venerdì,Aprile 26 2024

Decreto aiuti, Draghi: «Bonus da 200 euro per dipendenti e pensionati con reddito fino a 35mila euro»

Il premier commenta il provvedimento approvato dal Consiglio dei ministri: «Le misure affrontano il caro-vita, l'accelerazione dei prezzi dipende in larghissima misura dai prezzi dell'energia»

Decreto aiuti, Draghi: «Bonus da 200 euro per dipendenti e pensionati con reddito fino a 35mila euro»
Soldi, immagine di repertorio da pixabay

«Nel clima di grandissima incertezza che c’è, il governo fa il possibile per poter dare un senso di direzione, di vicinanza, a tutti gli italiani e le azioni, le decisioni di oggi rappresentano bene questa determinazione del governo. In un certo senso, è il senso del governo stesso». Lo ha detto il premier Mario Draghi illustrando il decreto aiuti. «I provvedimenti di oggi affrontano il caro-vita, l’accelerazione dei prezzi dipende in larghissima misura dai prezzi dell’energia. E questo significa che si tratta di una situazione temporanea che va affrontata con strumenti eccezionali». Con il decreto aiuti arriverà un contributo una tantum da 200 euro per dipendenti e pensionati fino a 35mila euro di reddito.

Il provvedimento «vale 14 miliardi, che si aggiungono agli oltre 15 miliardi precedenti: in totale quasi 30 miliardi, senza ricorrere a scostamenti di bilancio», commenta. In più «si estende in molte aree: approviamo liberalizzazioni, riforme nel settore delle energie rinnovabili, che ci permettono di accelerare la transizione ecologica, di fare quello scatto negli investimenti nelle rinnovabili, che contribuiranno a renderci più indipendenti dal gas russo», aggiunge Draghi.

«Credo che questo piano appena sarà pronto in tutti i dettagli può essere reso pubblico, a breve, a brevissimo tempo». Non è una recessione, ma un rallentamento. Già oggi ci sono dei dati che mostrano come a marzo ci siano stati 800 mila occupati in più rispetto a un anno fa. Sono dati positivi. Ci sono segnali di ripresa dell’occupazione a tempo indeterminato.
«Noi cerchiamo la pace, non abbiamo bisogno di riposizionare l’Italia in questo senso, non c’è nessun appiattimento. Le armi sono state avviate da tutti i partner, non devo riposizionare niente. Nessuno di noi vuole abbandonare l’Ucraina. Se l’Ucraina non riesce a difendersi avremo sottomissione e schiavitù di un paese democratico e sovrano e nessuno vuole questo in Italia», conclude il premier.

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