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Strada del Mare chiusa, Vecchio: «Incomprensibile avversione dalla Provincia di Vibo»

Articolato intervento dell’ex consigliere regionale che mette sotto la luce dei riflettori il tratto della provinciale 23 che attraversa il territorio comunale di Joppolo

Strada del Mare chiusa, Vecchio: «Incomprensibile avversione dalla Provincia di Vibo»
Salvatore Vecchio

«Ritorna di attualità la strada provinciale 23, gravata, a mio parere, – ma vorrei sbagliare – di una incomprensibile “avversione” da parte dell’amministrazione provinciale di Vibo Valentia. Diversamente non saprei spiegarmi perché mai ad ogni effetto “farfalla” debba seguire sempre e comunque, in luogo di una diversa regolamentazione, l’interdizione al transito veicolare e pedonale, con grave pregiudizio nei confronti dei cittadini del Comune di Joppolo ma anche per l’economia già magra e per i cittadini di un più vasto territorio, tra cui quello già conosciuto in Italia e nel mondo, prima ancora della recente denominazione di “Costa degli dei”, come “Comprensorio del Poro—Tropea/Capo Vaticano”. E, perciò, non comprendo perché mai di questa strada, la cui chiusura comporta anche il dilatarsi dei tempi di intervento del 118, del 112, dei vigili del fuoco, ecc., debbano interessarsi/preoccuparsi solo e soltanto il Comune di Joppolo, i suoi cittadini ed i comitati all’uopo costituiti e non anche le istituzioni presenti nella provincia, nonché quanti hanno l’onere della rappresentanza.E neanche comprendo perché mai ci si debba accorgere dello stato di abbandono della strada che viene chiamata “mulattiera” – menomale che c’è!-, provincializzata negli anni “80”, quando era larga nei punti di maggiore criticità circa cinque metri ed era munita di segnaletica verticale ed orizzontale e di guardrails-  solo e soltanto ogniqualvolta, interdetto il transito veicolare sulla sp 23 , si è costretti a percorrerla».  È questo l’incipit di un lungo intervento di Salvatore Vecchio, già sindaco del Comune di Joppolo ed ex assessore provinciale ed ex consigliere regionale. [Continua in basso]

La strada del mare chiusa

Ciò detto «e in attesa che il transito venga ripristinato», Vecchio fa presente di apprendere dalla stampa, «con vivo compiacimento, che finalmente la questione della soluzione definitiva della mobilità su strada nel territorio costiero viene riproposta da più parti e trovo interessanti gli interventi all’uopo spiegati, fra i quali quello, a livello politico, del segretario provinciale del Pd. Anche perché, questi interventi, in qualche modo corrispondono ad alcune mie considerazioni contenute in una mia lettera/proposta, senza esito, del 14 aprile scorso, diretta al consigliere regionale Francesco De Nisi, essendosi egli occupato del problema nell’esercizio delle funzioni di presidente della Provincia di Vibo Valentia, e all’attuale presidente della Provincia; considerazioni  che, unitamente a quelle che di seguito aggiungo, trovo utile richiamare a beneficio di quanti potrebbero avere interesse in direzione della soluzione definitiva del problema. Scrivevo allora – annota Vecchio – che non mi sarei soffermato più di tanto sulla chiusura della strada prolungata per ben 17 mesi, trattandosi di problema che, impulsata dall’onorevole Toninelli, ministro dei Lavori pubblici del tempo, era stato risolto dall’Anas, che aveva provveduto all’eliminazione delle situazioni di pericolo all’epoca esistenti. In effetti, l’Anas in sostituzione della Provincia di Vibo Valentia, proprietaria della strada, ha potuto utilizzare per la messa in sicurezza del costone parte delle risorse finanziarie delle quali l’Ente vibonese era il destinatario finale, giusta l’inattuato accordo di programma quadro del 29 luglio 2002».

