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Omicidio ad Acquaro: il Riesame rigetta gli arresti chiesti dalla Procura di Vibo

Per la sparatoria in cui è rimasto ucciso Rosario Mazza e ferito il fratello Simone resta invece detenuto l’autore materiale del fatto di sangue

Omicidio ad Acquaro: il Riesame rigetta gli arresti chiesti dalla Procura di Vibo

Il Tribunale del Riesame di Catanzaro (Valea presidente relatore) ha rigettato l’appello della Procura di Vibo Valentia che aveva chiesto la cattura di Cosimo Ciancio e Giuseppe Ciancio, padre e figlio, in relazione al reato di concorso in omicidio in danno di Rosario Mazza avvenuto in località Piani di Acquaro il 19 gennaio 2017. Il Tribunale del Riesame ha quindi accolto le richieste degli avvocati Giovanni Vecchio e Bruno Ganino che hanno insistito per la conferma del provvedimento del Tribunale di Vibo che il 26 luglio scorso aveva rigettato la richiesta della Procura viboense. Per lo stesso fatto di sangue si trova invece detenuto Alessandro Ciancio, 24 anni, che il 9 gennaio scorso è stato ammesso al processo con rito abbreviato.

Un delitto, quello del 22enne Rosario Mazza, per il quale non ci sarebbe una vera causale. Rosario Mazza lavorava come aiuto cuoco in un ristorante di Laureana di Borrello ed in occasione dell’omicidio è rimasto ferito il fratello Simone.

Uno sguardo di troppo all’interno di un bar, qualche spintone ed un ceffone. Simone Mazza, vedendo il fratello Rosario cadere a terra, ha implorato pietà chiedendo di essere risparmiato da colpi d’arma da fuoco. Alessandro Ciancio però non si sarebbe fermato e ha esploso più colpi anche all’indirizzo del secondo giovane. 

Messo di fronte alle proprie responsabilità ed agli elementi di prova che i carabinieri del Nucleo Investigativo di Serra San Bruno, Massimiliano Staglianò, ed il pm Claudia Colucci ritengono schiaccianti, Alessandro Ciancio ha poi reso piena confessione. 

 

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