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È da brividi la testimonianza raccolta da Repubblica di una ragazza che insieme agli amici è stata la prima a soccorrere la trentenne torinese che il 7 agosto scorso ha partorito da sola nelle acque di Caulonia.
Si chiama Maria Vittoria Raso, ha 20 anni, è di Cittanova, e quella notte d’agosto era sulla spiaggia insieme agli amici a guardare le stelle. «Era quasi l’una di notte – ha raccontato a Romina Marceca per Repubblica -. Noi sei eravamo seduti sulla sabbia, stavamo chiacchierando. Nel buio abbiamo intravisto una figura femminile entrare in acqua, aveva lunghi capelli neri e maglietta scura molto larga. Era un po’ insolito ma abbiamo creduto che volesse solo rinfrescarsi o che fosse di un’altra religione. Ma quando abbiamo sentito la bambina piangere, siamo scattati in piedi. Lei era confusa, aveva il cellulare in mano con la torcia accesa e ho visto nel buio le braccia della piccola stese verso l’alto. Quello che ci ha sconvolti è che questa donna non ha emesso nemmeno un urlo durante il parto. Sembrava solo una donna in acqua. Mai avrei immaginato che dal mare uscisse con una bambina in braccio».
L’immagine che le è rimasta più impressa è quella di lei che stringe tra le braccia quella bimba appena nata: «Una testa così piccola non l’avevo mai vista. Ho pianto mentre la stringevo e pensavo che io e i miei amici avevamo salvato una vita». «Sentivo un odore nuovo attorno a me – continua nell’intervista -. In quel momento mi ha dato la bambina, ho buttato zaino e cellulare a terra, l’ho presa, ho pianto. Era avvolta in una felpa e poi le abbiamo messo attorno anche l’asciugamano di un mio amico. Aveva ancora gli occhi chiusi e era tutta ricoperta di una sostanza bianca mista a sangue, muoveva appena le mani».
Un’esperienza indelebile per la ventenne di Cittanova: «Sono tornata a casa alle 3. Ho svegliato mia mamma, mi sono messa a piangere e le ho detto quello che era accaduto. Mi ha abbracciata e mi ha sussurrato: ‘Sei stata coraggiosa’. Per me da adesso il 7 agosto sarà una giornata importante. Una bambina così piccola, la terrò forse solo se un giorno partorirò».
La piccola, chiamata Fabiana dal personale dell’ospedale di Locri dove è stata curata nei primi giorni di vita, sta bene. Ma la mamma aveva già deciso di non tenerla con sé e ha confermato questa scelta ai medici calabresi. Ora la bambina è stata affidata a una famiglia in attesa che decorra il termine entro il quale la madre può ripensarci. Poi verrà data in adozione.

