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“Stratega” della politica locale e pienamente attivo anche nelle ultime elezioni amministrative del giugno 2024, ma al tempo stesso soggetto capace di elargire per anni doni e omaggi anche al boss indiscusso del paese. E’ quanto emerge da due inchieste della Procura di Vibo Valentia sulla figura dell’ex sindaco di Cessaniti, Francesco Mazzeo, nei cui confronti è stato chiesto il rinvio a giudizio per i reati di calunnia aggravata, sostituzione di persona, diffamazione, violazione di sigilli, violazione della pubblica custodia di cose. Inchieste dai risvolti clamorosi, condotte dai carabinieri del Norm del comando provinciale di Vibo Valentia: una per far luce su una serie di azioni criminose nei confronti di due sacerdoti e persino del vescovo, l’altra per risalire all’autore delle missive anonime (o con nomi reali ma di persone ignare di tutto) inviate a Prefettura, carabinieri, Procura e Diocesi.
Mazzeo intercettato pure in auto

La prima inchiesta si è concentrata su diverse azioni criminali di crescente gravità iniziate nel novembre del 2023 a Cessaniti. Si tratta di due danneggiamenti dell’auto di don Felice Palamara, di quattro esposti inviati al vescovo (oltre al ritrovamento di un proiettile nel cortile della Diocesi di Mileto), di due lettere minatorie contenenti una lama di taglierino ricevute da don Francesco Pontoriero e don Felice Palamara, infine della presenza di candeggina nelle ampolle, in uso a don Felice Palamara durante la celebrazione della messa, e nel calice utilizzato per l’offertorio in chiesa. Episodi rispetto ai quali l’inchiesta non è riuscita al momento ad individuare gli autori, ma che permette però di svelare retroscena che mostrano chiaramente una netta linea di continuità tra l’attuale amministrazione comunale di Cessaniti, guidata dal sindaco Enrico Sorrentino (eletto nel giugno 2024) e l’ex primo cittadino Francesco Mazzeo, dimissionario il 18 agosto 2023 a seguito delle risultanze investigative dell’inchiesta Maestrale-Carthago sulla sua amministrazione.

L’attuale sindaco Enrico Sorrentino era stato immortalato dagli investigatori dell’Arma il 3 Gennaio 2024 mentre si trovava davanti alle Poste di Vibo di via Dante Alighieri in compagnia di Francesco Mazzeo, quest’ultimo in fila ad aspettare il proprio turno per spedire due lettere anonime (contenenti, per i carabinieri e la Procura, accuse calunniose) alla Prefettura ed al comando provinciale dell’Arma. Nell’ambito dell’inchiesta per far luce sulle intimidazioni a due sacerdoti di Cessaniti, i carabinieri e la Procura hanno ottenuto l’autorizzazione ad intercettare non solo il telefono di Francesco Mazzeo, ma anche la sua auto, una Mercedes C220. E’ così che vengono fuori le “sorprese” più clamorose che gli investigatori dell’Arma non ci pensano due volte a mettere nero su bianco.
Mazzeo “deus ex machina delle Comunali”

E’ il 26 maggio 2024 – a pochi giorni dalle elezioni comunali dell’8 e 9 giugno – e l’indagato Francesco Mazzeo “arresta la marcia del veicolo per dialogare con un soggetto esterno all’autovettura riferendogli di essere in procinto di recarsi da tale zio Enrico”, persona che i carabinieri identificano nell’allora candidato a sindaco Enrico Sorrentino (già assessore e consigliere comunale nelle due precedenti amministrazioni guidate da Mazzeo). Dopo aver chiesto voti per l’allora candidato al Parlamento Europeo, Denis Nesci, l’ex sindaco Francesco Mazzeo intrattiene con un soggetto, ancora da identificare, una serie di conversazioni dalle quali – per gli inquirenti – emerge “l’influenza ancora oggi esercitata da Mazzeo Francesco all’interno della compagine politica cessanitese, deus ex machina dell’unica lista in corsa per le amministrative comunali denominata Per Cessaniti”. L’ascolto delle intercettazioni permette agli inquirenti di “rilevare pienamente la figura di Francesco Mazzeo come quella di uno stratega della vita politica cessanitese, tanto da essere contattato da un soggetto in fase di identificazione al fine di dissipare i dissidi interni creatisi tra i vari candidati. La figura di Mazzeo viene infatti chiamata in causa principalmente quale mediatore al fine di rammentare nuovamente e singolarmente a ciascun candidato le istruzioni da lui impartite a tutti nell’ambito della ricerca dei consensi elettorali, ma anche – rimarcano gli inquirenti – quale figura di consulto per la redazione del programma elettorale”. Si tratta di passaggi importanti poiché l’allora sindaco, Francesco Mazzeo, si era dimesso dalla carica di primo cittadino nell’agosto 2023 proprio per evitare l’invio di una Commissione di accesso agli atti da parte della Prefettura di Vibo al fine di accertare eventuali infiltrazioni mafiose nella vita dell’ente a seguito dell’inchiesta Maestrale-Carthago. Invio evitato e Comune infatti guidato dal solo commissario prefettizio Sergio Raimondo (anche lui destinatario di missive calunniose) sino all’insediamento del nuovo sindaco Enrico Sorrentino, a capo dell’unica lista presente alle elezioni del Giugno 2024, compagine politica – come svelato dagli investigatori attraverso le intercettazioni – fortemente voluta e sostenuta da Francesco Mazzeo, consultato persino “per la redazione del programma elettorale”.
La mediazione di Mazzeo per i voti del Giugno 2024

