È un paesaggio lunare, desolante, quello che si scorge lungo la Sp n. 17 percorrendo parte del territorio comunale di Drapia. Il grande incendio che per due giorni ha asserragliato la frazione di Caria ha trasformato in cenere tutta la vegetazione che la circondava. «Partendo da località “Torre Galli”, attraversando Caria e le curve che conducono a Brattirò e poi, ancora, tutta la zona delle fiumare fino alla parte alta di Gasponi ed ancora verso il ponte che collega con Drapia capoluogo, il territorio è completamente devastato». A parlare, con estrema disperazione e stanchezza fisica è il sindaco di Drapia, Alessandro Porcelli che per «per due giorni interi, assieme alla popolazione interessata e ai carabinieri di Tropea» ha lottato per difendere il territorio: «Ho telefonato chiunque, implorando un intervento tempestivo di canadair o elicotteri che permettesse, dal cielo, di placare le alte fiamme che, avviluppando la vegetazione, minacciavano seriamente le abitazioni, le stalle, le attività, ma ieri era tutta la Calabria a bruciare e i Vigili del fuoco erano impegnati ovunque, lavorando in condizioni estreme pure loro, per cercare di salvare quanto più possibile la nostra natura dalla mano dei criminali che hanno appiccato, forse per sadico divertimento, un’infinità di roghi. Le condizioni climatiche perfette di ieri poi, incluso il vento, hanno dato dato manforte e cancellato ettari ed ettari di macchia mediterranea ovunque».

Ieri l’abitato di Caria era nella morsa del fumo e delle fiamme che, nuovamente nella notte, complice pure il vento, hanno ripreso vigore. «Le persone erano tappate in casa, non si poteva respirare». Il cielo era colore del fuco. «La prima squadra dei Vigili del fuoco, proveniente da Serra San Bruno – prosegue ancora nel suo racconto a Il Vibonese Porcelli – è riuscita a raggiungere Caria stanotte verso le 3. Un’autobotte che ci è sembrata la salvezza, nel pieno dell’inferno. Stamane poi ho ricevuto la chiamata da Calabria Verde attorno alle 6, da lì a poco sono partite le ispezioni con il direttore operativo a terra, Vincenzo Comerci, che ha preso contezza della situazione per poi guidare l’elicottero, giunto alle ore 8, per spegnere le fiamme ancora purtroppo presenti. Per adesso siamo tranquilli, anche se la situazione è davvero preoccupante, nel senso che le operazioni di spegnimento sono proseguite e le condizioni climatiche pare stiano cambiando. Speriamo in bene». Ma la mano dell’uomo appare in tutta la sua evidenza: «Quasi il 40% del nostro territorio è oramai cenere – ha aggiunto con profondo rammarico Porcelli, facendo una stima ipotetica dei danni -. Il fuoco, partito da “Torre Galli” ha fatto completamente il giro, minacciando Spilinga poi fortunatamente rimasta incolume. La felce preistorica di Caria mi auguro sia rimasta in salvo, anche se non è semplice per ora esplorare la zona e avere certezza di questo».

Macchia mediterranea, ulivi e animali selvatici cancellati ferocemente

«Fortunatamente nessuno è rimasto coinvolto e, su Caria, quanti hanno avuto la necessità di spostare preventivamente gli animali dalle stalle è stato aiutato tempestivamente. Purtroppo eravamo soli, ci siamo uniti come potevamo, con i carabinieri di Tropea che ci hanno aiutato a pressare le autorità affinché s’intervenisse, ma avevamo disperatamente bisogno di interventi aerei per tutelare il territorio e tutti erano impegnati a fronteggiare ovunque l’emergenza». La zona dei mulini, l’area del “Barone”, “Fossu ‘o chiuppu” e le fiumare sono stati altri bersagli nell’avanzata delle fiamme, ma per Porcelli «l’incendio nella zona del torrente Burmaria, fra l’abitato di Gasponi e l’ingresso a Drapia capoluogo è stato un altro colpo al cuore. Lì abbiamo temuto seriamente per entrambi gli abitati e per i turisti alloggiati nel vicino villaggio».

Anche questo è uno dei luoghi preferiti dai piromani e le recenti cronache dimostrano come, specie nella fiumara tra Gasponi e Drapia, le fiamme incanalate in quel punto possono facilmente scendere a valle e raggiungere il vicino abitato di Tropea. «Fortunatamente questo non è successo – ha poi concluso Porcelli -, ma la devastazione è immensa e profonda anche nel nostro cuore, non solo attorno a noi, perché a farne le spese sono stati anche molti animali selvatici. Ringrazio immensamente tutte le autorità che sono intervenute, in qualsiasi modo e mi auguro seriamente che tutto questo non accada più e che si possa individuare i responsabili di questi crimini perché per quanto ci si possa organizzare e unire le forze, fronteggiare un inferno del genere a mani nude è letteralmente impossibile oltreché rischiosissimo per tutti».