Un progetto in itinere che punta al recupero della memoria locale. Così tramite la raccolta di reperti, documenti, testimonianze storiche, il Museo della memoria di Parghelia continua a crescere. L’obiettivo è chiaro: si punta al recupero e alla valorizzazione delle tracce del passato. Dopo le sale dedicate al terremoto del 1905 e l’area riservata ai reperti paleontologici, il sito culturale sito lungo via Trento si sta adoperando per realizzare spazi in memoria della marineria e la storia marittima del centro costiero: «Abbiamo già lanciato un appello alla comunità affinchè le persone interessate a donare materiale storico si facciano avanti. I primi riscontri li abbiamo già ottenuti ma resta ancora molto da fare», spiega il referente Vincenzo Calzona. Il recupero della memoria è un processo lento ma in questi anni, il Museo ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per divenire un punto di riferimento per scuole e anche studiosi. Molti dei reperti lì custoditi, infatti, suscitano la curiosità sia degli studenti che della comunità scientifica internazionale. A partire dalle testimonianze paleontologiche con i clypeaster, antenato dei moderni ricci di mare, il reperto di un sirenide (dudongo preistorico) venuto alla luce dal sito di Cessaniti e di un antico elefante, più precisamente uno stegotetrabelodonte, mammifero estinto appartenente ai proboscidati. La sala di paleontologia è dedicata a Mario Bagnato, studioso che insieme al gruppo di paleontologia tropeano, fece muovere i primi passi per la realizzazione del Museo. Con le sue ricerche, inoltre, contribuì a raccogliere tasselli di una storia antichissima, primordiale, ancora tutta da indagare. [Continua in basso]

La storia marittima di Parghelia

Il legame di Parghelia con il mare è assai profondo. La sua storia risale all’epoca normanna e si intreccia con quella di Tropea di cui il paese fu uno dei 23 casali. La società era costituita in modo particolare da marinai, pescatori e agricoltori. Lungo il suo litorale sono ancora visibili i resti di una cava di granito. Il materiale estratto venne utilizzato in molte strutture del Sud, ad esempio nelle città di Siracusa e di Sibari. Ma furono i suoi abitanti a contribuire a proiettare la cittadina ben oltre i confini locali: «Basti pensare che nel 1799, tre pargheliesi Onofrio Colace, Antonio Jerocades e Andrea Mazzitelli, parteciparono alla Rivoluzione Napoletana». Non solo. Il Museo «ospita un focus sul periodo Pre unitario grazie alle gesta di un soldato che seguì Garibaldi fino a diventare colonnello. Medaglie, spade e cimeli militari sono custodite qui».