Le intercettazioni hanno poi permesso di acclarare – lo mettono ancora una volta nero su bianco gli investigatori dell’Arma coordinati dal pm Filomena Aliberti – la “supremazia nell’ambito politico cessanitese del monitorato Francesco Mazzeo, corroborata anche da altra captazione” nella quale un soggetto si “interfaccia con il monitorato al fine di mediare la raccolta di voti per conto della candidata Alessandra Nadile”. Da tale intercettazione emerge “la supremazia di carattere politico del Mazzeo al quale l’interlocutore si è rivolto al fine di tutelare la candidata Nadile e i consensi elettorali a suo favore”. Dalle intercettazioni emerge infine che Mazzeo suggerisce di cercare “consensi elettorali all’interno della frazione Pannaconi, non potendo il monitorato ricercarli – annotano gli investigatori – nella sua frazione di residenza, ovvero Favelloni, per non ostacolare il candidato Antonio Nicolino”.
L’ex primo cittadino dimissionario Francesco Mazzeo, dunque, quale grande “mediatore delle modalità di raccolta dei consensi elettorali” (lo rimarcano gli investigatori) anche in occasione delle ultime elezioni comunali di Cessaniti del giugno 2024 che hanno visto proclamare a sindaco Enrico Sorrentino. “Io ho fatto questa politica da sempre – rivale Mazzeo nelle intercettazioni – e dove vedo i nominativi dei nostri…non tolgo, io non tolgo”. Per gli inquirenti Francesco Mazzeo nella captazione del 27 maggio 2024 allude al fatto che lo stesso “non toglie voti ad un candidato proponendone un altro della stessa lista elettorale”. Da sottolineare che né Alessandra Nadile, né Antonio Nicolino – attuali consiglieri comunali di Cessaniti (nominati da Mazzeo nelle intercettazioni per la raccolta dei voti) – risultano indagati o coinvolti nell’inchiesta.
I regali al boss di Pannaconi

Dagli atti delle due inchieste (una sulle intimidazioni ai sacerdoti, l’altra sulle missive minatorie) emergono però anche altri fatti di assoluto rilievo. Sono sempre i carabinieri del Norm di Vibo Valentia ad evidenziarlo, ricordando che nell’operazione antimafia Maestrale-Carthago è stato tratto in arresto anche il “capo ‘ndrina di Cessaniti, Francesco Barbieri, 60 anni cugino di secondo grado – sottolineano gli investigatori – di Francesco Mazzeo, ex sindaco del Comune. Francesco Mazzeo è a sua volta nipote di Filippo Mazzeo, anche lui indagato nella stessa operazione di polizia”. Tra gli imputati del maxiprocesso Maestrale-Carthago, con l’accusa di concorso in truffa ai danni di un ente pubblico, aggravata dalla finalità mafiose e dall’abuso dei poteri inerenti la pubblica funzione, figura infatti Filippo Mazzeo, già responsabile del servizio amministrativo del Comune di Cessaniti, nonché zio paterno dell’ex sindaco Francesco Mazzeo. Filippo Mazzeo è a sua volta primo cugino del presunto boss di Cessaniti, Francesco Barbieri, condannato in primo grado a 24 anni di reclusione nel maxiprocesso Rinascita Scott quale capo cosca di Cessaniti in diretto contatto con il boss di Zungri, Giuseppe Accorinti, e con il boss di Limbadi Luigi Mancuso.
“A fronte della ricostruzione dei profili relativi alle infiltrazioni mafiose nel Comune di Cessaniti e della contiguità di alcuni amministratori e dipendenti comunali con la locale articolazione di ‘ndrangheta – ricordano gli inquirenti – in data 18 agosto 2023 Francesco Mazzeo rassegnava le proprie dimissioni dall’incarico di sindaco che lo stesso ricopriva dal 2015”.

