sabato,Aprile 27 2024

Comune di Vibo, rimodulazione del Piano di riequilibrio: arriva il disco verde dal Consiglio

Con 27 voti favorevoli e 3 contrari, il testo, predisposto per evitare un secondo dissesto e bocciato lo scorso ottobre dalla Corte dei Conti, potrà essere rivisto dall’amministrazione alla luce della nuova normativa

Comune di Vibo, rimodulazione del Piano di riequilibrio: arriva il disco verde dal Consiglio
Palazzo Luigi Razza, sede del Comune

Il Piano di riequilibrio finanziario sarà rimodulato. È arrivato, infatti, quest’oggi il disco verde da parte del consiglio comunale di Vibo Valentia che – con i voti favorevoli di quasi tutta l’aula, hanno votato contro solo i consiglieri del Partito democratico, mentre 27 sono stati i sì – ha dunque deciso favorevolmente in merito alla rielaborazione del documento contabile (che è stato emendato, in quanto il consigliere Giuseppe Policaro, di “Vibo democratica”, ha chiesto una modifica formale, ossia di inviare il testo alla commissione Cospel del Ministero dell’Interno). Un testo presentato  – lo ricordiamo – nel 2019 per evitare un eventuale secondo dissesto e bocciato lo scorso ottobre dalla Corte dei Conti e oggi in attesa del pronunciamento delle Sezioni riunite dopo il ricorso presentato dall’amministrazione contro la delibera dei magistrati contabili, ma che a questo punto decade. Il positivo giro di boa è, però, arrivato dalla Legge di bilancio 2022, la numero 234 del 30 dicembre scorso, che prevede la possibilità di rimodulare proprio Piano di riequilibrio finanziario per quegli enti che lo abbiano approvato prima della dichiarazione dello stato di emergenza epidemiologica da Covid-19. Proprio ai fini di una possibile rimodulazione, è stato inserito in via d’urgenza un punto all’ordine del giorno per il consiglio comunale convocato per questa mattina. La discussione sul punto in agenda è stata aperta dall’assessore al Bilancio Maria Teresa Nardo, la quale ha ribadito che si doveva solo decidere sull’invio della richiesta di modifica. Di come cambiare il testo si dovrà discutere in futuro. [Continua in basso]

Dal sindaco un appello a tutta l’aula a votare favorevolmente il testo

Il sindaco di Vibo Valentia, Maria Limardo

Poi ha preso la parola il sindaco Maria Limardo, che ha parlato da remoto poiché colpita anche lei dal Covid. Il primo cittadino del capoluogo ha, dunque, spiegato che la legge «consente agli enti che abbiano approvato un Piano di riequilibrio prima della pandemia la possibilità di ritirare il testo in qualunque fase esso si trovi, Corte dei Conti, Ministero, Sezioni Riunite. Quindi, si può rimodulare, rivedere alla luce della nuova normativa. Ciò – ha aggiunto Maria Limardo – in quanto la pandemia ha sconvolto tutti i parametri e tutte le proiezioni che potevano essere fatte al momento della redazione del Piano. Quindi, avvalendoci di questa normativa, per la quale mi rivolgo a tutte le forze politiche presenti in consiglio comunale, non solo sottraiamo il ricorso alle decisioni Sezioni Riunite, che non sappiamo di quale natura potessero essere, se favorevoli o meno, ma abbiamo la possibilità di rimodulare il testo sia dal punto di vista del tempo che dal punto di vista degli obiettivi. Aggiungo che essere in una condizione di predissesto ci ha consentito fino ad ora di godere di provvidenze economiche e di provvidenze normative. Inoltre, il percorso che ci siamo posti, cioè quello di andare avanti verso una via virtuosa e quello di tirare fuori la città dalle secche nelle quali si può incagliare, che è quello di un nuovo dissesto, ci stanno dando ragione. Mi rivolgo, quindi, all’aula chiedendo di approvare responsabilmente questo ordine del giorno che consente alla città di Vibo Valentia di rimodulare il Piano. Aggiungo che come amministrazione abbiamo avviato un percorso virtuoso visto che siamo riusciti a richiamare tutti i Fondi vincolati per un importo che può giudicarsi irrisorio che è di circa 250mila euro. Questo ci dice che, alla luce della lotta che stiamo facendo con le unghie e con i denti per togliere la città dalle ombre di un secondo dissesto, stiamo operando per il bene. Quindi – ha concluso il sindaco – rinnovo la richiesta di votare favorevolmente».

