Il Corsivo | Le inconcludenze di Mangialavori ed il vero obiettivo delle sue dichiarazioni

Nicola Gratteri

Le ultime dichiarazioni dell’on. Mangialavori hanno scatenato una sorta di sollevazione popolare, concretizzatasi nelle generalizzate ed aspre critiche riservategli sui vari social. Effettivamente le  affermazioni del parlamentare appaiono così grottesche, se rapportate alla realtà, che se da un lato giustificano quel fronte compatto di dissenso, dall’altro fanno sorgere il legittimo sospetto che il reale obiettivo delle sue esternazioni, più che la difesa della propria posizione e di quella del sindaco, sia stato un altro. Il pensiero del parlamentare può essere così riassunto: il sindaco ha ben operato, riuscendo a cambiare il volto alla città capoluogo ed alle frazioni, il territorio è più pulito, vi sono tantissimi cantieri aperti, come quelli inerenti i lavori per l’adeguamento degli edifici scolastici. Tutto questo lo porta ad essere soddisfatto, soprattutto se si pensa da che condizioni era partita questa amministrazione quattro anni fa, e pertanto, nel momento in cui i partiti della coalizione si siederanno intorno ad un tavolo per individuare il nome del prossimo candidato a sindaco, non potranno che ridare fiducia alla Limardo, sottolineando a tal fine che lo schieramento dei partiti di centrodestra è solidissimo e nella prossima campagna elettorale saranno compatti nel sostenere il sindaco.

Mangialavori parla anche della propria aspirazione di lasciare un segno indelebile della sua opera di parlamentare in ogni comune della provincia. Ciò posto, possiamo adesso occuparci delle inconcludenze che connotano le esternazioni dell’esponente di Forza Italia: è vero, la città ha cambiato volto, ma nel senso opposto a quello intravisto dal parlamentare: strade disastrate, sporcizia ovunque; inoltre quale opera significativa  sarebbe stata portata a compimento? Solo spreco di denaro pubblico, il più emblematico dei quali  riguarda proprio le scuole (Portosalvo docet), settore, per ironia della sorte, citato quale esempio di efficacia amministrativa da Mangialavori, il quale supera ogni limite quando, al fine di esaltare i risultati ottenuti dal sindaco, fa riferimento alle condizioni della città al momento del suo insediamento. Una vera offesa all’intelligenza dei cittadini: intanto le condizioni della città erano certamente migliori delle attuali, ed in ogni caso anche Elio Costa era stato indicato e sostenuto da lui, quindi di cosa parla il deputato? Ancora peggio per quanto concerne la presunta compattezza dei partiti di centrodestra: Forza Italia e Fratelli d’Italia – unici partiti di centrodestra che sostengono l’esecutivo Limardo (tutti gli altri siedono all’opposizione) – non hanno neppure i numeri per convocare il Consiglio in prima seduta e, senza l’apporto dei consiglieri che fanno capo a Vito Pitaro, l’amministrazione andrebbe a casa. La realtà è che non solo non esiste compattezza tra i partiti, ma sul nome della Limardo, essa non esiste neppure all’interno di Forza Italia, prova ne è che diversi consiglieri eletti tra le sue fila oggi siedono all’opposizione.

Per quanto riguarda poi i sogni nel cassetto di Mangialavori, in attesa che i propositi si trasformino in fatti concreti, non possiamo esimerci dal rilevare come il parlamentare ancora una volta cerchi di accampare meriti sul lavoro e sull’impegno degli altri. E’ successo in passato con i famosi dodici milioni ottenuti dall’on. Riccardo Tucci ed oggi ritenta la sorte con il “Consorzio Costa degli Dei”, la cui costituzione e dotazione finanziaria è dovuta ad un progetto presentato a suo tempo dall’allora consigliere regionale Vito Pitaro. Stando alle affermazioni del parlamentare, egli avrebbe presentato un disegno di legge in Senato, mai discusso nel corso della precedente legislatura; successivamente, per accorciare i tempi, avrebbe chiesto a Pitaro di presentare lo stesso progetto in Regione. Sul punto, avendo già espresso il nostro pensiero, invitiamo i lettori a fare le proprie valutazioni. Alla luce di queste puntualizzazioni, un osservatore poco attento non avrebbe dubbi nel sostenere che Mangialavori non sia riuscito a raggiungere lo scopo prefissato; noi, al contrario,   riteniamo che egli abbia centrato pienamente il suo vero intento, il quale, a nostro avviso, non era quello di difendere e valorizzare l’operato della Limardo, bensì quello di catalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica su un falso obiettivo, distogliendola da tematiche più scottanti. A supporto della nostra convinzione giocano più fattori: in primo luogo le affermazioni del parlamentare, alla luce di quanto detto, sono così lontane ed in contrasto con la realtà da apparire come il risultato di una studiata ricerca di macroscopiche inconcludenze idonee ad attrarre l’attenzione. Non è ipotizzabile infatti  che Mangialavori si sia esposto al pubblico ludibrio solo per tutelare il sindaco, tra l’altro inutilmente, essendo pienamente consapevole che se anche l’intero centrodestra fosse unito – e non lo è – senza Luciano e Pitaro, manifestamente contrari ad una ricandidatura all’attuale primo cittadino, non  riuscirebbe comunque a farla rieleggere. Insieme a tutto questo va considerato  anche un altro fattore, da individuare nell’attuale momento storico, caratterizzato dallo spasmodico interesse dei cittadini per le risultanze dell’ultima inchiesta della Procura Distrettuale Antimafia targata Gratteri e denominata “Maestrale”; inchiesta nella quale l’on. Mangialavori, è bene ribadirlo, non è indagato, ma dagli effetti per lui comunque devastanti dal punto di vista politico. A tal proposito, basti evidenziare che nelle carte dell’inchiesta vi è la trascrizione di un’intercettazione telefonica, dalla quale emerge il rapporto confidenziale tra tale Domenico Colloca, finito in carcere tra le altre cose con l’accusa di associazione di stampo mafioso, e l’allora senatore Mangialavori il quale, nel corso del colloquio telefonico (per i particolari e gli approfondimenti rinviamo a quanto pubblicato su queste colonne in data 14/05/2023, LEGGI QUI: Inchiesta Maestrale, la Dda accende i riflettori sui rapporti di Colloca con politica, istituzioni e massoneria vibonese), invitava l’interlocutore a rivolgersi a suo nome, per la soluzione delle problematiche che lo angustiavano, a tale “Ciccio”, individuato dalla Dda in Francesco Pascale, suo braccio destro ed all’epoca dei fatti assessore al Commercio di Vibo. Dunque quale migliore espediente di un discorso senza capo nè coda per distogliere l’attenzione dei cittadini da tematiche scottanti ed indirizzarlo altrove? In questo momento il vero interesse del parlamentare non è rappresentato dal futuro dell’attuale sindaco, ma dalla propria posizione politica la quale, già precaria nel panorama nazionale dopo il ridimensionamento della senatrice Ronzulli, s’è pure fortemente indebolita su scala locale in seguito alla poco invidiabile esperienza Limardo e rischia di divenire ancor più traballante alla luce di quanto emerso dall’ultima inchiesta di Gratteri.

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