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Assoluzione perché il fatto non costituisce reato. Questa la decisione del Tribunale collegiale di Vibo Valentia (Macrì presidente, giudici a latere Bertola e Maccarone) che vedeva imputato Francesco Fattore, 72 anni, di Roma, chiamato a rispondere del reato di bancarotta fraudolenta. L’ufficio di Procura aveva chiesto al Tribunale la riqualificazione del reato nella bancarotta documentale semplice con conseguente dichiarazione di estinzione per intervenuta prescrizione. I giudici sono stati però di diverso avviso e, in totale accoglimento delle argomentazioni difensive prospettate in aula dall’avvocato Marianna Zampogna, hanno assolto nel merito l’imputato con formula ampia. Secondo l’accusa, Francesco Fattore in qualità di legale rappresentante e liquidatore della “Cooperativa Romana Autotrasporti 94 a.r.l.” – dichiarata fallita dal Tribunale di Vibo Valentia con sentenza datata 8 gennaio 2015 – avrebbe tenuto le scritture contabili dell’azienda in modo tale da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari, procurandosi un ingiusto profitto e arrecando così pregiudizio ai creditori. Tra le fonti di prova portate in aula dall’ufficio di Procura vi era la relazione del curatore fallimentare e l’esito delle indagini svolte dalla Guardia di finanza. L’impianto accusatorio non ha tuttavia retto al vaglio del Tribunale e, nonostante l’avvenuta prescrizione del reato, è prevalsa la formula assolutoria più ampia – così come richiesto dall’avvocato Zampogna – poiché “il fatto non costituisce reato”. Tra 90 giorni il deposito delle motivazioni della sentenza.

