venerdì,Aprile 19 2024

Un viaggio nell’universo femminile tra letteratura e cronaca

Presentato al Liceo Morelli #iononmuoiodamore, l’ultimo libro del giornalista e scrittore Arcangelo Badolati.

Un viaggio nell’universo femminile tra letteratura e cronaca

Una “lectio magistralis” sull’amore rubato, mettendo in contrapposizione il bisogno di bellezza e di cultura che deve accompagnare i passi di ogni uomo. Quella di Arcangelo Badolati, scrittore e giornalista, tenutasi al liceo Morelli nei giorni scorsi ha sicuramente centrato l’obiettivo di suscitare l’attenzione e l’interesse degli studenti.

Presenti alla manifestazione il prefetto vicario Lucia Iannuzzi, il comandante dei Vigili del fuoco Giuseppe Bennardo e, per la Capitaneria di porto, Gennaro Moccia e Jessica Bertolo con la partecipazione del sociologo esperto del mondo femminile arabo, Enzo Infantino.

Ad organizzare l’evento, in prossimità dell’8 marzo, è stata la docente e giornalista Stella Pagano con la collaborazione del dirigente scolastico Raffaele Suppa. Quest’ultimo, nei saluti ha rimarcato «l’importanza di simili manifestazioni che lasciano un segno indelebile nelle coscienze e nelle valutazioni dei ragazzi verso il bene e il positivo, contro le realtà negative descritte dalle cronache di questo tempo».

Nel corso dell’incontro Arcangelo Badolati ha introdotto il suo libro, #iononmuoidamore parlando delle donne assassinate brutalmente in Calabria e ricordando Fabiana Luzzi, Maria Rosaria Sessa, Roberta Lanzino, attraversando l’universo femminile in maniera originale e muovendosi in maniera alternata tra la letteratura e la cronaca per aiutare a comprendere le devianze criminali e sub-culturali che hanno determinato i femminicidi nel corso dei secoli.

Ha poi analizzato le donne nella storia, quelle che hanno cambiato il volto del mondo con la loro genialità eppure vittime della loro stessa grandezza: Ipazia d’Alessandria, Olympe de Gouges; le madri massacrate dai figli: Patrizia Schettini e Patrizia Crivellaro, anche loro calabresi vittime di una violenza indicibilmente mostruosa. E poi le donne che si sono ribellate alla ‘ndrangheta: Giuseppa Mercuri e Maria Concetta Cacciola. E ancora le donne straniere, quelle senza nome, rese schiave e costrette a prostituirsi per le strade della Calabria.

Badolati scrive: “Le donne sono forti. Non hanno paura delle sfide per trovare quello che hanno nel cuore, non hanno paura nemmeno di soffrire per inseguire i loro ideali. Sono in grado di vestirsi di niente, ma di sembrare tutto. È la loro anima a vestirle di coraggio. Le donne sono forti, lottano da sempre; a volte hanno perso, ma non si sono mai arrese. La loro ‘battaglia’ è contro gli uomini amati che, spesso, si dimostrano incapaci di ricambiarle, di confrontarsi con il rifiuto, con il desiderio. Per questo quegli uomini l’amore lo rubano: alle donne che sanno troppo, a quelle che si lasciano soffocare da sberle giustificate”. Con un monito finale: “Non piegatevi mai. Non dimenticate che la prima vera forma di amore è l’amore verso se stessi”.

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