Dall’albero dei tre allampati alle antiche neviere: con Vivi Serra San Bruno nuovo viaggio tra storia e natura
Nel prossimo appuntamento riflettori accesi su siti d’interesse storico e naturalistico nell’area delle Serre vibonesi. Spazio anche ai maestosi abeti monumentali e alle cave degli scalpellini dove un tempo si estraeva il granito


Monte Palanuda, nel massiccio del Pollino, e poi ancora l’escursione da Palmi a Bagnara lungo il sentiero del Tracciolino, itinerario sospeso tra mare e montagna. È stata una primavera ricca quella dell’associazione Vivi Serra San Bruno. Il sodalizio diretto da Mario Papasodaro, infatti, ha registrato in questi ultimi mesi una ulteriore crescita.
Gli eventi promossi non solo sono stati apprezzati e condivisi, ma hanno fatto conoscere ai numerosi partecipanti angoli nascosti della Calabria. Panorami mozzafiato come quello sulle Isole Eolie, Stretto di Messina ed Etna. E poi ancora curiosità legate alla storia locale, al cibo, alle tradizioni. Su questa scia, Vivi Serra San Bruno promuove un ulteriore appuntamento per il 2 giugno. Protagonista questa volta Monte Pecoraro e le Serre Vibonese.
L’albero dei Tre allampati
Tra i momenti più significativi del percorso, la tappa all’albero dei tre allampati. Un luogo che si connette ad una pagina molto triste per la comunità serrese. Nel 1916 tre boscaioli, sorpresi da una violenta tempesta, cercarono riparo sotto un gigantesco albero. Il temporale tuttavia si trasformò in dramma. Un fulmine colpì in pieno l’albero provocando la morte di due boscaioli. Il terzo invece spirò dopo i primi soccorsi. Nonostante il trascorrere del tempo, la comunità non ha mai dimenticato la tragedia.
«Per l’occasione – anticipa il presidente Papasodaro – sarà celebrata una messa nel bosco, rendendo l’esperienza ancora più toccante e suggestiva».
La cava degli scalpellini e le antiche neviere
L’itinerario proseguirà verso altri siti storici e naturalistici che hanno segnato la memoria collettiva di Serra San Bruno, ovvero, «la cava degli scalpellini (qui i blocchi di granito venivano estratti per essere trasferiti nei laboratori e lavorati), gli abeti più alti d’Europa e le antiche neviere «dove anticamente veniva custodita la neve. Veniva posta in grosse buche e schiacciata, si copriva con foglie e in estate veniva tagliata a blocchi per essere venduta ai bar».
Insomma, una full immersion tra storia e natura: «Si tratta – conclude il presidente di Vivi Serra – di un percorso “ad alta quota”, sempre oltre i 1000 metri, alla scoperta di luoghi di grande valore storico e ambientale. Come associazione non possiamo che essere orgogliosi del successo delle nostre iniziative che coinvolgono sempre più appassionati».