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Pizzo, la chiesetta di Piedigrotta protagonista oggi dell’iniziativa Chiese aperte: ecco gli orari

L'evento, promosso dall’Archeoclub d’Italia, ha come suo obiettivo la valorizzazione del patrimonio culturale divulgando la conoscenza di luoghi storici e religiosi

Pizzo, la chiesetta di Piedigrotta protagonista oggi dell’iniziativa Chiese aperte: ecco gli orari
Una parte interna della Chiesetta di Piedigrotta

Oggi, domenica 11 maggio, l’iniziativa promossa dall’Archeoclub d’Italia dal titolo ”Chiese aperte” giunge alla sua 31esima edizione. Si tratta di un appuntamento che ha come suo obiettivo la valorizzazione del patrimonio culturale italiano, aprendo le porte di chiese e altre strutture religiose per far conoscere luoghi storici e religiosi con la partecipazione di volontari che guidano i visitatori. Quest’anno l’unico luogo della provincia di Vibo Valentia protagonista dell’iniziativa sarà la chiesetta di Piedigrotta, ubicata lungo il litorale di Pizzo e il gruppo scultoreo che la caratterizza. La chiesa resterà aperta per le visite dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 18.00.

La storia della chiesetta di Piedigrotta

La storia della chiesetta di Piedigrotta affonda le sue radici intorno alla fine del 1600, quando, secondo la tradizione un veliero in navigazione fu sorpreso da una violenta tempesta. A bordo, l’equipaggio – si racconta fosse composto interamente da marinai di Torre del Greco – si rivolse in preghiera alla Madonna di Piedigrotta, la cui immagine era custodita nella cabina del comandante. In cambio della salvezza, promisero di erigere una cappella nel luogo in cui avessero toccato terra. La nave naufragò contro gli scogli e andò in pezzi, ma l’immagine sacra si salvò, venendo ritrovata intatta sulla spiaggia.

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Rispettando il voto, i marinai scavarono una nicchia nella roccia e vi deposero il quadro, con l’intenzione di tornare per costruire un luogo di culto. I pescatori del posto, timorosi che l’immagine potesse essere trafugata, la trasferirono in una grotta vicina, dove realizzarono un piccolo altare. Tuttavia, una successiva mareggiata invase la grotta e riportò miracolosamente il quadro nel punto originario. Così i pescatori decisero di scavare più a fondo nella prima grotta, dando vita a un santuario rudimentale. Vi edificarono anche una torre campanaria, utilizzando la campana recuperata dal relitto della nave naufragata, datata 1632.

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Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, l’artista napitino Angelo Barone, colpito dai racconti tramandati dai pescatori, decise di ampliare la grotta, trasformandola in una vera e propria chiesa. Durante i lavori, lasciò volutamente alcuni blocchi di tufo, che scolpì in statue. L’opera proseguì fino alla sua morte, avvenuta nella primavera del 1915. Il figlio, Alfonso Barone, raccolse il testimone, ampliando ulteriormente la chiesa con nuove statue, capitelli e bassorilievi. Nel 1969, fu il turno di Giorgio Barone, scultore e figlio di Alfonso, rientrato dal Canada che restaurò alcune delle opere esistenti e scolpì due medaglioni che raffigurano Papa Giovanni XXIII e il presidente americano John F. Kennedy.

Il programma

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