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Associazione mafiosa e traffico di droga, ma non solo. Gli affari dei clan confederati dei Pesce e dei Bellocco si estendevano anche all’interno del porto e nella grande distribuzione alimentare, allungandosi fino al pizzo sulla compravendita di terreni, soprattutto agricoli. Sono 23 le condanne (sei le assoluzioni) stabilite in Appello dal filone abbreviato dell’indagine “Handover”, coordinata dalla distrettuale antimafia dello Stretto e condotta sinergicamente da polizia, carabinieri e guardia di finanza.
Un’inchiesta importante che, nel 2021, aveva messo in luce come i tentacoli del clan egemone a Rosarno avessero infiltrato molte delle attività economiche dell’area. A partire dai lavori da effettuare all’interno del blindatissimo porto di Gioia, che secondo l’accusa erano finiti nel mirino della cosca. Le indagini poi avevano disvelato il piano portato avanti dagli uomini del clan per costituire una sorta di monopolio nel settore della grande distribuzione alimentare: favoriti da un gruppo “imprenditoriale” siciliano che aveva manifestato l’intenzione di espandere il proprio raggio d’influenza anche da questa parte dello Stretto, i Pesce e i Bellocco avrebbero stretto accordi per favorire l’ingresso dei siciliani per poi, grazie ad una serie di società di comodo, espandere la propria influenza anche alla gestione di tutte le attività connesse alla Gdo.

