venerdì,Aprile 19 2024

Prefetto di Catanzaro a capo della Prefettura di Vibo, levata di scudi bipartisan

La politica boccia senza appello la decisione del Consiglio dei ministri di nominare Francesca Ferrandino alla guida dell’Utg vibonese mantenendole anche l’incarico nel capoluogo: «Scelta illogica» 

Prefetto di Catanzaro a capo della Prefettura di Vibo, levata di scudi bipartisan

Ha suscitato un’unanime levata di scudi da parte dei politici dei vari schieramenti la decisione del Consiglio dei ministri di affidare la guida della Prefettura di Vibo Valentia all’attuale prefetto di Catanzaro Francesca Ferrandino, mantenendo in capo alla stessa la direzione di entrambi gli uffici. Ad aprire le danze è il senatore di Forza Italia Giuseppe Mangialavori. «Porgo i miei migliori auguri al neo prefetto di Vibo Valentia Francesca Ferrandino – dichiara -, donna dello Stato che ha ampiamente dimostrato il suo valore e il suo alto senso delle istituzioni. Al tempo stesso, però, non posso non esprimere perplessità per la scelta del Governo di affidare a un solo prefetto la guida di due province come Catanzaro e Vibo. Senza nulla togliere alle indiscusse capacità della rappresentante del governo, è indubbio che una provincia come quella di Vibo avrebbe avuto bisogno di un prefetto a “tempo pieno” e in grado di concentrarsi sulle tante criticità del territorio. Purtroppo, come la cronaca quotidianamente ci ricorda – conclude Mangialavori -, la provincia vibonese deve fare i conti con problemi sociali ed economici straordinari ma, soprattutto, con la oltremodo pervasiva presenza della criminalità organizzata, vero freno inibitore di tutto il territorio. Il buonsenso avrebbe dunque dovuto suggerire altre e più razionali scelte al governo nazionale. Mi auguro che la nomina disposta sia soltanto temporanea e che presto anche Vibo possa avere un prefetto privo di ulteriori incarichi istituzionali. Annuncio fin d’ora, comunque, la mia intenzione di interrogare al più presto il ministro dell’Interno, affinché spieghi i motivi di questa decisione».

Dello stesso tenore il parere dell’ex deputato del Partito democratico Bruno Censore che definisce la decisione del Governo: «Una notizia che porta con sé molte perplessità, tenendo presente le prerogative di primo piano che l’Ufficio del Governo è chiamato ad esercitare sul nostro territorio. L’accorpamento che di fatto si è concretizzato, purtroppo, potrebbe essere il preludio di un disegno di unificazione anche formale tra i due Uffici. Ipotesi questa che già avevo combattuto durante il mio mandato parlamentare con tutti gli strumenti messi a disposizione dall’ordinamento e che si era conclusa con la permanenza degli uffici della stessa e di tutti i presidi ad essa collegati. Se tale scelta dovesse concretizzarsi significherebbe un ulteriore impoverimento di una città e di un territorio già interessato da una complessa difficoltà di ordine economico e di tenuta sociale. Con questa decisione, come per gli altri atti assunti da questo Governo sul Sud e sulla Calabria, i fatti smentiscono le parole e gli impegni presi nei mesi precedenti con i cittadini. E’ auspicabile, pertanto – conclude Censore -, un intervento deciso da parte delle rappresentanze parlamentari che possa tutelare la dignità di questo territorio».

Per il leader dei Progressisti per Vibo Antonio Lo Schiavo «I segnali sono evidenti e ripetuti. La provincia di Vibo continua a essere subalterna e ridimensionata. Ultimo in ordine di tempo, la mancata nomina di un autonomo prefetto (in un territorio ad alta densità mafiosa) con l’accorpamento della funzione al Prefetto di Catanzaro. Segnali politici inequivocabili, che dimostrano la debolezza istituzionale del Vibonese. Ma è inutile trovare alibi – aggiunge -: questo territorio, così piccolo, ha un’abbondante rappresentanza politica di deputati e senatori che sono nella maggioranza che governa questo paese e questa regione. Non è sempre colpa degli altri e non serve piangersi addosso, ogni  territorio si tutela con i rappresentanti che si sceglie. Per la gravità della situazione che coinvolge anche il capoluogo di provincia invito tutti i candidati a sindaco e aspiranti consiglieri a superare le divisioni e unirsi in una forte e unitaria manifestazione a tutela del territorio».

E proprio uno dei candidati sindaco di Vibo, Maria Limardo, si è espressa in merito alla decisione del Consiglio dei ministri. «Rischiamo di ritornare sotto il controllo di Catanzaro – ha detto -, chiudendo una stagione di autonomia agognata dai vibonesi per oltre un secolo e conquistata da appena un quarto di secolo. L’ipotesi che con questa decisione si configura di un possibile accorpamento della Prefettura di Catanzaro con quella di Vibo – aggiunge – rischia di allontanare la popolazione dalle istituzioni in un territorio nel quale è invece fortemente necessaria la presenza dello Stato. Una simile ipotesi sarebbe pertanto inaccettabile. Auspichiamo che si tratti solo di una decisione temporanea e che con sollecitudine si proceda alla nomina di un prefetto titolare di Vibo Valentia nel solco degli ultimi autorevoli rappresentanti dello Stato che finora hanno così ben operato».

Anche il mondo sindacale si è espresso. L’esponente della Confsal Giovanni Patania punta il dito contro la rappresentanza politica vibonese. «La decisione del Consiglio dei ministri di affidare la Prefettura al prefetto di Catanzaro – dichiara -, dimostra l’inconsistenza politica dei nostri rappresentanti istituzionali. La Prefettura di Vibo è l’unico baluardo di legalità rimasto in questa provincia ormai al collasso economico e di gestione della cosa pubblica. In una terra come la nostra dove regna l’illegalità diffusa, dove regna il malaffare, dove non esiste la politica, dove la ‘ndrangheta ha un peso enorme sul territorio, si decide di non avere una postazione come la Prefettura. Invito i candidati a sindaco di Vibo Valentia di lasciar perdere le false promesse e di andare, insieme, ad occupare la Prefettura dimostrano di voler bene al territorio».

Prende posizione anche un altro candidato a sindaco, Stefano Luciano: «Ritengo che la nomina del prefetto di Catanzaro su Vibo debba ritenersi ad interim e, dunque, si tratta di un episodio occasionale e temporaneo. Diversamente, saremmo di fronte ad un tentativo anomalo di soppressione di un’istituzione fondamentale che richiederebbe una reazione non soltanto dal punto di vista politico ma, anche, sotto il profilo giurisdizionale. Pertanto, in questa fase, è compito della politica sorvegliare e verificare attentamente le evoluzioni di tale situazione».

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