In quella sua lettera, l’ex sindaco rilevava, «per un migliore e immediato approccio al problema, che il tratto della provinciale 23 interessato dalla caduta di massi che ne avevano provocato l’interdizione al transito, fa parte del tracciato della cosiddetta “strada del mare”, della quale  il Piano territoriale di coordinamento provinciale, nel disegnare la maglia viaria della provincia di Vibo Valentia, così recita: (essa) :”..si sviluppa lungo la costa sull’asse Bivio Angitola-Pizzo-Vibo Maria-Tropea-Ricadi-Joppolo-Nicotera per arrivare fino a Rosarno, con l’obiettivo di realizzare un collegamento costiero rapido lungo tutta la fascia tirrenica vibonese e l’interconnessione funzionale con la Trasversale delle Serre nei pressi di Tropea consentirà la chiusura a sud della maglia viaria primaria”. In verità e perché non si cancelli del tutto la memoria storica, delle finalità indicate nel Ptcp si era già fatta carico l’amministrazione provinciale di Catanzaro che, ben comprendendo quanto fosse indispensabile garantire lungo la costa sull’asse sopra menzionato la velocizzazione dei collegamenti e la fluidificazione del traffico, negli anni “80” approvava il progetto per la realizzazione della strada finalizzata al “collegamento rapido dal bivio Angitola allo svincolo autostradale di Rosarno”. Di questo progetto veniva realizzato il primo lotto, quello che in galleria congiunge la statale 522 – lato Parghelia – a Tropea; da parte sua, la Provincia di Vibo Valentia, subentrata a quella di Catanzaro, recepiva quell’idea progettuale, e data una nuova denominazione (“strada del mare”) al progetto e apportate allo stesso alcune e non tutte appropriate variazioni, otteneva sull’importo finale di 61.300.00 euro un primo finanziamento pari a circa 31.000.000 euro.  E così, nell’intesa istituzionale di Programma tra il Governo e la Regione del 16 maggio 2002 cui è seguito l’Accordo di Programma per il sistema delle infrastrutture di trasporto, firmato il 29 luglio 2002, veniva prevista la realizzazione del progetto di “adeguamento della strada panoramica Rosarno-Nicotera- Joppolo-Tropea-Pizzo e circonvallazione del centro abitato di Pizzo”, detta anche “strada del mare” per l’importo complessivo sopra richiamato di 61.300.000 euro. Il seguito appartiene alla cronaca. Ebbene, devo immaginare che quanti abbiano esercitato ed esercitano funzioni pubbliche e di rappresentanza più e meglio di me avranno contezza dell’importanza della predetta strada panoramica sia perché con la sua realizzazione si otterrebbe la chiusura a sud della maglia viaria primaria, sia  in funzione della crescita socio-economica della fascia costiera vibonese, ossia di un comprensorio a forte vocazione  turistica, con al centro Tropea, perla e capitale del turismo calabrese, le cui potenzialità competitive rispetto ad altre realtà concorrenti risultano tuttavia ancora compresse a causa della persistenza di vincoli come quello della mobilità ed anche in funzione della crescita socio-economica dell’entroterra, con il Poro, definito “vero e proprio deposito di tradizioni e di storie, oltre che di testimonianze archeologiche preistoriche” e anche noto  per le attività agroalimentari e per le specialità culinarie».

Vecchio ricorda poi che l’attuale sottosegretaria al Ministero dell’Interno onorevole Wanda Ferro qualche anno fa, nell’esercizio delle funzioni di deputata anche del territorio, «si è fatta carico di proporre il rientro nella competenza dell’Anas “in maniera prioritaria” della strada provinciale per Tropea ex statale 522. Questa strada -scriveva la Ferro- “per le località che collega, è una delle strade di maggiore interesse turistico e dovrebbe essere come un biglietto da visita per l’intera regione. Invece è lasciata in una situazione di totale degrado ed inefficienza, rappresentando un freno per lo sviluppo economico e restituendo un’immagine sconfortante ai turisti che nel periodo estivo affollano la costa vibonese” . Immagino che l’onorevole Ferro nel motivare la predetta  richiesta e considerando verosimilmente che il mondo non finisce a Tropea  si sia anche chiesta perché mai debbano essere lasciate in una situazione di totale degrado, abbandono e inefficienza  anche le strade provinciali, tra cui la 23,  che collegano Tropea, borgo più bello d’Italia e dove, tuttavia, non finisce il mondo, a Rosarno  attraversando, anche queste strade, località di grande interesse turistico e biglietto da visita per l’intera regione   come il comprensorio di Capo Vaticano, “pieno di storia e di bellezza” e, perciò, eletto da Giuseppe Berto come “luogo dell’anima e, quindi, Coccorino, Joppolo e Nicotera, località queste ultime di non minore pregio ambientale, naturalistico e turistico. Orbene – fa notare sempre l’interessato – si parla tantodi Pnrr, con il quale rilanciare la Calabria, di Por, di coesione sociale, di soldi non spesi, ecc. e anche di progetti che mancanoe, perciò, mi domando  perché mai  non debba essere attivato un tavolo di confronto con la Regione, la Provincia, il Governo nazionale e l’Anas al fine di  “rispolverare” il progetto di “adeguamento della strada panoramica  Rosarno – Nicotera- Joppolo- Tropea e circonvallazione dell’abitato di Pizzo” già valutato positivamente dal Governo nazionale, dal Cipe e dalla Regione Calabria; un tavolo di confronto, infine, per coinvolgere fin d’ora l’Anas, in sostituzione dell’amministrazione provinciale di Vibo Valentia,  nell’eventuale rielaborazione/aggiornamento  del progetto e conseguente esecuzione dei lavori. Non mi sfuggono le eventuali obiezioni anche normative e ho ben presente che oggi non c’è Giacomo Mancini, che volle la statalizzazione dell’ex 522 prima ancora del suo adeguamento agli standard regolamentari, e neanche Toninelli. C’è, tuttavia, con un ruolo determinante il Sen. Salvini, Ministro delle infrastrutture, ma anche e soprattutto c’é l’On.le Ferro, sottosegretaria al Ministero dell’interno e, della stessa area politica di quest’ultima, l’onorevole Fitto Ministro per il Mezzogiorno e la coesione sociale, c’è il senatore Mangialavori, Presidente della Commissione Bilancio del Senato e, nell’altro ramo del Parlamento, c’è l’onorevole Tucci; c’è alla Presidenza della Regione l’onorevole Occhiuto e nella giunta regionale il vibonese Varì, ci sono-e mi scuso per eventuali non volute omissioni- anche i consiglieri regionali del vibonese, i partiti, i sindacati, i sindaci, ecc. C’è, per concludere – dice infine Vecchio – una platea abbastanza nutrita di rappresentanti di un territorio che chiede di essere interpretato politicamente».

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