Caso Talarico, trattazione “segreta” chiesta da Nesci e rifiutata dalla maggioranza: «Ma votare non si poteva, ecco perché»
Pur avendo consentito la discussione dell’ordine del giorno fuori busta, alla fine la consigliera di Noi Moderati si è ritrovata sola in aula con Corrado (Fi). Fonti della coalizione Romeo spiegano: «La delibera era un aborto giuridico, il segretario ha messo in guardia dal metterla ai voti»

«Chiedo la discussione a porte chiuse, a norma di regolamento quando la trattazione riguarda meriti e demeriti di specifiche persone». C’è un antefatto al blitz in Consiglio comunale di Maria Rosaria Nesci (Noi Moderati), che ieri ha chiesto e ottenuto l’inserimento di un ordine del giorno urgente per una “proposta di deliberazione del Consiglio comunale per la contestazione della causa di incompatibilità a un assessore comunale”, Marco Talarico.
In apertura dei lavori, Nesci ha chiesto l’inserimento del punto non previsto, sollecitando contestualmente la trattazione a porte chiuse dell’argomento, perché, a suo dire, il regolamento comunale, all’articolo 87 comma 1 lettera b, imporrebbe questa modalità. Tesi confutata dal segretario generale, al quale è stato chiesto un parere: «Ritengo che l’articolo in questione – ha detto Domenico Libero Scuglia – non si applichi al caso di specie, perché la materia dell’incompatibilità per i consiglieri viene trattata in seduta pubblica, quindi per analogia, non essendoci una norma precisa riferita agli assessori, bisogna applicare la stessa regola anche in questa circostanza».
A tagliare la testa al toro ci ha pensato la maggioranza, che dopo una breve interruzione della seduta, attraverso il capogruppo del Pd, Francesco Colelli, ha espresso la volontà politica di una trattazione pubblica dell’argomento, «a dimostrazione del rispetto dei principi di trasparenza». «Non vogliamo che alcuna ombra resti su questa amministrazione – ha detto Colelli -, quindi è giusto che la discussione venga fatta a porte aperte».
Una decisione che ha fatto il paio con quella di ammettere il punto l’ordine del giorno fuori busta, votando a favore dell’urgenza della trattazione. In caso contrario, Nesci non avrebbe avuto la possibilità di focalizzare l’attenzione dell’Assemblea su quelli che a suo parere sono conclamati motivi di incompatibilità dell’assessore Talarico, che ha in corso una rateizzazione per il pagamento di alcuni debiti Imu, Tari e acqua. Come sia andata la discussione e come sia finita lo abbiamo raccontato QUI. In sintesi, Nesci, al momento di votare “l’impeachment” di Talarico si è ritrovata sola in aula con la capogruppo di Forza Italia, Carmen Corrado: nemmeno l’ombra del numero legale e tanti saluti alla contestata deliberazione del Consiglio sulla presunta incompatibilità di Talarico.
Il motivo, al netto delle considerazioni politiche che cambiano a seconda delle campane che suonano, lo spiegano fonti interne alla maggioranza: «Abbiamo chiesto la discussione pubblica e abbiamo votato a favore dell’urgenza per evitare che qualcuno potesse strumentalizzare il nostro diniego. Ma era chiaro sin dall’inizio che quella proposta di deliberazione fosse un aborto giuridico, del tutto irrituale ed errata. Conferma che è poi venuta dalle parole inequivocabili del segretario generale che, quando nel corso della seduta gli è stato chiesto, ha definito irricevibile la proposta di deliberazione, mettendo in guardia il Consiglio dal votarla e spiegando che l’Assemblea non aveva alcuna competenza sull’incompatibilità di un assessore, la cui nomina è prerogativa esclusiva del sindaco, oltre al fatto che la proposta di deliberazione non aveva seguito il regolare iter di tutti gli atti su cui il Consiglio è chiamato a votare. Il segretario è stato chiarissimo».
Dunque, si sottolinea, non un “tradimento” dei principi di trasparenza enunciati poco prima quando la maggioranza ha dato il via libera alla discussione. L’allontanamento dall’aula, si ribadisce dalla coalizione che sostiene Romeo, sarebbe stata determinata esclusivamente dall’impossibilità di votare un atto che non avrebbe avuto i crismi della correttezza giuridica.