Il dibattito con forti richiami alla responsabilità ed espliciti attacchi

Laura Pugliese (Pd)

La prima ad intervenire, tra gli altri, è stata Laura Pugliese (Pd) che ha ribadito la posizione contraria del suo partito, in quanto – ha spiegato -, nonostante sia stata epurata da quegli elementi di criticità che per primi abbiamo evidenziato, non si può consentirne il parere favorevole, perché non si sta facendo una questione di merito ma una questione di metodo. Questa delibera nasce dalla maggioranza, viene imposta a colpi di maggioranza, nonostante oggi il sindaco si appelli ad una unità attraverso un senso di responsabilità. Cara sindaca, – ha tuonato il consigliere dem –  il suo appello me lo sarei aspettato prima che la proposta raggiungesse l’aula, avreste dovuto avere il garbo e il buonsenso di trasferire la delibera prima della sua approvazione nella commissione competente, ove attraverso un confronto, che oggi si è avuto, si sarebbe advenuti allo stesso risultato. E probabilmente una partecipazione più allargata, più inclusiva avrebbe consentito anche a noi oggi di votarla favorevolmente perché sarebbe cambiato il metodo dell’approccio alla pratica amministrativa. Sia chiaro una volta per tutte il Partito democratico non vuole che la città vada in dissesto. Apprezziamo lo spirito sotteso alla delibera, cioè la possibilità di avvalersi di una importantissima opportunità che la legge ci offre, tanti colleghi del Pd hanno già votato favorevolmente, noi ne condividiamo lo spirito ma non possiamo accettare di votare favorevolmente questa proposta perché vorrebbe dire abdicare al ruolo prioritario di controllo sugli atti, di discussione sugli atti, di dibattito e confronto democratico a valle che ci deve essere su atti di così vitale importanza. Non potete, quindi – ha concluso Laura Pugliese –  chiedere il nostro avvallo perché è stato chiesto in ritardo». [Continua in basso]

Lorenzo Lombardo (Forza Italia)

Lorenzo Lombardo (Forza Italia), ha chiarito, invece che bisogna fare emergere il dato politico. Questo emendamento è stato proposto e fatto approvare dal senatore Francesco Boccia, responsabile delle Autonomie locali del Partito democratico, ed è stato fatto approvare per andare in contro nello specifico ad un Comune che è amministrato dal Pd, si tratta del Comune di Lecce. Quindi, si tratta della parte politica che invece qui si oppone a questo ordine del giorno. Possono essere comprese, anche se non accettate, le motivazioni addotte. Però in un gioco delle parti, i consiglieri di opposizione del Comune di Lecce non hanno votato contrario solo perché la proposta proveniva dal Pd. Si sono astenuti. In un certo senso hanno ben compreso l’importanza della norma che dà la possibilità di rimodulare il piano di riequilibrio, hanno addotto solo motivazioni politiche. Il ritardo – ha aggiunto il consigliere di maggioranza – non è dovuto ad una mancanza di volontà nel voler comunicare ai consiglieri perché si è venuti a conoscenza soltanto pochi giorni fa. E non c’erano più i tempi per pensare di mandarlo in commissione, di poter aprire una discussione. Non c’era il tempo materiale per poterlo fare. Quindi, oggi bisognava soltanto prendere atto di questa possibilità che il legislatore mette a disposizione degli oltre 400 Comuni, tra cui Vibo Valentia, ed entrare nel merito eventualmente dopo. Oggi, se siamo arrivati all’ultimo giorno, non c’è una cattiva volontà di mettere da parte i consiglieri, d’altronde ci troviamo davanti una possibilità talmente inaspettata che viene data alla città che – questa la conclusione del consigliere azzurro – non poteva esserci gioia più grande che mettere a conoscenza consiglieri e comunità il prima possibile». Elisa Fatelli (“Coraggio Italia”), si è dichiarata favorevole perché – ha aggiunto – credo di essere una consigliera comunale responsabile. Tanti di noi, seduti nello schieramento di opposizione, oggi voteremo questa pratica. Ma tanti di voi, che dicono di supportare questa amministrazione non sono presenti. Quindi io e quelli come me, siamo consiglieri responsabili che antepongono all’interesse personale il bene della città».

Da sinistra Giuseppe Policaro e Marco Miceli

Marco Miceli (“Vibo Democratica”), dal canto suo, non ha mancato di evidenziare che questa proposta, che offre l’opportunità di rimodulare il Piano di riequilibrio, è sicuramente importante. C’è la possibilità di prolungare la fase di predissesto, ma potrebbe precludere la possibilità di andare in dissesto. Perché se la rimodulazione questa volta sarà fatta in maniera corretta probabilmente sarà accettata dalla Corte dei Conti e potremo scongiurare definitivamente il pericolo di un secondo dissesto. “Vibo democratica” e i consiglieri Domenico Santoro e Silvio Pisani dei Cinquestelle voteremo in maniera favorevole. Noi anteponiamo il bene dei cittadini vibonesi e non c’è motivo di non approfittare di questa possibilità. Ma il dato politico che emerge è che è vero che esiste questa opportunità, ma solo grazie ad interventi legislativi da parte del Governo. Non dobbiamo dimenticare che il precedente Piano di riequilibrio è stato bocciato, è stato ritenuto errato. Ma se si decide di avvalersi di questa opportunità vuol dire che anche la maggioranza ha contezza del fatto che il ricorso probabilmente non sarà accolto. Non dimentichiamoci, quindi, degli errori del passato, non dimentichiamoci che il centrodestra a Vibo governa da 12anni e che se non passerà questa proposta saremo al secondo dissesto targato centrodestra. Degli errori in gestione di bilancio ne sono stati commessi, e di questi errori bisogna farne tesoro. Quindi, in senso altamente responsabile voteremo favorevolmente, ma altrettanto responsabilmente pretendiamo da voi che dovrete cercare di comprendere che è necessario più che mai invertire la rotta, cambiare drasticamente il metodo della gestione della cosa pubblica, perché non possiamo sempre sperare che ci sia poi un intervento salvifico del governo. La cattiva amministrazione ha potato a questi risultati, la cattiva gestione di bilancio è il risultato di scelte strategiche di politiche sbagliate. E tutto questo questa città non se lo può più permettere. È importante che ci sia un netto punto di rottura con il passato e che ci siano gestioni che non siamo più autoreferenziali». [Continua in basso]

