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Roma, 29 ott. (askanews) - "Benvenuti a Nicotera, provincia di Vibo Valentia, dove inizia la litoranea che conduce a località di mare spettacolari come Capo Vaticano e Tropea ma che è anche il capoluogo della cosca Mancuso, una consorteria mafiosa potentissima che da questo piccolo paese calabrese dipana la sua rete criminale che avvolge non solo Sudamerica e Nord Europa, punto di partenza e di arrivo del flusso principale del traffico di cocaina ma che gode di solide complicità e appoggi a Roma e a Milano". "Strappi", lo Speciale Tg1 di Alessandro Gaeta in onda domenica 30 ottobre alle 23.40 su Rai1, racconta cosa accade nella terra dei Mancuso, dove si può morire carbonizzati o "suicidati" per un piccolo debito di 130 euro o per una parola di troppo detta ai carabinieri, dove non si riesce a fare impresa senza subire le imposizioni della cosca ma dove qualche voce, ancora isolata, prova a dire: basta con la violenza, basta con l'oppressione. Architrave di questo racconto complesso, non solo l'inchiesta giornalistica ma anche l'indagine sociale, che punta a svelare codici, comportamenti, valori che albergano nelle famiglie di ndrangheta. Sono le voci di tre dissociati a raccontare a vario titolo cosa accade nelle case dei duecento affiliati per legame di sangue alla cosca Mancuso. Si tratta di Immacolata Mancuso, che da sempre ha messo un muro tra lei e le abitudini criminali della sua famiglia, della sua ex cognata Ewelina Pytlarz, una ragazza polacca che dopo sette anni di sostanziale riduzione in schiavitù è riuscita a fuggire con sua figlia diventando testimone di giustizia e di Emanuele Mancuso, rampollo predestinato a diventare uno dei capi della cosca che, con l'obbiettivo di strappare sua figlia appena nata all'influenza nefasta dell'educazione mafiosa, da quattro anni collabora attivamente con la Procura di Catanzaro

Puntata interamente dedicata al Vibonese, e a Nicotera in particolare, quella di Speciale Tg1 andata in onda ieri sera. Un reportage intitolato “Strappi”, di Alessandro Gaeta, girato nel “cuore” del clan Mancuso con al centro diverse vicende trattate in questi anni dalla nostra testata. Ad iniziare dal “caso” della cantante folk calabrese Teresa Merante (agli onori delle cronache per testi in cui inneggia anche a latitanti e mafiosi) che nel gennaio dello scorso anno ha girato il videoclip – con il sostegno dell’amministrazione comunale di Nicotera – di una canzone (“Bon Capodannu”) in cui in un passaggio augurava buon anno pure “ai carcerati nelle galere segregati” ed alle loro famiglie. Dopo lo scandalo ed il caso sollevato dalla nostra testata, il sindaco di Nicotera Giuseppe Marasco (che compariva nel videoclip con la cantante mentre brindava calice di vino in mano) si è dovuto scusare spiegando di non aver letto preventivamente il testo della canzone (ed a quanto pare neanche il suo consigliere con delega alla Cultura, Giuseppe Leone – oggi anche consigliere provinciale di Forza Italia – che quel videoclip ha condiviso sulla propria bacheca facebook) [LEGGI QUI: Saluto ai carcerati nel videoclip della Merante, il sindaco di Nicotera ammette la “brutta figura” – Video] [Continua in basso]

Il reportage è continuato dando spazio a Luigia Pagano, mamma dello sfortunato Stefano Piperno, il brillante e giovane educatore di Nicotera, brutalmente ucciso il 19 giugno 2018 con il cadavere trovato carbonizzato insieme all’auto nelle campagne di Comerconi. [LEGGI QUI: Omicidio Piperno a Nicotera, le motivazioni della Cassazione: «Modalità brutali» ].
Luigia Pagano è stata anche la professoressa di Emanuele Mancuso, il giovane “rampollo” del clan Mancuso – figlio del boss Pantaleone Mancuso, alias “l’Ingegnere” – al quale ieri è stato dato ampio spazio nel corso della puntata. Dalla scelta di collaborare con la giustizia nel giugno 2018 (LEGGI QUI: Emanuele Mancuso e l’avvio della collaborazione: arrivano le prime conferme) alle pressioni dei familiari per farlo ritrattare usando quale “arma” la figlia in tenera età avuta dalla compagna Nensy Chimirri (LEGGI QUI: Pressioni su Emanuele Mancuso, ecco le ragioni delle condanne).

Quindi la vicenda del commerciante di Nicotera, Carmine Zappia, con il boss Antonio Mancuso che voleva impadronirsi della sua attività commerciale sino alla coraggiosa denuncia, al processo ed alla condanna [LEGGI QUI: Estorsione: cade in secondo grado l’aggravante mafiosa per il boss Antonio Mancuso].
Il reportage ha mostrato anche vecchie immagini di servizi della Rai in occasione dell’elezione nel 1983 di Francesco Mancuso (cl. ’29), patriarca e fondatore dell’omonimo clan, a consigliere comunale di Limbadi (stava per essere nominato sindaco) pur essendo latitante (quel Consiglio comunale venne sciolto d’autorità dall’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini) [LEGGI QUI: ‘Ndrangheta e politica nel Vibonese: l’autunno “caldo” dell’antimafia]. [Continua in basso]

Spazio pure al matrimonio a Nicotera con gli sposi atterrati in elicottero – senza alcuna autorizzazione – nella piazza accanto al castello. Sposi e matrimonio di cui ci siamo occupati ripetutamente [LEGGI QUI: “Rinascita”: lo sconto al ristorante per gli sposi in elicottero di Nicotera], così come al suicidio di Tita Buccafusca, moglie del boss Pantaleone Mancuso, alias “Scarpuni”. [LEGGI QUI: Il decesso di Santa Buccafusca accolto con sollievo a Briatico: “La febbre è passata”].
In basso il reportage integrale di Speciale Tg1: https://www.raiplay.it/video/2022/10/Speciale-Tg1-6599a094-7639-483f-8171-5ff4a383d933.html?wt_mc=2.app.wzp.raiplay_prg_Strappi

