Sei richieste di processo con rito abbreviato sono state avanzate dai difensori dei rispettivi imputati nel corso dell’udienza preliminare relativa all’operazione antimafia denominata Habanero contro i clan delle Preserre vibonesi. In particolare, dinanzi al gup distrettuale di Catanzaro, Piero Agosteo, hanno avanzato al giudice richiesta di ammissione al rito alternativo (che comporta in caso di ammissione e di condanna uno sconto di pena pari ad un terzo), i seguenti imputati: Cristian Capomolla, 37 anni, di Acquaro (avvocato Antonio Barilaro); Francesco Tarzia, 43 anni, di Acquaro (la cui posizione è stata ora riunita dopo un precedente stralcio, difeso dall’avvocato Beatrice Biamonte); Vincenzo Pisano, 31 anni, di Gerocarne (avvocati Sandro D’Agostino e Ilario Tripodi); Sandro Ganino, 41 anni, di Acquaro (avvocato Michelangelo Miceli); Domenico Fusca, 44 anni, di Dasà (avvocati Nicola Pistininzi e Francesco Schimio); Giorgio Galiano, 50 anni, di Vibo Valentia (avvocato Sergio Rotundo). Il gup si è riservato la decisione sull’ammissione al rito abbreviato nell’udienza fissata per il 13 maggio. Al contempo, nel corso dell’udienza preliminare, si sono registrate le richieste di costituzione di parte civile da parte di alcuni Comuni nei cui territori avrebbe operato l’associazione mafiosa, che fa capo al clan Maiolo di Acquaro ed Emanuele di Ariola di Gerocarne e Sorianello, o dive si sarebbero consumati alcuni dei fatti criminosi oggetto delle contestazioni da parte della Dda di Catanzaro. I Comuni che hanno avanzato richiesta di costituzione di parte civile sono: Acquaro, Arena, Dasà, Dinami, Gerocarne, Soriano Calabro, Sorianello e Vazzano. Tra le richieste di costituzione di parte civile anche quella del Ministero dell’Interno, del Commissario straordinario per le vittime del racket e dei familiari della strage di Ariola assistiti dagli avvocati Michele Gigliotti, Paolo Del Giudice e Domenico Talotta. Nel corso dell’udienza preliminare, i difensori degli imputati hanno inoltre sollevato alcune eccezioni preliminari relative alla competenza territoriale. Gli altri indagati che si trovano dinanzi al gup dopo la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Dda di Catanzaro sono: Luciano Barone, 51 anni, di Montesilvano (Pe), difeso dall’avvocato Domenico Intrieri Cataldo; Cosimo Bertucci, 51 anni, di Gerocarne, ma residente a Orbassano (avvocato Giuseppe Damini); Francesco Bertucci, 52 anni, di Gerocarne ma residente a Nichelino (avvocati Luigi Chiappero e Ermenegildo Scuteri); Francesco Capomolla, 42 anni, di Gerocarne (avvocato Betrice Biamonte); Giuseppe Chiera, 37 anni, di Soriano Calabro (avvocati Sandro D’Agostino e Nicola Loiero); Francesco Ciconte, 29 anni, di Sorianello, ma residente a Brandizzo (avvocato Vincenzo Cicino); Cosmo Damiano Inzitari, 48 anni, di Acquaro (avvocato Antonio Barilaro); Rinaldo Loielo, 30 anni, di Gerocarne, residente a Rondissone (avvocato Pamela tassone); Angelo Maiolo, 41 anni, di Acquaro (avvocati Sergio Rotundo e Sandro D’Agostino); Francesco Maiolo, 46 anni, di Acquaro (avvocati Luca Cianferoni e Bruno Ganino); Francesco Maiolo, 42 anni, di Acquaro, residente a Brandizzo (avvocati Sandro D’Agostino e Luca Canzoniere); Luca Marano, 46 anni, di Pescara (avvocato Laura Castellano); Filippo Monardo, 29 anni, di Soriano Calabro (avvocati Pamela Tassone e Nicola Loiero); Nicola Papaleo, 66 anni, nativo di Rosarno (Rc), ma residente a Francavilla al Mare (avvocato Giuliana De Nicola); Rodolphe Pinto, 63 anni, di San Salvo, provincia di Chieti (avvocato Giuseppe La Rana); Francesco Sorleto, 46 anni, di Acquaro (avvocato Sandro D’Agostino); Pasquale Rottura, 31 anni, di Acquaro (avvocati Giuseppe Gervasi e Vincenzo Sorgiovanni); Francesca Silipo, 40 anni, di Acquaro (avvocato Sandro D’Agostino); Giuseppe Taverniti, 48 anni, di Gerocarne, residente a Brandizzo, provincia di Torino (avvocati Francesco Lojacono e Vincenzo Cicino).

I reati contestati

Associazione mafiosa, triplice omicidio plurimo con l’aggravante mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, detenzione illegale di armi e munizioni, spari in luogo pubblico, estorsione aggravata, coltivazione di sostanze stupefacenti, narcotraffico, concorrenza illecita, turbata libertà degli incanti, sequestro di persona e rapina, i reati a vario titolo contestati. L’inchiesta mira a far luce sulle attività illecite concentrate soprattutto nel territorio delle Preserre vibonesi, ed in particolare nei comuni di Acquaro, Gerocarne, Soriano Calabro e Dasà. Tra le contestazioni, la ‘strage dell’Ariola’ avvenuta il 25 ottobre 2003 a Gerocarne, frazione di Ariola, nella quale vennero uccise tre persone – Francesco Gallace, Giovanni Gallace e Stefano Barilaro – e ferita una quarta). La strage sarebbe stata compiuta per volontà dei tre Maiolo e di Gaetano Emanuele. Un’azione di sangue nata – secondo l’accusa – per vendicare le scomparse (lupare bianche) negli anni ’90 di Rocco e Antonio Maiolo, genitori dei Maiolo ora arrestati, uccisi in uno scontro tra clan per il predominio mafioso della zona.

A sostegno dell’impianto accusatorio della Dda di Catanzaro ci sono le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia (Francesco Loielo, Enzo Taverniti, Michele Ganino, Daniele Bono, Diego Zappia, Rocco Oppedisano, Antonio Forastefano e Raffaele Moscato) e l’attività di indagine basata anche su diverse intercettazioni.  I fratelli Angelo e Francesco Maiolo, di 41 e 46 anni, dal mese scorso si trovano ristretti in regime di carcere duro (articolo 41 bis dell’ordinamento penitenziario) e rispondono anche del sequestro di persona ai danni di un esponente del clan Pardea di Vibo Valentia, pestato per vendicare l’aggressione di un soggetto di Acquaro, cugino dei Maiolo.