venerdì,Marzo 29 2024

La Cassazione ridetermina la pena per il boss delle Preserre Gaetano Emanuele

E’ stata la stessa Procura generale di Catanzaro a chiedere ed ottenere l’annullamento senza rinvio di un’ordinanza della Corte d’Appello

La Cassazione ridetermina la pena per il boss delle Preserre Gaetano Emanuele

E’ stato accolto dalla prima sezione penale della Cassazione il ricorso presentato dalla Procura generale di Catanzaro avverso l’ordinanza con la quale la Corte d’Appello il 18 dicembre 2019 aveva riconosciuto la continuazione fra reati contestati a Gaetano Emanuele, 46 anni, di Ariola di Gerocarne, ritenuto insieme al fratello Bruno Emanuele al vertice dell’omonimo clan delle Preserre vibonesi. La Procura generale di Catanzaro ha documentato alla Cassazione l’esito assolutorio del giudizio relativo al reato per il quale, in primo grado, Gaetano Emanuele era stato ritenuto penalmente responsabile con sentenza pronunciata, in data 17 novembre 2008, dal Tribunale di Vibo Valentia. Da qui l’annullamento, senza rinvio, da parte della Suprema Corte dell’ordinanza impugnata limitatamente all’aumento (pari a giorni venti di reclusione) per la continuazione relativa alla sentenza del Tribunale di Vibo Valentia del 17 novembre 2008, con conseguente rideterminazione della pena finale in anni sedici, mesi undici, giorni 10 di reclusione. Emanuele è difeso dall’avvocato Giuseppe Di Renzo. [Continua dopo la pubblicità]

La pena principale a Gaetano Emanuele – pari a 15 anni di carcere – gli è stata inflitta per i reati di associazione mafiosa e associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti al termine dell’operazione antimafia della Dda di Catanzaro denominata “Luce nei boschi”. Gaetano Emanuele viene ritenuto insieme al fratello Bruno Emanuele il promotore dell’omonima consorteria, contrapposta al clan dei Loielo, ed inserita quale “braccio-armato” nella più ampia articolazione di ‘ndrangheta denominata “società di Ariola” guidata dal boss Antonio Altamura.

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