lunedì,Maggio 13 2024

Inchiesta “Bis in Idem”, tre prescrizioni a Vibo

Non luogo a procedere per l’ex presidente della Provincia Francesco De Nisi, per l’ex dirigente dell’ente Antonio Vinci e l’ex presidente della Eurocoop

Inchiesta “Bis in Idem”, tre prescrizioni a Vibo
Francesco De Nisi

Non luogo a procedere per intervenuta prescrizione. Questo il verdetto del Tribunale collegiale di Vibo Valentia, presieduto dal giudice Chiara Sapia, nei confronti di tre imputati rinviati a giudizio dal gup nel febbraio scorso nell’ambito del procedimento penale nato dall’inchiesta denominata “Bis in Idem” scattata il 20 maggio 2014 per far luce su una presunta truffa ai danni della Regione. La prescrizione per il reato di turbata libertà degli incanti è stata pronunciata nei confronti dei seguenti imputati: Francesco De Nisi, 52 anni, di Filadelfia, ex presidente della Provincia di Vibo Valentia (avvocato Giovanni La Caria); Antonio Vinci, 67 anni, di San Gregorio d’Ippona, ex dirigente della Provincia di Vibo Valentia (avvocato Giuseppe Altieri); Silvio Claudio Pellegrino, 66 anni, di Catania (avvocati Francesco Lione e Cristina Agostinelli). Per Pellegrino (ex presidente della Eurocoop) è scattata la prescrizione anche per il reato di abuso d’ufficio, così come in una precedente udienza il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione era stato decretato per la stessa ipotesi di reato (abuso d’ufficio) anche nei confronti di Concettina Di Gesu, 68 anni, di Vibo, presidente della Commissione di valutazione per il bando pubblico finito al centro dell’inchiesta (avvocato Maria Antonietta La Monica). [Continua dopo la pubblicità]

Antonio Vinci

L’ipotesi della Procura. Secondo la ricostruzione accusatoria, alcune aziende beneficiarie della cassa integrazione guadagni in deroga avrebbero impiegato i medesimi lavoratori durante i periodi di fruizione dei benefici della Cig. Tali aziende avrebbero prestato i loro servizi per società come la Eurocoop, impegnata all’epoca nello smaltimento dei rifiuti a Vibo ed altri comuni del Vibonese. In pratica, gli indagati sarebbero riusciti a far avere doppi contributi per gli stessi lavoratori in cassa integrazione che così alle aziende non sarebbero costati nulla, atteso l’ottenimento di incentivi pubblici per il mantenimento dei livelli occupazionali. Tali benefici ed incentivi economici da parte del Dipartimento Lavoro della Regione Calabria sarebbero stati erogati, secondo l’accusa, del tutto illegittimamente. Parti offese nel procedimento figuravano la Provincia di Vibo Valentia, la Regione Calabria ed il Ministero del Lavoro. In precedenza la prescrizione era stata decisa già in sede di udienza preliminare nei confronti di altri 9 indagati.

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