martedì,Aprile 23 2024

Legalità e trasparenza: a Pizzo l’incontro per firmare il “Patto per la Città”

Le forze politiche e le associazioni locali, su impulso di "Libera" e di "Insieme per il bene comune", hanno firmato un documento che «lega, con reciproca responsabilità, il corpo elettorale, i candidati e i rappresentanti eletti, in un rapporto continuo di verifica e progettazione»

Legalità e trasparenza: a Pizzo l’incontro per firmare il “Patto per la Città”

Si è svolto nella terrazza del Castello Murat di Pizzo un incontro, organizzato da Ferdinando Pietropaolo (presidente dell’associazione “Insieme per il bene comune”) e Giuseppe Borrello (referente provinciale di “Libera contro le mafie”), con associazioni, forze politiche e cittadini. Obiettivo è stata la presentazione e la firma del “Patto per la città”, un documento che le associazioni locali e le liste, con i rispettivi candidati a sindaco in vista del voto di domenica 12 giugno, si sono impegnati a sottoscrivere per il “bene di Pizzo”. [Continua in basso]

Presenti all’evento Francesco Muzzopappa (aspirante primo cittadino della lista “Città libera”), Sergio Pititto (aspirante primo cittadino della lista “Adesso Pizzo”) e, delegata da Emilio De Pasquale (aspirante primo cittadino della lista “Domani è oggi” assente per motivi di salute), la candidata consigliera comunale Marika Varvaglione. Oltre a loro, molte associazioni, cittadini ed anche il commissario straordinario di Pizzo Antonio Reppucci, il quale ha riferito: «E’ un iniziativa lodevole, un patto che dovrà fondarsi su legalità e trasparenza, che sono stelle polari nella vita quotidiana». Giuseppe Borrello ha quindi spiegato: «Vogliamo proporre un nuovo modo di intendere la gestione della “cosa pubblica”, nonché l’interlocuzione tra amministratori e cittadini».

Ferdinando Pietropaolo ha poi precisato che «politica è uscire fuori di casa, incontrarsi in un posto comune, discutere sui problemi della città. Non bisogna soffermarsi solo su quello che non va di Pizzo, ma usare le criticità come punto di partenza. Solo così si potrà crescere come comunità». Francesco Muzzopappa ha riferito: «Noi dobbiamo fare come Giovanni Paolo I che parlava con linguaggio semplice per i bambini. E, nel nostro programma, abbiamo utilizzato un linguaggio alla portata di tutti. In più, solo la nostra lista ha stilato questi due punti: museo diffuso e i comitati di quartiere». Sergio Pititto ha poi continuato: «Bisogna confrontarsi con la cittadinanza. Noi con la nostra lista abbiamo anticipato i tempi: abbiamo stipulato un codice etico che ci impegna con gli stessi principi che sono stabiliti all’interno del Patto per la Città, in termini di reciprocità». Marika Varvaglione ha evidenziato: «La linea guida che ha caratterizzato la stesura del nostro programma è stata sempre rappresentata dal principio etico, dalla ricerca della democrazia e dal rispetto dell’avversario. Il principio dell’amministrazione partecipata è stabilito proprio da un elemento programmatico: un referendum propositivo per i cittadini».

Il Patto per la Città è dunque un documento stipulato per l’amministrazione partecipativa e la democrazia ascendente. Ed invero, così si legge all’interno del documento: «Il “patto politico partecipativo” è un impegno concreto che lega, con reciproca responsabilità, il corpo elettorale, i candidati e i/le suoi/sue rappresentanti eletti, in un rapporto continuo di verifica e progettazione, fondamento di un’autentica democrazia ascendente». Il patto è strutturalmente diviso in due sezioni: quella dedicata ai candidati (per i quali sono previsti quattro impegni: pragmatico, etico, democratico e concreto) e l’altra ai cittadini, per i quali è previsto un impegno “generico”, comprendente varie forma di oneri.

Per quanto concerne la prima parte, e dunque l’impegno pragmatico, si legge che i candidati si dovranno soffermare sul programma, sulle regole essenziali di agibilità democratica, aggiornando l’ “agenda politica”, interpellando direttamente sui singoli temi i/le cittadini/e e i gruppi sociali, prevedendo un assessorato con delega alla “cittadinanza attiva”. Si impegnano poi ad accettare il confronto sulle proprie scelte, a esprimere gli orientamenti ideali della delle comunità, sottoscrivere una dichiarazione che certifichi il non trovarsi nelle condizioni di interdizione, ineleggibilità e incandidabilità, a soddisfare tutti i requisiti previsti dal “Codice di autoregolamentazione” nella formazione delle liste approvato dalla Commissione parlamentare antimafia. L’impegno etico, poi, di seguire principi come trasparenza, correttezza per l’utilizzo del denaro pubblico e la moralizzazione dell’attività amministrativa. Ed ancora, evitare forme di clientela, lavorare per il bene comune, assumere atteggiamenti costruttivi a prescindere dal ruolo di maggioranza e/o opposizione, occuparsi dei bisogni del territorio.

L’impegno democratico per il dialogo con i cittadini, per favorire la loro partecipazione ai processi decisionali, per attuare trasparenza economica, sostenere le diverse realtà associative, predisporre nei siti internet una sezione dedicata ai consigli comunali, alle sedute della giunta e delle singole commissioni, dove siano ad esempio inseriti gli ordini del giorno. Ed ancora, per predisporre un regolamento per la valorizzazione e la gestione dei beni comuni, promuovere e sostenere l’utilizzazione ai fini sociali dei beni confiscati alle mafie.

L’impegno concreto, ancora, di orientare l’agire politico per perseguire il decoro della città, la semplificazione e la trasparenza amministrativa, il completamento dei lavori pubblici in essere, l’innalzamento delle percentuale di riscossione delle imposte comunali. Di favorire la valorizzazione del ruolo di volontariato, di onorare e diffondere la memoria delle vittime innocenti della criminalità organizzata e in particolare della ‘ndrangheta, sostenendo anche i familiari delle vittime. Di aggiudicare contratti pubblici di lavoro a favore di imprenditori che hanno denunciato richieste estorsive e collaborato con le autorità, contrastando anche il dilagare della povertà. Si auspica dunque che tali oneri costituiscano la base della futura amministrazione di Pizzo, nonché delle associazioni che la rappresentano e operano e – soprattutto – di tutta la comunità.

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