Sia per le aziende della sanità convenzionata che per Antonino Daffinà è questione di fatturato: ed è proprio sul fatturato che si concentrano, almeno in parte, i rilievi della Guardia di Finanza in una delle informative depositate nell’inchiesta della Procura di Catanzaro che ha gettato nel panico la Cittadella regionale.
Accanto alle verifiche c’è un’annotazione esplicita: sia il commercialista che la Administration & Consulting srl (che sarebbe controllata dal professionista) avrebbero visto crescere «esponenzialmente» il proprio fatturato a partire dalla fine del 2021, cioè da quando – è questa l’annotazione dei militari – Roberto Occhiuto è stato eletto presidente della Giunta regionale. È una delle tracce investigative seguite dagli investigatori proprio alla luce del rapporto tra il governatore e il sub commissario nazionale alla depurazione. Decine di intercettazioni – alcune delle quali nell’ufficio del presidente della giunta regionale – avrebbero mostrato che Daffinà è al centro di una rete rapporti: una sorta di collante tra alcune persone con ruoli istituzionali alla Regione e altre che gli si rivolgono da tutta la Calabria e soprattutto dal Vibonese. Si tratta di privati e imprenditori che gli avrebbero affidato questioni da risolvere grazie ai suoi rapporti alla Cittadella regionale.

I finanzieri appuntano che il manager sarebbe solito «interessarsi in favore di terzi che mirano a ottenere specifici provvedimenti pubblici, tra cui contrattualizzazioni o assunzioni». Una parte degli interessi si concentra sul settore sanitario. Ancora una volta gli approfondimenti seguono i flussi di denaro e sottolineano che «notevoli importi» sarebbero stati corrisposti al commercialista da Formedial Co srl e Romolo Hospital srl (non indagate): Daffinà – è sempre l’ipotesi investigativa tutta da dimostrare – «sembra essersi interessato per agevolarle nell’ottenimento di provvedimenti da parte commissario ad acta Occhiuto ovvero del dipartimento Tutela della salute della Regione Calabria». Viene menzionata anche la Tirrenia Hospital (non indagata), che avrebbe versato «ingenti somme di denaro» a La Fenice srl, altra società nell’orbita di Daffinà, nel 2023. Continua a leggere su LaCnews24.it