domenica,Maggio 5 2024

Sviluppo, le ricette per rilanciare il Meridione al centro del dibattito con lo Svimez

Nel corso del festival Leggere e scrivere il presidente nazionale Giannola ha fotografato il divario Nord-Sud in un confronto con i sindaci di Vibo e Matera

Sviluppo, le ricette per rilanciare il Meridione al centro del dibattito con lo Svimez

Il gap tra Nord e Sud e i correttivi da adottare sono stati al centro del dibattito dal titolo “Emergenza Sud” nel corso della prima giornata del Festival Leggere e scrivere. Un dibattito affrontato con il presidente dello Svimez Adriano Giannola al quale hanno preso parte il sindaco di Vibo Maria Limardo e il suo collega di Matera Raffaello De Ruggieri. «Cosa dovrebbe fare il Governo per diminuire il gap tra Nord e Sud? In questa finanziaria può fare poco», ha affermato il rappresentante dell’associazione per lo sviluppo del Mezzogiorno. «Va rispettato il parametro per cui la spesa ordinaria al Sud in conto capitale, senza i fondi strutturali, deve corrispondere al 34% della spesa nazionale», ha detto ancora Giannola aggiungendo che nel 2019 il prodotto interno del Nord è aumentato del 3%, mentre al Sud si è perso il 3%. «Se si spende al Sud – ha spiegato – l’effetto è molto più forte. Questo ci dice l’analisi econometrica realizzata da noi che ci pone davanti ad una strategia da adottare. Consideriamo che le regioni forti del Nord, paragonate con il resto d’Europa, stanno perdendo posizioni».

Il rapporto Svimez 2019, infatti, fotografa una «recessione per il Mezzogiorno» dove tra il 2002 e il 2017 sono stati oltre due milioni gli emigrati. A raccontare un Sud non piegato su stesso ma operoso il sindaco di Matera De Ruggieri: «L’autonomia richiesta da alcune regioni del Nord certifica un egoismo territoriale – ha detto – si ritiene di utilizzare energie proprie a discapito di altri. Non possiamo accettare la secessione dei ricchi, come è stata definita. Matera, appunto, era l’esempio dell’arretratezza meridionale, definita la vergogna nazionale. Questo era Matera e non può esserlo il Mezzogiorno. Oggi invece – ha aggiunto – è diventato orgoglio di appartenenza manifestato poi nella designazione a capitale europea della cultura nel 2019. Abbiamo sconfitto tante città e credo che l’elemento partecipativo sia stato determinante, cittadini da comparse in protagonisti».

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