«La posizione dell’Amministrazione comunale è netta: l’attuale ubicazione dei depositi è divenuta ormai incompatibile con la destinazione dell’area portuale di Vibo Marina». È un passaggio della lettera con cui l’imprenditore vibonese Francesco Cascasi torna sulla questione della ventilata delocalizzazione dei depositi di carburante di Meridionale Petroli, in vista della conferenza dei servizi in programma il 19 dicembre che potrebbe suggellare il rinnovo della concessione per altri vent’anni. Un’ipotesi che, secondo Cascasi, metterebbe a rischio il progetto che sta realizzando: un resort con pontili turistici per 300 nuovi posti barca e un investimento complessivo di 27 milioni di euro, di cui 6 già spesi.

Nella lettera, che Il Vibonese propone in versione integrale, l’imprenditore chiede esplicitamente che alla richiesta di rinnovo della concessione venga opposto un diniego. Dunque, molto di più di una «concessione di breve durata» come suggerito dal sindaco Romeo nelle more che venga realizzata la delocalizzazione degli impianti. Cascasi, comunque, prende atto che serve un periodo di transizione per non pregiudicare l’attività dell’insediamento industriale e i livelli occupazionali ma propone solo «una proroga tecnica della vecchia concessione». Inoltre, anche se velatamente, lascia intendere che qualora i permessi ventennali dovessero essere rinnovati, non è escluso che scattino richieste di risarcimento danni per gli investimenti compromessi. Una partita, questa giudiziaria, che Cascasi in passato ha già vinto.

La lettera

«Caro direttore, la stampa ha dato ampio risalto agli investimenti privati sul porto di Vibo Marina e al condizionamento al quale sono sottoposti per la presenza dei depositi costieri. Il tema si è arricchito anche dalle informazioni preziose che il sindaco ha rilasciato: prima elencando gli incontri e le interlocuzioni avute con gli attori ministeriali e la proprietà della Meridionale Petroli e poi facendo veicolare le osservazioni presentate dal Comune in relazione al rinnovo della concessione.
La posizione dell’Amministrazione comunale è netta: l’attuale ubicazione dei depositi è divenuta ormai incompatibile con la destinazione dell’area portuale di Vibo Marina. Incompatibilità della quale devono prendere atto anche Autorità Portuale e la stessa proprietà della Meridionale Petroli: sarebbe una forzatura innaturale voler continuare a stare laddove non si è più graditi ma neppure tollerati. E per quanto il ruolo formale che la legge assegna al Comune di Vibo Valentia nell’ambito della conferenza dei servizi non sia vincolante bisogna prendere atto che il Comune non solo è il titolare dell’assetto del territorio ma soprattutto è ente esponenziale della comunità delle cittadine e cittadini che vivono e lavorano nell’ambito comunale.
Avverto però nella proposta di rinnovo condizionato il tarlo del cavillo, del litigio, del pelo nell’uovo: cioè di tutti quali tentennamenti, ritardi, scuse, artifici retorici che, una volta rilasciata la concessione, possono poi tornare utili per dire che non ci sono le condizioni per la delocalizzazione.
Pacta sunt servanda ma quante volte assistiamo a recriminazioni, rimpalli, scarico di responsabilità che impediscono la realizzazione di quanto sperato e promesso. Con la conseguenza di lasciare le cose come stanno. Penso che neppure sia possibile tecnicamente il rilascio di una concessione con clausola risolutiva espressa. Inoltre il rilascio della concessione impone di superare, anche se temporalmente, e quindi contraddire la premessa posta dall’amministrazione comunale e cioè l’assenza delle condizioni per il rinnovo.
Allora appare più nitida e coerente una decisione che ponga un diniego al rinnovo della concessione e si proceda a concedere una proroga tecnica in vista dei tempi, già di per sé non brevi, per le procedure di localizzazione.
Inoltre, per tornare agli investimenti privati, la delibera del Consiglio comunale che impegna l’amministrazione alla delocalizzazione dei depositi costieri, ha determinato un affidamento negli investitori che destinano la loro risorse finanziare nella certezza di un processo di bonifica delle aree portuali da tutti quegli elementi di bruttura e inquinamento che fino ad oggi hanno bloccato lo sviluppo.
Affidamento che ha anche una connotazione giuridica dato che, laddove sia disatteso il messaggio veicolato, non solo si bloccano gli investimenti ma potrebbe legittimare anche eventuali azioni risarcitorie. Occorre ancora un altro sforzo di coerenza e la città di Vibo Marina può finalmente trovare nuova vita».