lunedì,Maggio 27 2024

Rete idrica “colabrodo” a Vibo, Nesci: «Limardo ha avuto altro a cui pensare»

L'esponente del partito di Lupi: «I gravi disagi registrati lo scorso anno non hanno insegnato nulla»

Rete idrica “colabrodo” a Vibo, Nesci: «Limardo ha avuto altro a cui pensare»
Il Municipio di Vibo e nei riquadri Maria Rosaria Nesci e Maria Limardo

«L’esperienza insegna, vale per chiunque, ma non per l’amministrazione Limardo. Faccio esplicita menzione al cognome della sindaca sol perché la stessa, in una delle molteplici interviste rilasciate, ha tenuto a precisare che di ogni consiliatura, negli anni a venire, sarà ricordato il solo sindaco – e non anche gli assessori – ed io non intendo, quindi, impedire che a codesta sindaca sia attribuito il dis-valore politico-amministrativo di questi quasi cinque anni di consiliatura. Per come richiesto, quindi, riconosco a Cesare quel che è di Cesare». Così Maria Rosaria Nesci, coordinatore provinciale Noi Moderati. «E così, dicevo che, dalle pregresse esperienze negative, l’amministrazione comunale targata Limardo non ha tratto alcun insegnamento se, a distanza di circa un anno da quando – a causa di un danneggiamento della rete idrical’intera città di Vibo Valentia è rimasta senza acqua per diversi giorni, nulla è stato fatto per trovare una soluzione preventiva e concreta ai problemi connessi al fatto che la condotta idrica sia malmessa – continua Nesci -. Proprio i gravi disagi registrati lo scorso anno avrebbero dovuto far sì che l’amministrazione comunale comprendesse l’esigenza di riattivare i pozzi esistenti e che si adoperasse per individuare ed investire a tal fine – ed al fine del rifacimento della rete idrica – i relativi fondi. L’amministrazione Limardo – prosegue la Nesci -, invece, ha, evidentemente, avuto ben altro a cui pensare. Si è dovuta preoccupare, ad esempio, di come mantenere lo stato di continua campagna elettorale. E quindi si è dovuta prodigare per fare conferenze stampa volte a negare uno stato di dissesto dichiarato dalla Corte dei Conti, ad inventare fantasiose ricostruzioni in tema di bilancio pubblico in genere ed a presentare progetti inutili per la città e che, peraltro, molto probabilmente mai verranno realizzati. Si è dovuta far carico, poi, della posa di innumerevoli panchine qua e là, che sono state presentate quale simbolo di non si sa bene cosa. E ancora, si è dovuta spendere nella partecipazione ad eventi vari ed ha dovuto, infine, organizzare tante altre attività finalizzate ad apparire per ciò che, invero, non si è. E così, nell’ottica di una campagna elettorale senza soluzione di continuità, non poteva mancare l’autoproclamazione della candidatura della Limardo».

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