Vibo Valentia verso il porto green grazie alla forza delle onde trasformata in energia elettrica: ecco l’ambizioso progetto
L'obiettivo è quello di far diventare lo scalo vibonese ecosostenibile, sfruttando una tecnologia innovativa grazie alla sinergia tra l'Università Mediterranea di Reggio Calabria e l'Autorità portuale

È passato quasi un mese dalla firma della convenzione che prevede un contributo importante per lo sviluppo del porto di Vibo Valentia. Un’intesa strategica, quella tra il Dipartimento di Ingegneria Civile, dell’Energia dell’Ambiente e dei Materiali (Diceam) dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, il laboratorio naturale di ingegneria marittima Noel e l’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, che segna l’avvio di un progetto ambizioso.
Al centro dell’accordo c’è una serie di studi propedeutici alla realizzazione del prolungamento della diga foranea del porto vibonese. Ma non si tratta di un’opera ordinaria. I nuovi elementi saranno costituiti da cassoni Rewec3, invenzione firmata dal prof Paolo Boccotti, docente emerito dell’Università reggina e fondatore del progetto Noel – Natural Ocean Engineering Laboratory, attivo nell’area dell’ex Tempietto a Reggio Calabria.
Questi cassoni non solo offriranno protezione dalle mareggiate, ma saranno in grado di trasformare la forza delle onde in energia elettrica pulita. Un’idea visionaria, ma perfettamente realizzabile. A confermarlo è il prof Felice Arena, docente del Diceam, che ai microfoni de ilReggino.it ha spiegato: «Vogliamo trasformare la forza del mare, spesso vista come una minaccia, in una risorsa strategica per produrre energia rinnovabile, soprattutto in contesti portuali e costieri. A Vibo abbiamo un vantaggio, perché è già previsto nella pianificazione portuale l’ampliamento che sarà molto importante in termini di specchio acqueo e ci darà la possibilità di inserire in questi cassoni i sistemi di conversione dell’energia».
Il passo successivo sarà la presentazione ufficiale del progetto, con un convegno organizzato insieme all’Autorità Portuale. L’obiettivo? Arrivare a un rapido avvio dei lavori. Se tutto andrà come previsto, il porto di Vibo si candida a diventare uno degli scali italiani a produrre in autonomia l’energia necessaria al proprio funzionamento. Un porto che si muove e funziona col semplice respiro del mare. Un porto, finalmente green.