filippo Prestia, 58 anni, del luogo, accusato di tentato omicidio ai danni di Gennarino Colaci, pure lui residente in città, e porto e detenzione illegale di arma da fuoco. La mancanza del pericolo di fuga, per il giudice è data dal fatto che l’autore della sparatoria si è presentato in Questura “spontaneamente e immediatamente dopo la sparatoria”, ammettendo gli addebiti e fornendo una propria ricostruzione dei fatti e del movente. Al contempo, il gip – pur escludendo la circostanza aggravante della premeditazione ha disposto la misura della custodia cautelare in carcere sussistendo i gravi indizi di colpevolezza per i reati contestati che lo stesso indagato ha ammesso pur dichiarando di aver sparato i primi colpi in aria e solo l’ultimo, a suo avviso, sarebbe partito accidentalmente verso la vittima dopo l’urto delle due autovetture. Le immaginidell’impianto di videosorveglianza hanno però ripreso l’indagato a piedi in zona Feudotto con la pistola, mentre un altro foro per un colpo d’arma da fuoco è stato trovato dalla polizia sul paraurti posteriore.

L’aggravante della premeditazione del tentato omicidio è stata invece esclusa dal giudice poiché la sparatoria è stata compulsata dall’atteggiamento “violento e inaspettato” della vittima che, alla guida della propria auto, ha ostruito all’improvviso il passaggio del veicolo condotto dall’indagato impedendogli di uscire dalla strada e costringendolo ad arrestare la marcia. I primi colpi, secondo la ricostruzione del giudice, sono stati esplosi a seguito dell’aggressione perpetrata dalla vittima la quale, scesa dall’auto, si è scagliata contro l’auto dell’indagato inveendo e colpendo la ruota anteriore con un cacciavite per tentare poi di sfondare il finestrino dal lato guidatore. Sussiste però per l’indagato, secondo il giudice, il pericolo concreto e attuale di reiterazione di analoghe e pericolose condotte criminose e da qui la custodia cautelare in carcere nei confronti dell’indagato, difeso dagli avvocati Sandro D’Agostino e Vincenzo Rositano. Le indagini in ogni caso non sono concluse.

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