venerdì,Aprile 26 2024

Giustizia, Gratteri: «Passo avanti ma l’improcedibilità non velocizza i processi»

Il testo sulla riforma, voluto dal ministro Marta Cartabia, ieri sera ha ottenuto la doppia fiducia da parte della Camera

Giustizia, Gratteri: «Passo avanti ma l’improcedibilità non velocizza i processi»
L'ex ministro Cartabia e il procuratore Gratteri

«Il passo in avanti è che, soprattutto nel regime transitorio fino al 2025, i termini massimi di 2 anni per l’appello e di un anno per la Cassazione inizialmente previsti sono raddoppiati per i reati ‘ordinari’ e triplicati per i reati con l’aggravante mafiosa. E certamente un tempo maggiore per celebrare i processi di secondo e di terzo grado darà un po’ di respiro e consentirà di definirne di più, prima che scatti l’improcedibilità». Così il procuratore capo della Dda di Catanzaro Nicola Gratteri, in un’intervista a “Il Fatto Quotidiano”, a proposito della riforma della giustizia, voluta dal ministro Marta Cartabia, che ieri sera ha ottenuto la doppia fiducia da parte della Camera.

Per Gratteri, «è proprio la struttura dell’improcedibilità il peccato originale di questa cosiddetta riforma». E poi spiega: «l’improcedibilità non velocizza» i processi, «anzi li moltiplica incoraggiando le impugnazioni strumentali ad allungare i tempi; si limita a “tagliare” il numero dei processi che potranno concludersi con un accertamento definitivo, vanificando le risorse umane ed economiche investite fino a quel momento, oltre a negare i legittimi desideri di giustizia di tanti cittadini. Se davvero qualcuno avesse voluto processi più rapidi, avrebbe dovuto almeno fissare un “contraltare” per bilanciare i danni ed evitare, almeno a lungo termine, lo sfacelo a cui andremo incontro. Gli interventi devono essere a monte, non a valle – sottolinea sempre il magistrato – non bisogna far arrivare questa valanga di processi in secondo grado».

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