sabato,Novembre 9 2024

Diocesi e Fondazione di Natuzza trovano un nuovo accordo grazie all’intervento del Papa

Il Vaticano ha inviato un documento finale. Gestione economica e manutenzione della chiesa restano alla Fondazione. Quella pastorale e liturgica alla Diocesi di Mileto

Diocesi e Fondazione di Natuzza trovano un nuovo accordo grazie all’intervento del Papa
Il cardinale Vallini con Papa Francesco

Alla fine, così come anticipato da Il Vibonese.it nei mesi scorsi, ci penserà Papa Francesco a rimettere “ordine” e a far sì che la ultra triennale “telenovela” sulle mancate riforme statutarie della Fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime” di Paravati giunga finalmente a termine. L’accordo raggiunto alla fine dello scorso mese di luglio davanti al cardinale e prefetto della Congregazione per il Clero Beniamino Stella prevedeva: la gestione esclusiva della chiesa della Villa della Gioia da parte della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, attraverso l’istituzione di una cappellania; l’inserimento in premessa del testamento spirituale della Serva di Dio Natuzza Evolo, ad oggi presente all’interno dello statuto; il passaggio da nove ad undici dei membri del direttivo, con la rinuncia da parte del vescovo Luigi Renzo di propri rappresentanti al suo interno. Su questi punti la riforma in quei giorni era data ormai per certa, tant’è che il presule della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea aveva subito dopo reso di nuovo valido il decreto di religione e di culto nei confronti della Fondazione precedentemente abolito, elemento fondamentale per la successiva sottoscrizione del documento. [Continua]

Il vescovo Renzo e Natuzza

Poi, però, qualcuno avrebbe cercato di “sbaragliare le carte” e sul tavolo del prelato sarebbe arrivato un testo da sottoscrivere diverso da quello concordato, in cui alla gestione esclusiva della chiesa da parte della diocesi si aggiungeva che – riguardo alla nomina del rettore – si sarebbe dovuto attingere ad una terna di nomi data dai vertici della stessa Fondazione. Da qui a giungere alla decisione del vescovo miletese di investire “direttamente” della questione Papa Francesco e di bypassare eventuali interlocutori della prima e dell’ultima ora il passo è stato breve. Nell’occasione, monsignor Renzo avrebbe illustrato al Pontefice la necessità e le ragioni per cui il “diktat” non poteva essere accettato da parte della diocesi, ancor di più in questa prima fase di “ripartenza” e di predisposizione dell’assetto organizzativo della rettoria chiamata a gestire la chiesa, una volta consacrata. Da allora il vescovo ha deciso di attendere in certosino silenzio.

Investito il Santo Padre direttamente della vicenda, la strada si è, tuttavia, improvvisamente presentata in discesa. Dal termine ultimo del 15 settembre – in precedenza inutilmente stabilito davanti al cardinale Stella per la sottoscrizione delle riforme – sono infatti passati solo due mesi. Il 14 novembre la cronaca ha registrato l’incontro del direttivo della Fondazione presieduta da Pasquale Anastasi, teso ad affrontare proprio la riforma dello statuto. Il consiglio ha convocato a sua volta l’assemblea dei soci per il prossimo 13 dicembre, alle 15. Argomento oggetto di discussione, proprio l’analisi dei testi pervenuti dalla Congregazione per il Clero, contenenti “modifiche allo statuto e al regolamento per la elezione del Cda, nonché “la convenzione tra Fondazione e Diocesi circa l’uso della chiesa” con tanto di “deliberazioni in merito”.

Il documento finale inviato dal Vaticano – che peraltro sarebbe stato già accettato da monsignor Renzo – prevede che la gestione economica e la manutenzione della chiesa da tempo ultimata rimangano alla Fondazione. Non quella pastorale e liturgica, però, che diventa di pertinenza esclusiva della diocesi attraverso una rettoria. In questo contesto, dall’entrata in vigore del relativo decreto, per i primi due anni il rettore sarà di nomina prettamente vescovile. Successivamente la Fondazione si vedrà riconosciuto il diritto a presentare, a tal fine, una cerchia ristretta di sacerdoti della stessa diocesi (si parla appunto di una terna). La sottoscrizione dell’accordo – dopo l’intervento di Papa Bergoglio – per la gioia dei tanti fedeli che si rifanno al carisma di Mamma Natuzza è ormai alle porte. Per quanto riguarda il testamento spirituale della mistica, invece, nel nuovo statuto sarà posto in premessa e non al suo interno. Si spera solo per poco visto che, nel frattempo, nonostante il Covid-19, monsignor Renzo ha dato nuovo impulso al processo diocesano di beatificazione della Serva di Dio, da lui avviato nell’aprile del 2019.  

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