venerdì,Aprile 19 2024

Elezione presidente Provincia di Vibo, Lo Schiavo auspica un perimetro riformista

Il consigliere regionale: «Stucchevole il dibattito tra le forze politiche su chi debba ricoprire il ruolo, non già basato su una visione o su un’idea di rappresentanza, bensì cristallizzato su ragionamenti a tavolino»

Elezione presidente Provincia di Vibo, Lo Schiavo auspica un perimetro riformista
Veduta di Vibo Valentia e, nel riquadro, Antonio Lo Schiavo
La sede della Provincia di Vibo Valentia

«Il sistema elettorale che determina l’elezione del presidente della Provincia e del Consiglio provinciale, figlio della scellerata riforma Delrio, incarna l’annullamento di ogni forma di agibilità politica, consegnando il risultato elettorale ad una logica esclusivamente matematica, laddove il partito che vanta la più ampia rappresentanza numerica negli enti locali di maggiori dimensioni si assicura automaticamente la guida dell’Ente». È quanto sostiene, in una dichiarazione rilasciata in vista delle prossime consultazioni per l’elezione del presidente della Provincia di Vibo Valentia, il consigliere regionale del Gruppo misto – Liberamente progressisti, Antonio Lo Schiavo. «In tale quadro – aggiunge Lo Schiavo – ogni ragionamento politico rischia di essere del tutto aleatorio e scollegato dalla realtà, consegnando alla fredda legge del voto ponderato attribuito ai consiglieri dei comuni più popolosi anche il principio di rappresentanza che, al contrario, dovrebbe essere legato ai criteri della buona amministrazione e della proposta politica». [Continua in basso]

Tanto più per un Ente come la Provincia di Vibo Valentia che – puntualizza l’interessato – «dopo le difficoltà e le limitate funzioni cui è stato relegato negli anni passati, dimostra oggi di poter giocare un ruolo decisivo nell’erogazione di servizi quali la viabilità, l’edilizia scolastica, la difesa del territorio. Appare dunque quantomeno stucchevole il dibattito tra le forze politiche su chi debba ricoprire il ruolo di guida dell’ente, non già basato su una visione o su un’idea di rappresentanza della società vibonese, bensì cristallizzato su ragionamenti a tavolino e limitato a divisioni nominalistiche su quelle poche figure di amministratori che hanno i requisiti per essere candidabili. Pertanto, come peraltro ventilato nelle scorse settimane, sarebbe auspicabile un intervento del Governo centrale per superare l’attuale sistema elettorale di secondo livello e rimettere al voto popolare dei cittadini la rappresentanza. Da parte nostra, come movimento Liberamente progressisti, non possiamo accodarci a quanti vorrebbero dare rilevanza politica ad un voto già segnato in base alla logica aritmetica, né vogliamo partecipare ad un dibattito autoreferenziale che allontana i cittadini dalla politica. Con i nostri amministratori ribadiremo questi concetti e, se saremo messi nelle condizioni di dover operare una scelta, non ci sottrarremo al confronto e dall’esprimere le nostre idee sulla scelta del candidato alla presidenza. Per quanto ci riguarda, se un’utilità può avere questo voto, esso serve a segnare anche per il futuro un perimetro politico che dovrà necessariamente coincidere con quello che si pone in aperta contrapposizione alle attuali maggioranze che guidano sia la Regione Calabria che il Comune di Vibo Valentia. Solo nell’ambito di un campo progressista e riformista, alla cui elaborazione lavoriamo da tempo in un dialogo che vede impegnati partiti, movimenti, associazioni e soggetti politici di varia estrazione, potremo apportare il nostro contributo di idee e programmi per lo sviluppo e il virtuoso funzionamento dell’Ente provinciale. Tanto più – conclude il consigliere regionale – che il prossimo appuntamento elettorale può e deve costituire il primo passo verso il consolidamento di un’area politica che si possa ritrovare, per metodi, impostazioni e forze in campo, nelle sfide elettorali che riguarderanno il Comune capoluogo e la futura coalizione che scenderà in campo per porsi in alternativa al centrodestra alla guida della Regione Calabria».

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