mercoledì,Maggio 22 2024

Il Corsivo | Comunali a Vibo: i possibili scenari e le strategie di Mangialavori, Pitaro e Luciano

Ecco le reali ipotesi in campo e tutto ciò che appartiene invece alla fantapolitica. Dal superamento della Limardo ai diversi interessi personali

Il Corsivo | Comunali a Vibo: i possibili scenari e le strategie di Mangialavori, Pitaro e Luciano

In relazione al rinnovo del consiglio comunale della città capoluogo da giorni impazzano ipotesi suggestive, le quali hanno come base comune una conoscenza approssimativa di quelle che sono le dinamiche politiche concrete. Tra di esse quella che appartiene totalmente alla fantapolitica riguarda la coalizione di centrodestra ed in modo specifico le scelte che andrebbe ad effettuare l’on. Mangialavori. Secondo questa corrente di pensiero, la coalizione avrebbe già accantonato l’idea di una ricandidatura della Limardo ed a ristoro di questo suo sacrificio sull’altare di Stefano Luciano, il parlamentare la “premierebbe” facendola subentrare quale assessore regionale allo sviluppo economico al posto dell’altro suo politico di fiducia, Rosario Varì, dirottando quest’ultimo al posto della Limardo. A noi sembra che questa teoria, oltre a poggiare su basi inconsistenti, fornisce un’immagine distorta del parlamentare, facendolo apparire come un novello Caligola, lo stravagante imperatore romano che voleva nominare console il proprio cavallo Incitatus. Bastano poche osservazioni per dimostrare la fragilità e le contraddizioni dell’ipotesi in commento: l’on. Mangialavori, preso atto della circostanza che il centrodestra non ha i numeri per poter vincere le consultazioni amministrative senza il sostegno di Luciano, contrario alla ricandidatura della Limardo, ne accetta il suo superamento, riconoscendo di fatto il fallimento della gestione dell’attuale sindaco. Successivamente, contraddicendo più volte se stesso, da un lato “promuoverebbe” la Limardo, appena bocciata, ad assessore regionale, e dall’altro dopo aver riconosciuto il ruolo politico di Luciano, gli imporrebbe Varì come candidato a sindaco senza che l’esponente di Azione possa proferire parola in merito. A noi sembra che la favola di Cappuccetto Rosso offra maggiori spunti di credibilità. La realtà è diversa: in primo luogo, i protagonisti non sono unicamente Mangialavori e Luciano, ma sullo stesso piano va collocato anche Vito Pitaro; dopo di che, per poter comprendere appieno le tematiche politiche e le strategie che i tre adotteranno, occorre guardare alle stesse, tenendo conto dei diversi obbiettivi personali. Cominciando con l’approfondire la posizione del parlamentare, riteniamo che egli, più che ai “giochini” attribuitigli, sia interessato a soluzioni concrete e realizzabili, idonee in primo luogo alla tutela della sua carriera parlamentare e capaci di fargli vincere le elezioni comunali mantenendo la propria leadership sulla futura amministrazione. In questo contesto entrano in gioco Luciano e Pitaro e le problematiche collegate alla loro presenza/assenza, congiunta o disgiunta, nella coalizione di centrodestra. Chiarite le finalità a cui tende Mangialavori, non vi è dubbio che il ridimensionamento subito a livello nazionale dalla senatrice Ronzulli non consente più a quest’ultima di poter garantire al parlamentare una candidatura blindata e pertanto in futuro sarà costretto a passare sotto le forche caudine dell’elettorato ed in questo contesto ha tutto l’interesse ad allargare la propria “base elettorale” stringendo alleanze di ampio respiro. Alleanze che però portano nell’immediato ad una attenuazione dell’influenza di Mangialavori sulle scelte “comunali” a partire dal nome del candidato a sindaco, la cui individuazione dovrà essere condivisa con Luciano e Pitaro. Saranno tutte queste sfaccettature a dettare la strategia del parlamentare e non certamente interessi diversi collegati a consoli e cavalli. Tra le altre cose, ad inficiare ulteriormente la teoria dello scambio Limardo/Varì concorre la mancanza d’interesse da parte quest’ultimo nel lasciare un “posto sicuro” per avventurarsi in una competizione ad alto rischio, atteso che Luciano e Pitaro non sono così sprovveduti da incarnare il ruolo degli “utili idioti” sostenendo un candidato a loro imposto. Puntualizzati questi aspetti, occorre adesso guardare le cose con gli occhi degli altri due protagonisti, i quali partono da una base comune: l’accantonamento della Limardo. La domanda da porsi è se Luciano e Pitaro riusciranno a trovare altri punti di equilibrio per i reciproci obbiettivi, formando un coeso fronte comune nei confronti di Mangialavori oppure favoriranno la strategia del parlamentare tendente ad ostacolare e/o sabotare il cementarsi del “fronte comune” per gestire meglio gli eventi senza depotenziare ulteriormente la sua posizione (una sorta di dìvide et impera). Siamo convinti che Luciano e Pitaro abbiano ben presente questa situazione e che l’esperienza maturata sul campo difficilmente li porterà a commettere grossolani errori come ad esempio quello di non essere leali tra di loro delegittimandosi a vicenda, perdendo così quel ruolo determinante che oggi rivestono nel contesto generale del confronto tra centrodestra e centrosinistra. Ciò posto, non è difficile immaginare quale potrà essere il tenore delle interlocuzioni tra i tre politici: da un lato Mangialavori tenterà di ottenere l’assenso dell’ex consigliere regionale e dell’esponente di Azione sul candidato da lui proposto, dall’altro Luciano e Pitaro a spiegare al parlamentare che in politica le alleanze si costruiscono ed hanno un senso se una parte non pretende di monopolizzare tutto. A ben guardare l’attuale situazione è proprio questa: Mangialavori siede in Parlamento, esprime un consigliere ed un assessore regionale, il presidente della Provincia, il commissario Asp, l’attuale sindaco; se pretendesse pure di imporre il nuovo primo cittadino, sarebbe indicativo del fatto che egli non cerca degli alleati, ma dei lacchè disposti ad immolarsi sull’altare della sua insaziabile ingordigia. Stando così le cose, ed avendo già spiegato i motivi per i quali i due politici non incarneranno mai questo ruolo, non sarebbe una sorpresa se alla fine le interlocuzioni con il centrosinistra, all’interno del quale non esistono personaggi così accentratori, offrissero un’agibilità politica più consona al consenso reale di cui sono portatori Luciano e Pitaro. Tra le ipotesi che potrebbero portarli ad un accordo con questa coalizione non può essere esclusa quella di presentarsi agli elettori con un proprio candidato a sindaco e nella successiva fase di ballottaggio, pressoché certa con tre candidati, chi resterà fuori convergerà sull’altro nella sfida col centrodestra.   

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