di Ernesto Mastroianni
Una segnalazione dalla Questura, il concerto vietato in un locale a Bivona (Vibo) e l’annuncio – da parte di Teresa Merante, cantante neomelodica – della querela indirizzata al sindaco Enzo Romeo. Sono questi i passaggi salienti della vicenda che coinvolge il primo cittadino di Vibo e l’artista.

Il provvedimento del sindaco, si ricorderà, erastato adottato dopo una segnalazione della Questura di Vibo Valentia, che aveva informato del concerto l’Amministrazione comunale. L’ente, sull’evento in programma nella frazione costiera, da quanto emerso, non aveva ricevuto alcuna comunicazione preventiva dello spettacolo da parte degli organizzatori. Da qui l’ordinanza sindacale.

Motivi di ordine pubblico, scandiva il provvedimento vergato dall’inquilino di palazzo Razza. Ma l’artista, che crede nella musica popolare uno strumento di riscatto culturale e sociale, si difende e annuncia querela. Noi l’abbiamo intervistata.

Dopo anni di successi, le è stata vietata un’esibizione pubblica. Cosa è successo a Bivona?
Mi è stato comunicato che non potevo partecipare a un evento già annunciato. Il sindaco ha firmato un’ordinanza che mi impediva di salire sul palco, parlando di motivi di ordine pubblico. Ma nel testo vengono espresse affermazioni molto gravi sul mio conto, che ledono profondamente la mia persona e la mia reputazione.

Cosa viene detto in quell’ordinanza?
Che la mia presenza potrebbe generare preoccupazione, disordine e tensioni. Si parla addirittura di “offesa ai valori della legalità”. Una cosa assurda, che mi ha profondamente ferita. Anche perché chi ha scritto quell’atto non conosce affatto il mio repertorio attuale.

È vero che in passato ha interpretato brani legati al cosiddetto “canto di malavita”?
Sì, ma va chiarito: si tratta di un genere musicale che esiste dagli anni ’70. Quando è nato, io non ero nemmeno nata. Alcuni di quei brani li ho interpretati nei primi anni della mia carriera, come ricerca musicale e culturale. Ma da circa quattro anni ho deciso di escluderli completamente: non fanno più parte del mio repertorio, né dei miei canali ufficiali.

Ha rimosso anche il brano “Latitanti”, di cui si è parlato?
Sì, è stato rimosso da tempo. Ho compiuto una scelta artistica e personale precisa: raccontare la Calabria attraverso la sua musica tradizionale, quella vera, fatta di memoria, festa e sentimento popolare. E i miei numeri sui social – quasi 400 mila follower e oltre 50 milioni di visualizzazioni – dimostrano che il pubblico ha capito e apprezzato questa evoluzione.

Ha annunciato querela contro il sindaco. Perché?
Perché quanto scritto nell’ordinanza è molto grave. Non si possono usare certi termini nei confronti di un’artista che non ha mai creato alcun problema, che lavora con passione e che rispetta la legalità. Il mio avvocato ha già depositato querela per diffamazione.

Continua a leggere su LaCnews24.it