Gli investigatori, analizzando il computer sequestrato all’ex sindaco Francesco Mazzeo, si sono però imbattuti anche in altro materiale di rilievo. Più in particolare in alcuni file contenenti gli omaggi e i doni da elargire a diversi soggetti, “verosimilmente in ragione della carica di primo cittadino – annotano gli investigatori – ricoperta in quegli anni da Francesco Mazzeo”. L’ex sindaco in apposite cartelle annotava tutti i regali fatti e, tra gli omaggi (ad ulteriore conferma del legame tra i due), anche quelli all’attuale sindaco, Enrico Sorrentino, destinatario nel 2015 da parte di Mazzeo di una penna, nel 2016 di un portachiavi, nel 2017 di un calendario, nel 2022 di una confezione di vino (selezione Millesimati) e nel 2023 di spumante o similari (“Brindisi in allegria”). In regali ed omaggi l’ex sindaco non si sarebbe davvero risparmiato e nell’elenco dei nomi annotati (con relativi regali) figurano pure parlamentari e consiglieri regionali del Vibonese, due sindaci di Comuni del Vibonese poi sciolti per infiltrazioni mafiose, dipendenti del Comune di Cessaniti, sacerdoti e persino qualche esponente delle forze dell’ordine. Ma è su un nominativo in particolare (posto in cima all’elenco, peraltro) che è ricaduta l’attenzione degli investigatori dell’Arma e della Procura: quello di Francesco Barbieri, il presunto boss di Cessaniti, che lo stesso Francesco Mazzeo (per fugarne ogni dubbio sulla sua identificazione) accanto al nome e cognome indica come Ciccione. Ed è proprio “alla luce del soprannome Ciccione riportato nella colonna Note – sottolineano gli investigatori – che viene identificato Francesco Barbieri, detto Ciccione, alias Carnera, nato a Cessaniti il 21 febbraio 1965, capo della ‘ndrina di Cessaniti intraneo al locale di ‘ndrangheta di Zungri, per come attestato nell’operazione Rinascita Scott, nel cui ambito è stato condannato in primo grado a 24 anni, e nell’operazione Maestrale-Carthago nel cui ambito è attualmente imputato”. In particolare, stando alla cartella ritrovata sul computer di Francesco Mazzeo, il boss di Cessaniti nel 2013 sarebbe stato omaggiato con un “Cofanetto di vino”, nel 2014 con una “Confezione di vini” e nel 2015 (anno in cui Francesco Mazzeo è divenuto sindaco per la prima volta) con altra confezione di vini. E se tra i soggetti cui elargire “gli omaggi”, per gli investigatori “può apparire giustificata la presenza” di diversi politici o sindaci di comuni vicini a Cessaniti, “dall’altro lato è certamente discutibile la presenza in cima all’elenco – sottolineano gli inquirenti – di Ciccio Barbieri, identificato come il capo della ‘ndrina di Cessaniti”.

Vi è infine un particolare di non poco conto: Francesco Mazzeo ben sapeva che Francesco Barbieri, destinatario degli omaggi, veniva considerato il boss del paese. In una delle missive spedite dall’ex sindaco (e per le quali in sede di conclusioni indagini si è assunto la paternità dinanzi alla Procura contestando tuttavia il reato di calunnia) è infatti lo stesso Mazzeo ad indicare testualmente (in quella apocrifa a firma del parroco di Favelloni, don Berardi, per la precisione, il quale ha disconosciuto qualunque esposto a suo nome sporgendo denuncia) Francesco Barbieri come “il boss di Cessaniti”. Missiva spedita a Prefettura e Procura. Fatti, anche questi, che saranno al centro dell’udienza preliminare fissata dinanzi al gup del Tribunale di Vibo per il 3 luglio prossimo, sede nella quale l’ex sindaco Francesco Mazzeo potrà difendersi dalle accuse mosse nei suoi confronti dal pm Filomena Aliberti. Per altro versante, invece, attesa l’ingerenza di Francesco Mazzeo nelle ultime elezioni comunali di Cessaniti (giugno 2024, lista unica guidata da Enrico Sorrentino) dove – secondo quanto messo nero su bianco dagli investigatori dell’Arma – viene delineata la sua figura quale “mediatore delle modalità di raccolta dei consensi elettorali” e soggetto consultato pure “per la redazione del programma elettorale”, gli atti delle inchieste potrebbero presto finire all’attenzione del prefetto di Vibo, Anna Aurora Colosimo, per le valutazioni di competenza.