Il capogruppo del Pd Stefano Luciano

Quindi, è stata la volta di Stefano Luciano (capogruppo del Pd). Quest’ultimo ha fatto presente che «accanto alla necessità di concentrarsi sui temi amministrativi, non dobbiamo dimenticare che c’è la politica che deve sapere coordinare le posizioni di ciascuno e che è in realtà l’unica grande direttrice che deve muovere anche le posizioni sugli atti amministrativi. E, quindi, il primo profilo che intendo affrontare è quello politico. Noi – ha spiegato l’interessato – abbiamo un grande rispetto per le tutte le posizioni, di tutte le forze che si definiscono di opposizione, perché riteniamo che sia fondamentale gettare le basi per la costruzione di un’alternativa nei riguardi di questo sindaco, nei riguardi di questa amministrazione. Permane, però, un distinguo che non vuole essere segno di una contrapposizione politica. E anzi lo sforzo fatto dai consiglieri va verso la costruzione. Però i tempi ancora non sono maturi perché le posizioni possano essere conformi e, quindi, a noi spetta chiarire la nostra posizione per dire che una forza di opposizione non può costruire rapporti fiduciari quando di mezzo ci sono questioni che attengono il bilancio. Qualunque tipo di fiducia, – ha aggiunto sempre Stefano Luciano – che si pone su una questione di bilancio, è una fiducia di carattere politico non amministrativo. E, pertanto, una cosa è la convergenza di merito sui singoli problemi laddove l’aspetto politico non sussiste. Noi oggi stiamo attribuendo una fiducia di natura politica sulla capacità di questa amministrazione di operare con delle linee strategiche che le consentano di uscire dal dissesto. Quindi, il Pd non è che non vuole, noi siamo contro il dissesto e siamo affinché la città possa uscire dal dissesto. Ma non possiamo dare una fiducia politica a vuoto nei riguardi di questa amministrazione perché ci siamo candidati come soggetti alternativi e perché riteniamo che questa amministrazione non meriti la nostra fiducia politica. Nel rispetto delle posizioni altrui e con la volontà di mettere in piedi un cantiere, anche con gli altri gruppi che si propongono di costruire un’alternativa, dobbiamo fare il Partito democratico. Perché se esiste un cantiere esiste anche una guida politica che deve essere chiara, lineare, trasparente e consapevole.  Quindi non diamo nessuna fiducia politica a questa amministrazione. Non diamo al buio nessun tipo di consenso di natura politica affinché voi possiate operare per uscire dal dissesto. Perché quando si chiede collaborazione e cooperazione per operare una manovra che vada nell’interesse della città, questa non può essere una richiesta contingente legata al momento particolare in cui una maggioranza in grande difficoltà si trova a supportare una direzione e una direttiva amministrativa che va verso un sentire che non si comprende. Non si arriva in Consiglio comunale con una decisione pronta e si dice che è necessario ratificarla per il bene della città».

Per il consigliere dem, insomma, «se si vuole ragionare nell’interesse della città ci sono tempi, ci sono modi, c’è rispetto di alcuni metodi tradizionali affinché si possa costruire un consenso che permetta di arrivare in aula con il rispetto di tutte le sensibilità che compongono il consiglio comunale. Esprimo apprezzamento sulla riforma e sulla passibilità di dare ai Comuni una seconda opportunità. Ma poi la legge va calata nell’ambito della realtà specifica in cui questa deve essere applicata. La valutazione in ordine alla credibilità di chi deve eseguire il Piano di riequilibrio è tutto. E come si fa a dare fiducia ad una amministrazione che ha rettificato il piano di riequilibrio che la corte dei conti ha giudica impraticabile, sbagliato sotto il profilo di merito? Addirittura utilizzando termini come raggiri contabili e quant’altro. Come superiamo il problema della credibilità dell’interlocutore? Quindi, vi presentate in aula senza avere dimostrato di voler collaborare, sconfessando l’operato del vostro assessore, senza chiedere scusa alla città e ai consiglieri comunali per averli trascinati su una strada che ha portato Vibo Valentia ad essere ridicolizzata, pretendereste una fiducia politica su un atto propedeutico al bilancio rispetto al quale – ha chiuso il capogruppo dem – l’opposizione non può che dire alt, non ci sono le condizioni per una fiducia di natura politica».

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