venerdì,Marzo 29 2024

Liquami in strada a Bivona e “Progetto Maione”, l’Udc: «Mancano gli espropri»

Il comitato cittadino dello scudo crociato riporta l’attenzione sul mancato avvio dei lavori riguardanti la rete fognaria e sui disagi vissuti dai residenti: «Si rischia di perdere altri 9 milioni di euro»

Liquami in strada a Bivona e “Progetto Maione”, l’Udc: «Mancano gli espropri»

«Abbiamo raccolto, negli ultimi giorni, le lamentele di cittadini del quartiere Pennello e di Bivona circa odori nauseabondi e sversamento di liquami, questi ultimi sia all’altezza di via del Pescatore che provenienti dal torrente Sant’Anna. Tre anni fa avremmo rassicurato la popolazione ricordando che a breve sarebbero partiti i lavori di costruzione di una nuova rete sotterranea che non solo avrebbe risolto la situazione del sovraccarico della rete fognaria del Pennello ma avrebbe, finalmente, separato quest’ultima dalla rete  idrica. Si parla del cosiddetto Progetto Maione, ereditato dalla precedente amministrazione, che prevede lavori per circa 9 milioni di euro. Tre anni fa, infatti, il sindaco Costa annunciò che i lavori sarebbero partiti dal Pennello. Ebbene, oggi il progetto Maione sembra non esistere più. Ci risulta se ne sia parlato mesi fa in una commissione consiliare dove, per giustificare il macroscopico ritardo, sia stata offerta la scusa di un qualche avvicendamento nella direzione lavori». A riferirlo in una nota è il comitato Udc di Vibo Valentia, riportando alla luce l’eterna e irrisolta questione della separazione della rete fognaria da quella della raccolta delle cosiddette acque bianche la cui mancata attivazione continua a creare non pochi problemi in alcune zone della città. 

«Parrebbe – scrive il comitato – che il progetto Maione presenti una falla in itinere di una certa gravità, cioè che manchino gli espropri su alcune piccole aree delle Marinate nelle quali dovrebbero passare parte delle condotte e alcune stazioni di sollevamento. Non abbiamo la certezza che le cose stiano così. Tuttavia un tale ritardo su un’opera progettata definitivamente ed esecutivamente, finanziata e cantierabile, sono ingiustificabili. Ne saranno certamente coscienti tutti, a partire dal sindaco, dall’assessore ai Lavori pubblici e via discendendo. La morale del discorso è che si rischiano di perdere altri 9 milioni di euro destinati a risollevare l’economia del territorio, oltre a un’opera pubblica in grado di far cessare una volta per tutte sia i pericoli per la salute sia storiche situazioni contra legem. Diciamo altri 9 milioni perché, probabilmente, non si tratta del solo finanziamento pubblico che questa amministrazione sta mettendo a repentaglio. Lo diciamo soprattutto ai cittadini, i quali, giustamente, si lamentano di quello che si vede: buche, rifiuti, erbacce. Ma forse è il caso prendano coscienza del fatto che per i nostri amministrazioni queste lamentele siano il male minore, poiché tappando qua e là una buca e decespugliando 10 metri di strada al giorno riescono a nascondere i disastri ben maggiori che stanno combinando. Attendiamo fiduciosi smentita. Naturalmente corredata dalla mappa degli espropri». 

 

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