Crisi idrica a Vibo: dal Comune azione risarcitoria contro la Sorical, ma non solo…

Operai al lavoro sulla condotta dell’Alaco

Il 2 gennaio scorso, a seguito dell’ennesima crisi idrica che aveva colpito il territorio comunale di Vibo Valentia e precedente a quella più drammatica scoppiata la sera del 5 gennaio, che – come si ricorderà –  ha messo  in ginocchio l’intero territorio comunale di Vibo Valentia, la pazienza del sindaco del capoluogo Maria Limardo era già giunta al limite. Queste le sue parole: «In merito alla nuova e improvvisa diminuzione della portata della condotta di adduzione, con conseguente sospensione dell’erogazione dell’acqua ai serbatoi di Vibo Valentia e disservizi e cessazione della fornitura in una vasta area territoriale della città, il sindaco diffida la Sorical». E ancora: «La condotta adduttrice è continuamente oggetto di rotture e disservizi, come verificatosi solo nell’ultima settimana già per due volte. Tutto ciò  non è accettabile soprattutto in periodo drammatico quale quello che le comunità stanno attualmente vivendo. Il non poter disporre di acqua anche per le primarie esigenze della vita costituisce davvero una grave ed inaccettabile ulteriore difficoltà», concludeva il sindaco. E tutto il disappunto del primo cittadino, per per le continue interruzione dell’erogazione dell’acqua potabile, si è poi trasformato in atti formali di «indirizzo» contro la Sorical. [Continua in basso]

Comune verso una azione risarcitoria e non solo…

La giunta comunale ha, infatti, nei giorni scorsi ha dato mandato all’avvocatura comunale «di valutare la ricorrenza dei presupposti al fine di un’azione risarcitoria, anche alla luce delle interruzioni verificatesi negli ultimi cinque anni, per il disagio arrecato agli utenti». L’esecutivo presieduto da Maria Limardo ha dato, inoltre, «mandato all’ufficio del servizio idrico integrato di effettuare una mappatura dei pozzi e delle sorgenti presenti nel territorio comunale e di proprietà dell’ente», nonché di «richiedere-diffidare la Sorical ad una verifica della rete di adduzione oltre ad un eventuale ammodernamento al fine di ovviare alle ripetute interruzioni del servizio per come registrate negli ultimi cinque anni, così come previsto dall’articolo 8 della convenzione tra Sorical e Comune di Vibo Valentia (atto aggiuntivo) e ratificata con delibera commissariale numero 21 del 2 aprile del 2005».

Tra «polverizzazione della gestione del servizio» e «ritardi insostenibili»

Sempre nella delibera approvata dalla giunta di Palazzo Luigi Razza si legge che «il ritardo, ormai decennale, dell’organizzazione del servizio ha generato criticità di enorme entità che espongono sia la Regione Calabria, in quanto socio di maggioranza del gestore all’ingrosso Sorical, sia i Comuni, in capo ai quali continua a persistere la titolarità della gestione dei segmenti a valle della grande adduzione, a notevolissimi rischi di carattere erariale e al mancato accesso alle fondamentali fonti di finanziamento per l’ammodernamento degli asset del servizio». Non solo: «La Regione Calabria, così come sugellato dal Ministero dall’Ambiente, è l’unica Regione d’Italia dove perdura una diffusa polverizzazione della gestione del servizio e registra un ritardo organizzativo insostenibile. In particolare – è scritto sempre nel documento dell’esecutivo comunale – gli enti locali, per i quali è quasi “tecnicamente” impossibile ottemperare, a causa della mancanza di personale e della cronica indisponibilità finanziaria, alle prescrizioni imposte dal regolamento nazionale Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente), sono comunque tenuti al rispetto di quanto disposto dalla legislazione nazionale in termini di qualità del servizio erogato nei confronti della popolazione. Ed il mancato rispetto degli standard minimi ha richiamato le diverse ispezioni da parte di Arera, alle quali sono susseguite, importanti sanzioni, dell’ordine di diverse decine di migliaia di euro, in numerosi comuni calabresi, ultimi tra i quali i Comuni di Vibo Valentia e di Palmi». [Continua in basso]

I giorni dell’emergenza

Nella delibera, infine, l’esecutivo comunale non manca di ricostruire i giorni della crisi idrica: «Dal 6 gennaio 2022 – è scritto – fino alla giornata dell’11 gennaio si è verificata un’interruzione della  fornitura idropotabile da parte di Sorical a seguito di guasti registratisi sull’impianto Alaco che rifornisce la città di Vibo Valentia causando gravi disagi agli utenti oltre alle interruzioni registrate nelle giornate immediatamente precedenti come da comunicazione della stessa Sorical. Nell’ultimo anno, inoltre – viene annotato ancora – numerose sono state le riduzioni di portata o di interruzioni a causa di guasti sulla rete di adduzione che dimostrano l’inefficienza della stessa».

Dopo avere ricordato che la «convenzione, ratificata con delibera commissariale numero 21 del del 2 aprile del 2005, la Sorical si impegnava ad un Piano di investimento sulla rete di adduzione», sempre l’esecutivo comunale fa presente che il «decreto legge 206 del 2005 (cosiddetto Codice del consumo) sancisce che il fornitore «“è responsabile nei  confronti del consumatore per qualsiasi difetto di conformità esistente al momento della consegna del  bene”, stabilendo che “in caso di difetto di conformità, il consumatore ha diritto al  ripristino, senza spese, della conformità del bene mediante riparazione o  sostituzione». Preso atto, quindi, che «l’assenza dell’erogazione dell’acqua, nel caso di specie, provoca un inadempimento contrattuale da parte di Sorical», e che tutto ciò impone all’ente «di intraprendere una serie di misure al fine di ovviare al ripetersi di tali criticità», la giunta del capoluogo ha, come detto all’inizio, deliberato, tra l’altro, di avviare una serie di iniziative mirate a valutare se, esistano o meno, gli elementi per «una azione risarcitoria» contro la Sorical.

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