venerdì,Aprile 19 2024

Rinascita-Scott, Anm contro le Camere Penali di Vibo e Catanzaro: «Travalicata la legittima critica»

La giunta sezionale dei magistrati di Catanzaro rispedisce al mittente le osservazioni dei penalisti giudicandole inammissibili nella misura in cui insinuano dubbi sulla terzietà del gup

Rinascita-Scott, Anm contro le Camere Penali di Vibo e Catanzaro: «Travalicata la legittima critica»
La Corte d'Appello di Catanzaro

La giunta sezionale dell’Anm (Associazione nazionale magistrati) di Catanzaro, in un documento, Esprime “profondo rammarico e fermo disappunto” per il tenore del comunicato delle Camere Penali di Vibo Valentia e Catanzaro, la giunta sezione dell’Anm (Associazione nazionale magistrati). “Preme innanzitutto ricordare, come già a conoscenza dell’avvocatura – sottolinea l’Anm di Catanzaro – che l’individuazione dell’aula di Roma per la celebrazione dell’udienza preliminare di Rinascitta Scott è stata effettuata dal Ministero della Giustizia attesa l’indisponibilità di aule idonee nel distretto evidenziata dal presidente della Corte di Appello di Catanzaro. L’allestimento poi di un’aula bunker a Lamezia Terme – anche in proposito risulta che il presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Catanzaro abbia partecipato a diverse riunioni nella conferenza permanente unitamente al Ministero -, lungi dal tradire ‘consapevolezze’ e ‘certezze’ paventate nel comunicato, risponde alla necessità di munire il distretto di un’aula idonea alla celebrazione ‘dignitosa’ di processi di mafia. Spiace dunque che le Camere Penali, lungi dall’accogliere con favore la notizia della realizzazione di una nuova aula bunker, le attribuiscano significati del tutto trasversali.

Le pesanti osservazioni quanto alle modalità di celebrazione del processo Rinascita Scott – evidente la disparità numerica dei rappresentanti della pubblica accusa rispetto alla mole dei difensori -, i toni ed i termini scelti – ‘regime’, ‘rito sommario’ -, i numeri asetticamente indicati, le previsioni quanto all’esito del giudizio, oltre a travalicare i confini di una legittima critica, paiono del tutto pesanti ed inopportuni in corso di svolgimento dell’udienza preliminare, e inammissibili nella misura in cui insinuano dubbi quanto alla terzietà del Gup. L’attuale emergenza epidemilogica da Covid 19 e le ovvie difficoltà connesse alla celebrazione delle udienze sono state sinora affrontate sinergicamente con il consiglio dell’ordine degli avvocati; il comunicato, per toni e contenuti, oltre ad intaccare il sereno dialogo tra le parti, strumentalizza le difficoltà derivanti da spazi e dotazioni per porre in discussione la regolare ed imparziale gestione delle udienze, affermando pesantemente una ‘egemonia dell’accusa nel processo e la sua maggiore prossimità al Giudice”.

Per la giunta sezionale dell’Anm inoltre, colpisce che “in relazione ad uno specifico processo, ancora in corso di trattazione, venga sollevata nel distretto di Catanzaro, una questione di diffusa delegittimazione della funzione difensiva, frutto della abusata assimilazione tra l’avvocato e le ragioni del proprio assistito. Se l’affermazione come pare di intuire, è collegata all’oggetto del procedimento, appare vieppiù da censurare al fine di garantire il sereno svolgimento del processo da parte dell’organo giudicante. In disparte l’assoluta genericità delle affermazioni, che finiscono per suonare come mere insinuazioni, preme ricordare come il processo deve essere celebrato nelle sedi competenti e di come l’andamento del singolo giudizio, laddove non gradito e condiviso, non può diventare motivo per gridare ad una diffusa delegittimazione delle difese, tale da necessitare di un intervento e di una presenza forte dell’Unione Camere Penali.

La Ggunta dell’Anm di Catanzaro prendendo infine atto dell’ulteriore odierno intervento delle Camere Penali di Vibo e Catanzaro in risposta alle dichiarazioni del procuratore di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, sottolinea comunque di manifestare fermamente il proprio dissenso per il primo comunicato emesso che finisce, quello sì, per delegittimare agli occhi del comune cittadino l’operato della intera magistratura del distretto”.

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