martedì,Aprile 30 2024

Mediterraneo crocevia di storia e di culture, l’antropologo Aymard ne parla a Soriano

Un importante seminario internazionale sul “Mare nostrum” sarà ospitato dalla Biblioteca Calabrese alla presenza di diversi studiosi tra i quali il professor Vito Teti

Mediterraneo crocevia di storia e di culture, l’antropologo Aymard ne parla a Soriano
La biblioteca calabrese di Soriano

Sarà a Soriano Calabro sabato 8 aprile, l’antropologo e filosofo Maurice Aymard, direttore dell’“Ecole des Haute Etudes en Sciences Sociales” e docente alla “Sorbona” di Parigi.

Nell’auditorium della biblioteca calabrese, alle ore 18, sarà presentato, dopo i saluti del sindaco Francesco Bartone, dalla professoressa Marta Petrusewicz, docente dell’Università della Calabria di Storia del Mediterraneo, il seminario con il grande storico e filosofo francese, allievo, erede e amico personale di una vita di Fernand Braudel, parlerà su “Le side del Mediterraneo”.

«Il Mediterraneo non cessa di essere un crocevia di mille accadimenti – si legge in una nota di presentazione -. Negli ultimi secoli, i suoi confini si sono resi più prossimi, con tutto ciò che ne consegue in termini di avvicinamento di popoli e culture. Ma ogni medaglia ha il suo rovescio. La prossimità ha anche incrementato i problemi, lo spazio di mare sembra diventato improvvisamente più piccolo, vera e propria zona di confine tra due mondi».

Il Mediterraneo dunque come «grande specchio della storia contemporanea che tanto ha influenzato diverse civiltà e relazioni tra uomini. E ancora il Mediterraneo che oggi dà la possibilità di ripresa economica per avere un futuro. Un mare “sarcofago”. Condizione che esprime il vissuto delle nuove paure collettive più che un desiderio di frontiera. Il “Grande Mare”, di là dell’Unione per il Mediterraneo (il consenso di tutti gli Stati che si affacciano sul quel bacino per definire obiettivi economici, politici e culturali comuni) soffre di un vuoto di progetto».

Al seminario è previsto un dibattito con la presenza di numerosi studiosi tra cui l’antropologo Vito Teti.

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