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Comunali a Vibo, Furci: «Non si confonda l’area Progressista con la vecchia formula del centrosinistra»

Secondo il rappresentante territoriale del Movimento Cinque Stelle, il termine “Centro” è fuorviante ed evoca uno scenario politico perdente. L’esortazione, rivolta ad Umanesimo Sociale, a sostenere il disegno innovativo dell'Area Progressista

Comunali a Vibo, Furci: «Non si confonda l’area Progressista con la vecchia formula del centrosinistra»
Nei riquadri Enzo Romeo e Michele Furci
Michele Furci

“L’area politica Progressista è un soggetto politico nuovo che, animato dalla forte presenta del Movimento Cinque Stelle e dei movimenti civici, non ha nulla a che vedere con la vecchia formula del centro sinistra”. E’ questo, in sintesi, l’assunto dell’esponente pentastellato Michele Furci che, guardando all’ormai prossima consultazione elettorale per l’elezione del Consiglio Comunale di Vibo Valentia, sottolinea come non bisogna assimilare l’Area Progressista a formule politiche appartenenti al passato e risultanti perdenti. “Il continuo uso del termine Centro Sinistra – rimarca Michele Furci- per rappresentare l’inedita coalizione Progressista che si è costituita a Vibo Valentia, è meramente forviante e del tutto riduttivo. Rischia perciò di sminuire il valore innovativo dell’esperienza che, con grande senso di responsabilità, il M5S ha abbracciato intorno alla figura del candidato a sindaco Enzo Romeo. La forza politica più consistente a Vibo Valentia e in Calabria, facendo un passo indietro per dare corpo a un’aggregazione sicuramente vincente, ha finalizzato il progetto politico per il bene esclusivo della comunità vibonese. Ciò, tuttavia, perché diventi un obiettivo raggiungibile ed esigibile pone in primo piano la necessità della proposta programmatica come momento fondamentale per dare sostanza alla preminente figura di Enzo Romeo quale candidato a sindaco della coalizione. Si tratta infatti dell’espressione di una coalizione straordinariamente innovativa proprio per la presenza del M5S e delle liste ispirate dallo stesso candidato a sindaco. Le composizioni civiche della coalizione e la presenza del M5S, a differenza di quelle tradizionali, sono il segno più tangibile della rappresentanza progressista e democratica della vitalità sociale dell’intera comunità. Proprio in ragione di questa peculiarità il sostantivo “Centro” diventa politicamente forviante ed evocativo di uno scenario tradizionale perdente e peraltro inviso al moderno popolo progressista e democratico. Il centro di balena bianca memoria, sperimentato come forma politica, ha avuto una sua concreta valenza soltanto nella fase storica della cosiddetta Prima Repubblica. Ora e in particolare a Vibo Valentia il “Centro”, naturalmente come aggregato di natura politica, cos’è, se non proprio il sistema che sotto mentiste spoglie ha portato questa città capoluogo nella miseria assoluta in cui è sprofondata. Il Centro, – prosegue il pentastellato – come sostanza politica non è altro che quel settore rappresentativo che si sposta a convenienza da una comunità politica all’altra con disinvoltura, che nella sua nuda realtà contiene tutto quel mondo politico trasformista che sale di volta in volta sul carro del vincitore. Non è forse proprio la cultura politica che si è imposta sino ad oggi, modellata nelle sembianze delle maggioranze che hanno consentito le amministrazioni di destra? Insieme hanno amministrato una città che, sebbene avesse straordinarie potenzialità logistiche e ricchezze naturali, è divenuta ultima tra le ultime proprio per il mancato protagonismo e la mancanza di un progetto e un orizzonte, con cui rivendicare in particolare a livello di Regione quanto gli è dovuto nella ripartizione dei fondi di qualunque posta di Bilancio”.

Infine l’esortazione rivolta ad Umanesimo Sociale affinché sostenga il progetto portato avanti dall’Area Progressita: “Chi appartiene alla corrente ideale e politica, del reale cambiamento amministrativo, – aggiunge Furci – sa bene che può esprimersi soltanto nell’Area Progressista. E il mondo che si identifica nelle posizioni dell’umanesimo sociale, come assunto politico della moderazione della Dottrina Sociale della Chiesa, in realtà lo è concretamente. Perciò, per praticare fattivamente la propria posizione culturale e politica, in questa realtà sociale non può che sostenere ora il disegno innovativo nel metodo e nei contenuti programmatici, che insieme al M5S sarà protagonista. La sfida partecipativa perciò in questa fase storica e sino al deposito delle liste elettorali, che avverrà soltanto all’inizio di maggio, sarà proprio sui contenuti del programma intorno al quale c’è proprio spazio per tutti i movimenti e per le aggregazioni sociali che hanno a cuore i destini della città. Le condizioni per battere le destre ad iniziare dalla conquista del Comune ci sono tutte: ora bisogna stabilire se si vuole contribuire a realizzarla una solida maggioranza o fare soltanto testimonianza verbale. Soltanto partendo dai temi reali e nel declinarli con opzioni chiare e comprensibili si può comprendere chi sta con la conservazione e chi invece lotta per un programma di ripresa economica nel rispetto delle regole ambientali e per avere servizi efficienti in una città vivibile e a misura d’uomo”.

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