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Villa comunale di Vibo Valentia nell’abbandono, la denuncia del consigliere Miceli – Foto

Interrogazione all'amministrazione comunale guidata dal sindaco Maria Limardo sullo stato di degrado in cui versa attualmente uno dei polmoni verdi della città che versa in uno stato di «assoluta trascuratezza»

Villa comunale di Vibo Valentia nell’abbandono, la denuncia del consigliere Miceli – Foto
Erbacce non potate in una zona della villa comunale
Il taglio del nastro alla Villa comunale
Il taglio del nastro alla Villa comunale il 27 dicembre 2015 dopo il rifacimento della pavimentazione (in cemento)

Di pregio storico e con elementi artistici di grande valore. E’ la villa comunale di Vibo Valentia, nel 2015 intitolata al capitano vibonese Nazzareno Cremona – morto, sotto gli occhi attoniti di Giuseppe Ungaretti, in combattimento durante la prima guerra mondiale – da sempre considerata una preziosa area verde, patrimonio identitario della città. Eppure c’è qualcosa, comunemente chiamato degrado, che ne riduce il suo valore collettivo e ne offusca la reale bellezza. E’ il consigliere comunale Marco Miceli a “fotografare” lo stato in cui versa attualmente la villa comunale e, proprio per questo, ha presentato un’interrogazione alla giunta del sindaco Maria Limardo. Interrogazione che dovrebbe essere discussa domani, lunedì 8 maggio, nel corso della seduta del Consiglio comunale. “Nel diciottesimo secolo, allorchè era un’area libera della città, denominata Orto di San Giuseppe, – rammenta Miceli nel ricordare la storia della villa – i Duchi Pignatelli, feudatari della città, avevano deciso di stabilirvi la loro residenza ufficiale. Evenienza che non si è verificata, di tal che l’”orto” è rimasto un’area libera per tutto l’ottocento. Nel 1899 è diventata patrimonio del Comune, che l’ha intitolata alla Regina Margherita e l’ha dotata di una pregiata vegetazione arborea di cui ancora oggi si apprezza l’esistenza per via di alberi secolari, nonché di statue monumentali di ricercata bellezza, che sono un pantheon di ispirazione neoclassica. La villa, importante polmone verde della città, è stata  sempre  ben curata da esperti giardinieri fino al secolo scorso. Attualmente, purtroppo, versa ormai da diverso tempo in uno stato di incuria”. [Continua in basso]

Quindi l’elenco delle criticità presenti all’interno della villa comunale, per molti aspetti irriconoscibile rispetto solo a qualche anno fa: “Aiuole incolte, segnaletica che classifica il patrimonio arboreo divelta e non curata, sovvertimento dello stato delle aiuole con scomparsa di alcuni siti di particolare pregio come ad esempio il labirinto, la tenuta delle statue che presentano importanti mutilazioni in uno stato di assoluta trascuratezza. Uno stato di abbandono – dichiara il capogruppo di Vibo Democratica – inaccettabile. Quanto premesso esprime, di fatto, una non adeguata manutenzione ordinaria e straordinaria dell’importante polmone di verde della nostra città, che tra l’altro ha un rilevante valore storico, giacchè risale a oltre due secoli fa ed è destinato alla pubblica collettività da circa 120 anni, congiuntamente al limitrofo viale Regina Margherita“. E ancora: Tale area di verde non curata – continua Miceli – non consente un’adeguata fruizione da parte dei cittadini e stride con il contesto urbano ove è allocata, caratterizzato dalla presenza della bella cattedrale”.

Il consigliere comunale evidenzia poi che una completa fruizione dell’area sarebbe capace di offrire dei “vantaggi non soltanto a livello estetico alla città, ma anche sotto il profilo turistico in quanto, se adeguatamente promossa e pubblicizzata sui canali a tema, diverrebbe meta di turisti i quali, a quel punto, non si fermerebbero lì ma visiterebbero anche tutta la parte del centro storico con ricadute positive anche sul tessuto economico, visto che nella zona insistono diverse attività commerciali e di ristoro. Pertanto – conclude Marco Miceli – al sindaco Maria Limardo di chiede di conoscere quali provvedimenti l’amministrazione ha intrapreso o intende intraprendere per il superamento di tali disfunzioni al fine di poter restituire la pregiata area di verde al suo naturale status, consentendone una migliore fruibilità alla popolazione”.

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