sabato,Aprile 27 2024

Rinascita-Scott: dinanzi alla Corte d’Assise pure due sequestri di persona

Uno sarebbe stato portato avanti da Saverio Razionale e altri imputati per recuperare tre milioni e duecentomila euro, un altro per far rientrare Antonio Vacatello del credito di seimila euro

Rinascita-Scott: dinanzi alla Corte d’Assise pure due sequestri di persona
Saverio Razionale

Finiscono dinanzi alla Corte d’Assise di Catanzaro anche due sequestri persona a scopo di estorsione nell’ambito dell’operazione antimafia Rinascita-Scott. Il gup distrettuale, Claudio Paris, oltre alle vicende inerenti cinque fatti di sangue – gli omicidi di Roberto Soriano e Antonio Lo Giudice (6 agosto 1996), Alfredo Cracolici e Giovanni Furlano (9 febbraio 2002) e Filippo Gangitano (gennaio 2002) – ha infatti disposto il rinvio a giudizio per il 10 febbraio prossimo anche per alcuni imputati coinvolti in due sequestri.
Tra le vicende di rilievo emerse nell’indagine “Scott” – filone investigativo nato attorno alla figura del boss di San Gregorio d’Ippona, Saverio Razionale – c’è infatti anche un tentativo di recupero crediti con modalità estorsive per 3 milioni e 200mila euro che, secondo l’accusa, sarebbe stato attuato da Saverio Razionale, avvalendosi di Francesco Carnovale, 52 anni, di Vibo ma residente a Fiumicino, Alessandro Iannarelli, 46 anni, di Marino (entrambi costituenti per la Dda una “cellula romana” direttamente dipendente da Razionale) e Salvatore Valenzise, 54 anni, di Castiglione Olona (Va) in danno dei fratelli Pio e Marco Mizzau, eredi di una famiglia di imprenditori titolari di una struttura alberghiera a San Giovanni Rotondo (in provincia di Foggia). [Continua dopo la pubblicità]

Le indagini dei carabinieri del Ros hanno portato ad accertare che il tentativo di recupero crediti era connesso ad un investimento occulto, di 3,2 milioni di euro che sarebbe stato effettuato nel 2004 dal clan Mancuso attraverso Salvatore Valenzise, Giovanni Vecchio, 62 anni, nativo di Nicotera ma residente a Milano, ed Attilio Bianco, 69 anni, di Scandiano (anche loro a giudizio per concorso in riciclaggio insieme a Valenzise) i quali avrebbero, secondo l’accusa, fornito all’imprenditore Ennio Mizzau le risorse economiche (tre milioni e 200mila euro) per riacquistare l’Hotel di San Giovanni Rotondo che era stato oggetto di una procedura fallimentare. Tra il 2009 e il 2014 i calabresi avevano effettuato vari tentativi di recupero dell’investimento senza però riuscirvi.

Nel giugno del 2016, quindi, Saverio Razionale sarebbe stato incaricato di rintracciare gli eredi di Mizzau per il recupero dell’investimento. Iniziavano così le vessazioni e le intimidazioni “poste in essere da Carnovale e Iannarelli ai danni di Pio Mizzau” che sarebbe stato anche “sequestrato su disposizione dello stesso Razionale”.

Gli indagati non riuscivano tuttavia a riottenere il denaro e decidevano di “congelare” temporaneamente l’azione criminosa a causa di molteplici avvenimenti ed in particolare per via della desistenza volontaria del ragioniere incaricato di procedere al recupero dei soldi dalla famiglia Mizzau il quale, intimorito – secondo l’accusa – dalle modalità violente e minacciose messe in atto da Saverio Razionale e Francesco Carnovale avrebbe rinunciato all’incarico, anche a causa dei controlli di polizia subiti da Iannarelli e Carnovale nel 2017. [Continua in basso]

Antonio Vacatello

L’altro sequestro di persona che verrà giudicato dalla Corte d’Assise di Catanzaro interessa diversi imputati. La vicenda parte dalla contestazione di estorsione aggravata dalle modalità mafiose mossa nei confronti di Antonio Vacatello, 56 anni, ritenuto dagli inquirenti il capo ‘ndrina di Vibo Marina strettamente collegato con il boss di Zungri Giuseppe Accorinti. Secondo l’accusa, Antonio Vacatello avrebbe cercato di ottenere con modalità delittuose la restituzione o il pagamento di somme di denaro – circa seimila euro – da parte di Rocco Ursino, vibonese residente a Imbersago.  La condotta copre un arco temporale che va dal 14 settembre 2016 al 12 ottobre 2016 e porta quale luogo di commissione Seregno (provincia di Monza) e Vibo Marina.

Per ottenere la restituzione della somma di denaro sarebbe stato compiuto un vero e proprio sequestro di persona. Tale reato viene contestato, in concorso fra loro, ad Antonio Vacatello, Pantaleo Maurizio Garisto, 38 anni, di Zungri, Luciano Macrì, 52 anni, di Vibo Marina, Valerio Navarra, 27 anni, di Pernocari, Saverio Sacchinelli, 38 anni, di Pizzoni. Vacatello sarebbe stato il mandante e il coordinatore del sequestro di persona. Tutti gli imputati si sarebbero recati a Cernusco sul Naviglio per effettuare materialmente il sequestro di persona. Rocco Ursino sarebbe stato quindi portato in una casa di Seregno, in provincia di Monza, e qui immobilizzato e pestato. Poi il trasferimento con la forza in Calabria per rimanere nell’abitazione dei propri genitori impedendogli ogni libertà di movimento se non avesse pagato la somma asseritamente dovuta. Luciano Macrì si sarebbe dato da fare, secondo l’accusa, per contattare a Vibo la madre di Rocco Ursino informandola del debito del figlio al fine di intimorire la donna e costringerla a pagare.

Luciano Macrì

Nello specifico, Luciano Macrì con accanto la madre di Ursino, avrebbe telefonato ad Antonio Vacatello facendo poi parlare Ursino con la madre, consentendo così a Vacatello di fare ascoltare alla madre della vittima le richieste estorsive e le minacce con frasi del genere: “Digli a tua madre che se non me li dai…ti scanno”. Luciano Macrì, quindi, coordinandosi con Vacatello per tutta la durata del sequestro, avrebbe mantenuto i contatti con i prossimi congiunti della vittima. I fatti al centro delle contestazioni – aggravate dalle modalità e finalità mafiose, vedono quali luoghi di commissione Seregno e Vibo Marina e coprono un arco temporale che va dal 12 ottobre 2016 al 16 ottobre 2016.

LEGGI ANCHE: Rinascita-Scott: i sei latitanti dell’inchiesta, profili e accuse

Rinascita-Scott: arrestato il latitante Rosario Pugliese – Video

Rinascita-Scott: in Corte d’Assise a Catanzaro cinque omicidi avvenuti nel Vibonese

Rinascita-Scott: in 89 ammessi al processo con rito abbreviato

top