venerdì,Marzo 29 2024

Rinascita-Scott: il matrimonio di Pelle con 2.700 invitati e la rapina da tre miliardi

Il collaboratore Angelo Cortese si è soffermato anche sulla dote di “Crimine internazionale” e sui legami dei mafiosi di Cutro con vibonesi e reggini

Rinascita-Scott: il matrimonio di Pelle con 2.700 invitati e la rapina da tre miliardi

Ben venticinque anni di militanza nella ‘ndrangheta e otto omicidi commessi sino a raggiungere l’alto grado mafioso di “Crimine”. Angelo Cortese collabora con la giustizia dal 2008 e quando ha iniziato a raccontare alla magistratura fatti e misfatti della ‘ndrangheta del Crotonese, e non solo, doveva scontare solo due anni. “Ho invece confessato 8 omicidi, quattro commessi in Calabria, due a Reggio Emilia e due a Cremona di cui non ero stato neanche accusato, ma proprio perché la mia collaborazione è genuina e non finalizzata ad ottenere tornaconti”. Rispondendo alle domande del pm della Dda di Catanzaro, Annamaria Frustaci, il collaboratore Angelo Cortese ha spiegato di aver ricevuto il grado di “picciotto” nel 1985 “da Salvatore Dragone di Cutro, quindi altri gradi mafiosi dai Ciampà di Cutro e dai Megna di Papanice. All’epoca il capo del locale di ‘ndrangheta di Cutro – ha ricordato il collaboratore – era Antonio Dragone. Il grado dello sgarro l’ho invece ottenuto nel 1990 da Nicolino Grande Aracri di Cutro, mentre in carcere a Bologna fra il 1992 ed il 1996 ho ricevuto le doti della Santa e del Vangelo. Quindi, nel 1999, ho ottenuto la dote di Crimine da Nicolino Grande Aracri”. [Continua dopo la pubblicità]

Nicolino Grande Aracri

Un grado elevato della ‘ndrangheta, dunque, anche se Angelo Cortese ha rimarcato che personaggi come Nicolino Grande Aracri di Cutro e Pasquale Nicoscia di Isola Capo Rizzuto possedevano la dote di “Crimine Internazionale”. Un grado mafioso che avrebbe permesso loro “di essere riconosciuti in tutto il mondo a livello di ‘ndrangheta – ha spiegato Cortese – ed erano gli unici due fuori dal Reggino ad aver ricevuto tale dote da San Luca. Perché per noi ‘ndranghetisti il paese di San Luca ha sempre rappresentato la Mamma. Ad avere rapporti con San Luca, e quindi con la famiglia Pelle, secondo Cortese sarebbero stati anche i Mannolo di San Leonardo di Cutro, così come i Vrenna di Crotone. I cutresi avrebbero però mantenuto rapporti anche con i Pesce ed i Bellocco di Rosarno, con Nicolino Grande Aracri che rispedì a Rosarno i suoi uomini per invitare i Pesce ad aggiornarsi sugli assetti mafiosi di Cutro dove a comandare era lo stesso Grande Aracri e non più i Ciampà.

Giuseppe Pelle (figlio di Antonio Pelle)

IL MATRIMONIO DI PELLE CON 2.700 INVITATI E IL LEGAME CON CUTRO

Antonio Cortese ha quindi ricordato di essere stato fra gli invitati ad un matrimonio storico nella ‘ndrangheta, talmente importante che a Bovalino sarebbero giunti esponenti mafiosi da tutto il mondo. “Si trattava del matrimonio del figlio di Antonio Pelle, detto Gambazza, di San Luca, che aveva invitato ben 2.700 persone da ogni parte del mondo. Un matrimonio rimasto nella storia. [Continua in basso]

Antonio Pelle, detto “Gambazza”

Solo per consegnare le buste agli sposi a fine cerimonia – ha ricordato Cortese – bisognava fare una fila di un’ora e mezza. Ma quando Antonio Pelle, alias Gambazza, ci riconobbe, ci tolse dalla fila e ci fece accomodare accanto ai familiari più intimi a bere champagne, in segno di rispetto e amicizia nei confronti di Nicolino Grande Aracri. Solo di buste gli sposi raccolsero qualcosa come 400 milioni di lire”.

LA PROGRAMMATA RAPINA DA TRE MILIARDI

Riguardo ai legami con i vibonesi, Angelo Cortese ha ricordato che negli scorsi anni il boss di Cutro, Nicolino Grande Aracri, aveva organizzato l’assalto armato ad un portavalori che trasportava circa tre miliardi di lire. Del “commando” dovevano far parte anche “persone di Sant’Onofrio e fra gli organizzatori c’erano pure Mimmo Bonavota, Luigi Bonaventura di Crotone, più altra gente dei Serraino di Reggio Calabria”. L’arresto di Angelo Cortese da parte delle forze dell’ordine ed il ritrovamento di diverse armi fece però fallire il colpo.

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